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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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PyeongChang 2018 / (16) Finita la festa, e' gia' tempo di pagelle

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Domenica 25 Febbraio 2018

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Luci e ombre della rassegna olimpica. Le dieci medaglie di PyeongChang, pari al 3,27% delle 306 assegnate, costituiscono il settimo risultato dell'ultimo trentennio. Si può fare di meglio?

di Gianfranco Colasante

Non mi sorprende affatto che il presidente del CONI Giovanni Malagò, in sede di bilancio finale, si sia dato un bel 7 estendolo a tutti i componenti della squadra e dello staff. E' la sua opinione, e non può che essere rispettata. Anche se non necessariamente condivisa, soprattutto se - superata la visione un po' edulcorata che si ha dal lussuoso resort golfistico che ha ospitato Casa Italia - si allarga l'analisi all'intero programma olimpico. Qui le cose si fanno un po' più complesse e chiamano in causa una profonda revisione degli apparati tecnici e del reclutamento, senza nascondersi dietro il paravento un po' consunto della "scuola non ci aiuta", come più o meno al Foro Italico ripetono da quarant'anni. Nè il CONI, come sembra di capire vorrebbe fare, potrà mai sostituirsi al ministero dell'istruzione: non ne avrebbe nè i mezzi nè tanto meno le capacità strutturali.

Qui i risultati completi e il medagliere finale di PC-2018.

Quindi l'Italia chiude l'avventura coreana con 10 medaglie - tre delle quali d'oro, come non accadeva da dodici anni, e questo è notevole -, proprio il numero minimo indicato dallo stesso Malagò alla vigilia. Dopo aver reso merito alla sua preveggenza e lungimiranza, diciamo però a chiare lettere che un nazione con le tradizioni sportive dell'Italia non può e non deve "contentarsi" della dodicesima o tredicesima posizione (a seconda dei criteri di calcolo) tra quella quindicina di paesi che svolgono una credibile attività invernale d'alto livello. Il resto della partecipazione, malgrado l'encomiabile fantasia del CIO e dei suoi reggitori, è solo simpatico folklore.

Ci sono interi settori da rifondare, e da farlo in fretta in vista di Pechino 2022 (terza trasferta in Asia dopo Tokyo 2020), casomai in stretta continuità d'intenti con gli apparati militari che detengono e stipendiano gran parte del parco atleti, olimpici o meno. E' prevedibile che tali temi, con una analisi più approfondita, saranno all'ordine del giorno del prossimo C.N. del CONI e che, in quella sede, le risultanze dei Giochi verrano esaminate con la dovuta razionalità.

Apro una breve parentesi rifacendomi alla conferenza di fine Giochi tenuta a Casa Italia dal presidente del CONI, evidentemente stizzito per le risultanze delle ultime gare. Mi ha in particolare colpito una sua affermazione che, se vera, come riportano giornali e siti, lascia interdetti. Quasi un anatema lanciato su chi verrà (?) dopo di lui al CONI: "se non vincerà almeno 3 ori e 10 medaglie avrà fallito". D'un colpo solo, quindi, sdoganando i tre precedenti presidenti del CONI: Gattai per il 1992, Pescante per il 1994, Petrucci per il 2002. Avendo tutti e tre fatto meglio in termine di medaglie, per la proprietà transitiva, si potrebbe oggi dire che a fallire sia stato proprio Malagò (che, state tranquilli, ci sarà anche nel 2022).

BILANCI - Tornando ai bilanci finali, chi ci segue da più tempo, sa che non consideriamo le medaglie, o la loro assenza, il parametro principale cui affidare le nostre valutazioni. Troppe le variabili in gioco, spesso decise da imprevedibili casualità. Ma ci sarà almeno consentita una riflessione che prende in esame le ultime dieci edizioni invernali, da Sarayevo 1984 (quando gli eventi da medaglia erano 39) a PyeongChang 2018 (quando sono saliti a 102, con un incremento pari quasi al triplo). Molta neve è caduta in questi 34 anni, ma qualunque valutazione che non tenga conto di questo dato, più che imprecisa risulterebbe ingannevole.

Partendo da tale assunto, propongo questa tabella di confronto, sostanzialmente basata sul rapporto percentuale tra le medaglie vinte dagli azzurri rispetto a quelle assegnate per i primi tre posti. Ne risulta che i risultati ottenuti a PyeongChang - 10 medaglie rispetto alle 306 in palio e senza tener conto degli ex-aequo - collocano gli azzurri in settima posizione, ben lontano dai primi. E come classifica per nazioni, solo al terz'ultimo posto.

%   Anni      Totale
 Med. Ass. 
 ORO   ARG   BRO   Tot. Med. 
 Italia
 Class. 
Naz.
 10,93% 1994 183 7 5 8 20
  8,19% 1992 171 4 6 4 14
  5,56% 2002 234 4 4 5 13
  4,90% 1998 204 2 6 2 10 10°
  4,37% 2006 252 5 6 6 11 10°
  3,62% 1988 138 2 1 2 5 10°
  3,27% 2018 306 3 2 5 10 13°
  2,72% 2014 294 0 2 6 8 16°
  2,71% 1984 117 2 0 0 2 12°
  1,94% 2010 258 1 1 3 5 15°

PIL - Altro contributo - stavolta limitato al 2018 - lo fornisce il raffronto tra numero delle medaglie vinte e le condizioni economiche fotografate dal PIL di ciascun paese. Limitandosi alle nazioni che a PyeongChang hanno vinto almeno 10 medaglie (quelle dell'Italia), al primo posto troviamo i "resti" della Russia (lo OAR che il CIO ha voluto mortificare fino in fondo vietando la bandiera nella cerimonia conclusiva) seguita dalla Germania e dal Canada. La Norvegia che ha dominato il medagliere, con un PIL superiore a 70.000 dollari, si colloca al 7° posto, precedendo gli Stati Uniti.

L'Italia, il cui Prodotto Interno Lordo è poco oltre 30.000 dollari, conferma più o meno la sua posizione collocandosi al 10° posto, anche se davanti a nazioni più prolifiche in termini di medaglie. Questi sono i parametri numerici (medaglie/PIL): 1. OAR 0,53; 2. Germania 1,35; 3. Canada 1,46; 4. Corea 1,62; 5. Norvegia 1,80; 6. Olanda 2,26; 7. Stati Uniti 2,50; 8. Francia 2,54; 9. Giappone 2,99; 10. Italia 3,05; 11. Austria 3,18; 12. Svezia 3,65; 13. Svizzera 5,28.

PUNTI - Ultima conferma per la posizione secondaria dell'Italia (dettaglio che sembra sfuggito al CONI) viene dalla classifica a punti che contempla i primi 8 (come dire gli atleti premiati col Diploma Olimpico). Utilizzando il sistema in uso presso la NCAA, l'organizzazione universitaria americana, basata sullo schema 10-8-6-5-4-3-2-1, abbiamo il seguento responso:

1. Norvegia 441,5; 2. Germania 377,5; 3. Stati Uniti 357,5; 4. Canada 352; 5. Francia 208; 6. Svezia 203,5; 7. OAR 200; 8. Olanda 199; 9. Giappone 194; 10. Corea e Svizzera 193; 12. Austria 188. L'Italia è più indietro con 157,5 punti.


16. GIORNATA - 25 FEB 2018

Uomini
BOB / A QUATTRO
1. Germania
=2. Germania
=2. Corea del Sud

HOCKEY
1. Olympic Athlete from Russia (OAR)
2. Germania
3.  Canada

Donne
CURLING
1. Svezia
2. Corea del Sud
3. Giappone

SCI DI FONDO / 30 KM TC
1. Marit Bjoergen (NOR)
2. Krista Parmakoski (FIN)
3. Stina Nilsson (SWE)

 

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