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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / RAI, quattro passi nel regno del grigiore

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Martedì 19 Dicembre 2017

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di Giorgio Cimbrico

Nel centenario della nascita di quel meraviglioso gentleman, di quel raffinato giornalista che era Alberto Giubilo (gli stalloni, le giumente e i loro prodotti non avevano segreti per lui), mi sto domandando dove sia finita la Rai che non ha i diritti per i Mondiali di calcio, trasmette poco più di un terzo degli appuntamenti di F1, non ha la Champions, è spesso assente alle aste per assicurarsi grandi eventi che potrebbero anche interessare a chi ama lo sport e non solo il nazionalismo d’accatto -- i prossimi Giochi Olimpici Invernali, tanto per fare un esempio, andranno su Eurosport – e tratta con l’indifferenza dovuta a una corsa nei sacchi il 6 Nazioni di rugby, al centro di scontri degni della Guerra dei Trent’anni tra Bbc, Sky, Itv con poste da 300 milioni di sterline.

A occhio, credo sia il risultato di una progressiva decadenza, di un asservimento alla politica, di una spartizione dei posti e di inauditi privilegi, a cominciare dagli emolumenti e dai relativi stipendi, di un abbassar la testa di fronte a chi, ben sostenuto da masnadieri, può spadroneggiare imponendo porcherie che vanno in onda. Rimanendo nel nostro campo, gli sceneggiati (io li chiamo ancora così) su Dorando Pietri e Mennea Pietro. Ma anche quelli su Coppi e Bartali non erano meglio. Speriamo si fermino, che abbiano pietà.

La Rai è diventata il regno della mediocrità, del grigiore (avete mai valutato quella loro grafica con le ragnatele o da legare alla tv magiara anni Sessanta?), del carrierismo, della nomina ai suoi vertici assoluti o di settore a personaggi che, per usare una magnifica battuta di Cher in un vecchio film “dagli due mani e non si trova il culo”. Ero a Londra, ad agosto, quando arrivavano i dati positivi sui Mondiali di atletica offerti in diretta e su un canale vero, praticabile. Erano buoni, molto buoni, e non mi stupivo perché sono cresciuto con un’altra Rai, quella che dava in diretta, per lunghe ore, la Coppa Davis, la Coppa Europa di atletica, Piazza di Siena, la Coppa dei Campioni di basket e molte altre cose ancora.

So già che molti possono mettermi la mordacchia, come fecero con Giordano Bruno prima di metterlo al rogo, e dirmi di svegliarmi, che il mondo cambiato, che è arrivato Berlusconi e poi Sky, Eurosport, Discovery e che tutto è diventato terribilmente difficile e io provo anche a comprendere, a battere la strada della tolleranza. Ma subito dopo divento arcigno quando vengo a sapere che in una società capitalista come quella inglese, la Bbc manda in onda l’87% di proprie produzioni e la Rai è sotto quota 50%, e quando prendo visione di un succedersi di promozioni, assunzioni, prese di potere che nulla hanno a che fare con la competenza.

Il risultato finale è un mostro dai troppi volti: servizio di stato privatizzato, spezzettato, popolato di burocrati, di improvvisati manager,di cosiddette star o anchorman o come cavolo si chiamano che godono di guadagni fuori scala per le protezioni che godono dalle sponde politiche da cui provengono. Di solito, a uno di questi, per buona giunta, affidano anche Sanremo.

Non amo il populismo, lo detesto, però qualche domanda me la faccio: tra stipendi da carabiniere, poliziotto, soldato etc, quanto viene a costare uno o una di quelli o quelle che fanno la coppa del mondo di sci nordico e quanto viene a costare allo sport britannico Andrew Musgrave, quarto ai Mondiali, terzo l’altro giorno a Dobbiaco? Musgrave è di Poole, costa del Dorset, dove nevica una volta ogni tanto, si è allenato per i fatti suoi in Scozia, alle Shetland e ultimamente sta con i norvegesi. I risultati si vedono. One man team, come Eddie Edwards, detto the Eagle.

Si potrebbe anche aprire un dibattito sul modello italiano, cosa ne dite? O preferite affidarvi a Lotti?

 

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