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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Saro' greve / March o quel record venuto dal Sud

Mercoledì 27 Giugno 2018

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In questo giorno di 45 anni fa, la notte mondiale di Marcello Fiasconaro: 1'43"7 dopo una corsa condotta sempre in testa.

di Vanni Lòriga

Come avevamo già accennato, il mese di giugno è propizio ai velocisti e gli ultimissimi giorni dello stesso mese sono legati in particolare alle vicende personali, e atletiche, di Marcello Luigi Fiasconaro, detto March. Per chi avesse poca memoria o tenera età ricordiamo che il nostro eroe giunse in Italia dal natio Sud Africa il giorno 28 giugno 1971, sbarcando a Fiumicino da un volo proveniente da Johannesburg e che esattamente due anni dopo, il 27 giugno 1973, stabilì all’Arena di Milano il primato mondiale degli 800 metri coperti in 1’43”7. Ma andiamo con ordine.

LE RADICI - Marcello è nato a Città del Capo il 19 luglio del 1949. È figlio di Gregorio che in quella città lavorò nel mondo della lirica. Giunse in Sud Africa nel 1941 come prigioniero di guerra. Caduto con l’areo che pilotava nei cieli dell’Etiopia veniva internato a Zonderwater (in lingua boera significa “senza acqua”) un campo di prigionia a 1700 metri di quota che ospitò oltre 100.000 italiani. Località in cui Ezio Tricoli, fondatore della Scuola di Jesi, imparò da un inglese cosa fosse la scherma …

Gregorio, a sua volta nativo di Castelbuono (Palermo), paese in cui si disputa la più antica gara podistica d’Italia e che produce il miglior panettone al mondo, era figlio del famoso soprano Rosalia Calderoni. Cantò da baritono e studiò musica al conservatorio di Genova. A Zonderwater (che aveva fra le sue strutture anche 17 teatri) allestì numerosi spettacoli musicali tanto che al termine del conflitto gli venne proposto dal grande Erick Chisholm di collaborare per la lirica nel South African College. Riscosse meritato successo ed ebbe anche una parte nel film "May Way" (The Winners) in cui lo stesso Marcello interpretò il ruolo di Dave Mc Allister.
 
E così siamo finalmente arrivati a parlare di March. Che sin da piccolo praticò con successo il rugby sino a quando, quasi per gioco, non venne indotto dal suo storico allenatore, Stewart Banner, a partecipare a qualche corsa sul quarto di miglio. Si rivelò subito assai dotato ed alla fine venne scoperto anche in Italia.

LA SCOPERTA – Il direttore di questo sito, da sempre un accanito esperto di atletica, sul finire del 1970 scorrendo le pagine del settimanale tedesco Leichtathletik che riportavano i risultati da tutto il mondo, si imbattè in un nome dall’origine sospetta. Fiasconaro appunto, che poco aveva di sudafricano e molto di italico. Tramite il collega Luigi Mengoni contattò il giornalista Gent Le Roux che gli fornì i recapiti sudafricani di casa Fiasconaro. Si mise così in moto un procedimento molto produttivo all’interno dell’allora federazione di atletica, presidente Nebiolo, segretario Luciano Barra. Partì una lettera.

Dal momento che Gregorio non aveva mai rinunciato alla nazionalità italiana, Marcello – il 19 giugno del 1971 – potè giurare presso il consolato di Johannesburg e fu italiano a tutti gli effetti. Fece bene perché alla fine dell’ormai fatidico mese di giugno sarebbero scaduti i termini per rivendicare la nazionalità. Ed il 28 giugno, come inizialmente ricordato, mise per la prima volta piede in Italia.

FIASCONARO O FIASCO RARO? – Marcello Fiasconaro viene accolto in Italia come un profeta. Ha appena compiuti i 21 anni ed ha assolto il servizio militare in Sud Africa come artigliere corazzato. Da qualche parte ho una sua foto in divisa; se dovessi recuperarla. sarete i primi a vederla. Si presenta con le credenziali di 46”5, 46”6, 46”7 corsi a fine anno a Stellenboch e a Città del Capo, su piste in carbonella o tennisolite.

Arriva giusto in tempo per partecipare il 1° luglio alla Notturna di Milano e vanta un recente 45”8. Vince battendo l’americano Bob Frey ma, addirittura incerto sul come collocare i blocchi di partenza, si deve accontentare di 46”7. Il 46”2 primato di Ottolina resiste ma March è in continuo progresso. Finalmente il record cade agli Assoluti di Roma del 7 luglio: 45”7. E ci si avvicina agli Europei di Ferragosto ad Helsinki.

Alla vigilia dei campionati incontro Robert Parientè, direttore dell’Equipe, che con fare sarcastico mi dice: “Sarà un Fiasconaro o un Fiasco Raro?”. Gli rispondo che è fortissimo ma che ho il timore che possa subire soprese per scarsa esperienza tattica. D’altra parte proprio sul Corriere dello Sport del 6 agosto avevo scritto che bisognava guardarsi dal giovine inglese Dave Jenkins, … chi nutrisse dei dubbi potrà sempre consultare la collezione del giornale. Ebbi purtroppo ragione: per la cronaca 45”45 contro 45”49… E March, deluso, corre poi una magistrale ultima frazione ed è bronzo con la 4x400.

IL MAGICO DOPPIO-GIRO - Per non tirare l’elastico sino a sfibrarlo debbo passare alla famosa gara del record mondiale di Marcello sugli 800. Ricordiamo che non fu il suo solo primato universale. Il 15 marzo del 1972 aveva corso a Genova i 400 metri indoor (due giri di pista su pista in … legno) in 46”1: per confronto non dimentichiamo che Pietro Paolo Mennea vinse sulla distanza un titolo europeo in 46”51 (Milano 1978).

March decise di allungare la distanza perché aveva realizzato che sul giro di pista aveva toccato i suoi limiti. Non poteva insistere troppo perché risentiva di una vecchia frattura al piede destro ed inoltre, questa era la mia impressione, la struttura scheletrica era sovrastata dalla potenza muscolare. Si allenava molto sull’erba, evitava le piste coerenti e si trovava alla fine a possedere un consistente patrimonio di resistenza alla velocità prolungata. Il primo assaggio sulla distanza del doppio giro di pista avvenne il 25 aprile 1972 sulla ridotta pista di Bergamo, nella Pasqua dell’Atleta. Vinse in 1’47”7 sotto una pioggia battente.

L’anno successivo, rientrato in Sud Africa, affrontò più volte la distanza. E prima del grande appuntamento di Milano corse gli 800 a ripetizione, migliorando quattro volte il record italiano, sino a toccare 1’44”7 il 27 aprile nell’altura di Johannesburg.

Finalmente eccoci a Milano per il confronto con i forti cecoslovacchi. La sua definitiva preparazione si svolge a Milano sotto la guida di Carlo Vittori. Grandi galoppate sulla pista in tennisolite del XXV aprile, tirato negli 800 da Fusi (che terminava stremato, mentre Marcello proseguiva) e nei 300 da Trachelio.

Lasciamo il racconto della corsa record allo stesso Carlo Vittori che così la ricordo cinque anni fa. “Al suono della campana transita in 51”2, è la lepre di sestesso, non ha mai corso contro l’avversario, … ai 600 metri passa in 1’16”5… è fatta… 1’43”7 record del mondo. Ma la gara che più lo fece amare fu poco più di un anno dopo agli Europei di Roma. Pieno di problemi fisici interpretò quella finale come una morte in scena, … un disperato 50”14 ai 400, prima di spegnersi nel sacrificio di un uomo che mai si è risparmiato …”.

Così vogliamo ricordare il nostro amico Marcello che abbiamo abbracciato poco tempo fa a Milano, a pochi metri dalla pista del suo primato. Che venne migliorato da un altro grande, Alberto Danger Juantorena che lo scalzò anche dalla classifica a punti della tabella portoghese del dottor Amado riguardante l’accoppiata 400- 800. Punti 2011 per il 45”49 ed il 1’43”7.

Il 25 luglio 1976 sul tabellone luminoso dei Giochi Olimpici di Montreal che presentava i finalisti degli 800 (fra cui il nostro Carlo Grippo) campeggiava la scritta: WR-Fiasconaro ITA-1’43”7. Salvatore Massara, che era al mio fianco, disse tristemente: “Faccio un foto perché ho paura che sia l’ultima volta che vediamo il suo nome …”. E scattato il clic esclamò: “Ma tanto il Caballo noi l’abbiamo già battuto a Firenze …”

Era successo nell’incontro Italia-Cuba del 1° luglio 1972. Chi si contenta, gode … e fa bene.
 

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