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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Ziegfeld Follies sul 38* parallelo

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Venerdì 19 Gennaio 2019

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di Giorgio Cimbrico

Per anni ci hanno detto che in Corea del Nord sono tutti morti di fame, che la luce è fioca, che gli inverni sono freddi e disperati, che sui mostruosi viali di Pyongyang dalle corsie a doppia cifra circola soltanto qualche nera limousine avuta dalla Cina che a sua volta l’aveva ricevuta, già vecchia, dall’Unione Sovietica, e ora ecco il “pianeta proibito” arrivare in scena come una Ziegfeld Follies: una brigata di belle e ammiccanti cheerleaders, un’orchestra stile Glenn Miller che interpreta classici in chiave moderna, indossando colorati smoking, gli uomini, e imbriloccati vestiti in lamé, le donne. (Nella foto CIO, un inno alla gioia per il passaggio della fiaccola. E la neve?)

Tutti stanno per dirigersi a sud, varcando la frontiera più armata del mondo da due terzi di secolo. Una faccenda spiacevole che non si sarebbe verificata avessero lasciato mano libera a Douglas McArthur: un paio di bombe atomiche e tutto risolto.

Altro che dittatore: il giovane Kim XL è un impresario teatrale, ha un futuro a Broadway o a Londra dove se hai il copione buono stai in scena anche per vent’anni. E il Papa non deve più temere un conflitto nucleare, una terza guerra mondiale (la quarta, come disse Einstein, verrà combattuta con sassi e bastoni), ma semmai organizzare un incontro: a parte lo stile delle acconciature che portano sula testa, Kim e Trump sono magnificamente uguali, e non solo per il dato fornito dalla bilancia che li colloca entrambi nella categoria oltre il quintale. Fateli finire faccia a faccia e avrete il remake dei “Ragazzi irresistibili”.

In pochi giorni, dal lancio dei razzi, salutato da ghignanti generali che sembrano gli orientali cattivi dei fumetti di Milton Caniff, siamo passati alla sfilata delle bellezze nate oltre il 38° parallelo, all’invio di una delegazione sterminata con musicisti, ragazze pon pon, lottatori di taekwondo, giornalisti, pattinatori, giocatrici di hockey: dall’Armageddon possibile al Giardino delle Delizie, dal dottor Stranamore al volemose bene che chissà come si dice in coreano.  

Un mutamento di scenario così rapido da indurre a un dubbio, a un interrogativo. Dicono che Kim ami il cinema, specie quello americano. E se dopo aver visto uno di quei film in cui, immancabilmente, la Casa Bianca va in pezzi, avesse organizzato una grande trappola e la sua festante delegazione estraesse kalashnikov dalle custodie dei violini e raggi laser dai bastoncini lanciati in aria dalle sorridenti bellezze per andare alla conquista di Seul?

Altra domanda, più seria: ma Attilio Fontana da dove è uscito? Senza scomodare i classici (“di quei magri di cui Cesare diffidava”), a occhio direi dall’Alabama, dallo stato libero di Orange, perlomeno l’Alabama e l’Orange di una volta: bar, pisciatoi e bus per bianchi; bar, pisciatoi e bus (più scamuffi) per i neri.

Visto che qui si parla di sport (anche se ogni tanto qualche digressione è consentita dal tollerante direttore), è bene ricordare a chi aspira a governare la Lombardia che quasi tutti i record del mondo sono neri, che quasi tutta la NFL e la NBA sono nere, che la Francia e l’Olanda del pallone sono felicemente nere, che la nazionale di calcio svizzera, paese che sta a un palmo da casa sua (Varese), è il trionfo dell’integrazione: kosovari, albanesi, sudamericani, serbi, portoghesi, africani. Al prossimo lapsus dirà che in Svizzera sono tutti comunisti.

 

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