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Piste&Pedane / Cancellato Trekkenfild: solo un infortunio?

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Mercoledì 20 Dicembre 2017

giacobazzi 2

(gfc) Confesso che in primo momento ho stentato a credere a quanto scrive Daniele. Non credo che ci siano precedenti nella storia ultracentenaria della FIDAL (quella che Giulio Onesti definiva "la federazione") se non cercandoli negli angoli più nasconti degli anni tra le due guerre. Per questo voglio credere che la cancellazione di Trekkenfild dal sito di FIDAL-MI sia stato solo un equivoco, un fatto occasionale, uno scherzo dispettoso del digitale. E sono certo che tra qualche ora il giornale, con la sua voce e le sue libere opinioni, tornerà in rete. Casomai con due righe di scuse a nome di questa nuova Atletica 3.0. 

di Daniele Perboni

Martedì 19 dicembre. Ore 20,30. Nessuno in casa a disturbare. Decidiamo così di pestare i tasti del fido Mac per la consueta rubrica settimanale. Avevamo pensato di dare spazio al cross. Così, tanto per restare in tema con la stagione. Poche righe e il cellulare avvisa dell’arrivo di un messaggio. «Chi cazz. rompe a quest’ora?». È Walter che scrive testuale: "attento è sparito sul sito di Fidal-Mi Trekkenfild". (ricordiamo che il suddetto Trekkenfild è un foglio elettronico “inventato”, scritto e prodotto dal duo Perboni-Brambilla, spedito gratuitamente a circa trecento indirizzi mail e scaricabile dal sito della Federazione provinciale milanese).

Controllo. Ha ragione. La nostra risposta: "la censura ha colpito duro, sto scrivendo per Sportolimpico, ci metterò anche questa". Replica di Walter: "aspetta Viganò (ufficio stampa di Fidal Milano, ndr) non ha ancora risposto".

Lo so già perché non risponde. Ci eravamo scritti a mezzo WhatsApp dove avvisava che stava facendo un lavoro urgente. Neppure il tempo di fiatare ed ecco che Walter richiama. Dice che gli ha risposto (Viganò) accennando a problemi milanesi. È incazzato nero, promette fuoco e fiamme. «Domattina però, ora sto entrando al cinema».

Ecco, questa è la politica federale: se qualcosa ti da fastidio, inegnati di toglierlo di mezzo. Nulla deve disturbare il manovratore. Segno che il nostro articolo sul muro di Berlino e sul controllo che la Federazione vuole esercitare sulle dichiarazioni di atleti e dirigenti era nel vero e ha fatto rivoltare lo stomaco a più di un dirigente. O a qualche servo sciocco? Per ora è tutto. Promettiamo di approfondire.

Dopo questo preambolo e torniamo alla realtà. Ecco le scarne righe sul cross, così come le avevamo “buttate giù” come si dice in gergo. Non abbiamo voluto andare oltre. Troppo schifati.

E' ancora il caso di parlare di Cross?

Lo spunto per queste righe ci è venuto rileggendo gli appunti che avevamo steso nella zona mista degli Europei di cross a Samorin. I ragazzi dell’Under 20 sono tutti raggruppati per la consueta intervista. Nell’attesa qualcuno (in verità è il nostro consueto compagno con cui condividiamo decenni di trasferte, …) chiede come è andata. Il primo a rispondere è Alessandro Giacobazzi, classe 1966, da Pavullo nel Frignano, in quel di Modena (nella foto Colombo/Fidal). Allenato da Mauro Bazzani, nel 2017 ha vinto tre titoli italiani "promesse" (10.000, 10 km e mezza maratona), conquistando poi il successo nella maratona di Torino, alla sua seconda esperienza sulla distanza, con il tempo di 2h15:25. In Slovacchia si è beccato quasi un minuto dal vincitore, il francese Gressier. «È stata durissima. Rispetto alla maratona il cross è tutto un altro sport».

Ahi, proprio un altro sport. Sembra veramente così, guardando le classifiche del campionato continentale. Già, perché nei primi cross stagionali si è notata l’assenza di atleti di levatura nazionale. A dir la verità anche di tutti gli altri. Che dire poi della presenza di italiani di vertice nelle prove internazionali del Campaccio e della Cinque Mulini? Analizzando in profondità si ben comprende, dunque, il perché di una simile debacle.

Eppure come sembrano lontani i tempi in cui la stessa Federazione osteggiava chi voleva impegnarsi in questa dura disciplina. Risale infatti al 1966 il volumetto (64 pagine) dal titolo "Corsa campestre, scuola di campioni - I Cross Country in Italia e nel Mondo - Nel giubileo del Campionato italiano". Autori Bruno Bonomelli e Emanuele Carli, uscito a Verona, per i tipi della Stamperia Zendrini.

Un passo all'indietro lungo più di cinquant’anni?

 

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