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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / OAR, Medioevo prossimo venturo

Domenica 28 Gennaio 2018

shipulin 2
Anton Shipulin con Vladimir Putin ai tempi di Sochi 2014.

di Giorgio Cimbrico

Da ANA a OAR, aspettando la prossima sigla che i sacerdoti incaricati di sorvegliare sulla virginale purezza dello sport nostro contemporaneo inventeranno per far gareggiare qualche russo, qualche russa. Dall’asettico Authorised Neutral Athletes registrato ai Mondiali di atletica di Londra siamo passati per Pyoengchang a Olympic Athletes from Russia, in cirillico OCR. E in qualche modo quell’esecrabile e diabolico nome torna a comparire. Ma la bandiera non sarà tollerata, neppure quella che un inguaribile patriota vorrà appendere nella stanza al Villaggio o tantomeno quella che un tifoso della vecchia e amata Rodina vorrà porgere a un vincitore o a chi ha conquistato un posto sul podio. La quarantena sarà applicata anche all’abbigliamento, pardon, al merchandising: nei negozi ufficiali niet a tutto quello che è griffato Russia. Tagliati becco e artigli all’aquila zarista riesumata da Putin.

Non so sino a quando andrà avanti questa faccenda che un po’ mi fa ridere e riporta a tempi biblici (quando nel gregge si cercava il maschione più appariscente e lo si sacrificava a Jahvé: il capro espiatorio) o a giorni in cui, sempre da quelle parti, predicava un intraprendente giovanotto che veniva da Nazareth: chi è senza peccato, scegli la prima pietra.

Quanto agli ammessi e ai dannati sarebbe bello aprire un dibattito: c’è gente (un paio sono i biathleti Shipulin e Yurlova) che non sono mai stati trovati positivi né finiti in zone d’ombra, ma i cui nomi compaiono in un elenco di Rodchenkov, deus ex machina del porto delle nebbie moscovita e ora esule negli Stati Uniti in regime di protezione testimoni. Il colonnello Abel non disse mai una parola, Rodchenkov ne ha dette tante.

Medioevo prossimo venturo, etichettavano un tempo i futurologi stendendo lo scenario che ci sarebbe toccato in sorte. Non hanno sbagliato: la caccia alle streghe è tornata trionfalmente di moda, ben sostenuta dal popolo urlante e rabbioso dei social media (una volta andavano compiaciuti ed eccitati ad assistere a roghi, impiccagioni, squartamenti) e in questo momento che non sto parlando soltanto di Casa Russia. Per fortuna un paio di magnifiche donne della nostra giovinezza, Catherine Deneuve e Brigitte Bardot, si è fatto vivo dicendo cose intelligenti, accolte nell’isteria generale.  

Sì, ne vengono in mente di cose: per rimanere nei Giochi invernali, quanto darebbe un collezionista per mettere le mani sulla giacca a vento nera con svastica che herr Adolf Hitler indossava quando dichiarò aperta l’Olimpiade di Garmisch Partenkirchen? Quante orribili parole pronunciate da Avery Brundage dovrebbe cancellare il Cio dai verbali delle sue riunioni? Quante medaglie olimpiche e mondiali sono stati costretti a rendere gli Stati Uniti che tra la fine del XX secolo e gli esordi del XXI non praticava il doping di stato ma in nome dell’intrapresa privata avevano organizzato una bella corporation?

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