Italian Graffiti / Niente doping a Torino 2006, ma restano altre ferite
Domenica 17 Dicembre 2017di Gianfranco Colasante
Non se ne sono accorti in molti, ma nell'offensiva contro il doping russo passato e presente, il CIO ha trovato modo e tempo per informare che, dopo oltre dieci anni, si è finalmente concluso il programma di ricontrollo dei campioni biologici raccolti durante i Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006. Non male come tempistica. Infatti, lo scorso 13 dicembre, il sito del Comitato ha pubblicato una breve nota che, sotto il titolo "Reanalysis from Turin 2006 completed without any positive cases", afferma: "The IOC confirm that the reanalysis of all samples taken during the 2006 Olympic Winter Games in Turin has been completed, and this reanalysis did not result in any positive cases. There are no ongoing proceedings and this reanalysis process in now definitively closed". Si mette così la parola fine a una vicenda che all'epoca aveva sollevato non poche polemiche.
Come si ricorderà, il 28 gennaio 1999 come candidata ai Giochi il CONI aveva scelto Torino nei confronti di Venezia-Dolomiti (un'altra candidatura, quella di Tarvisio alla testa di un consorzio misto Italia, Slovenia, Austria s'era persa per strada) e, nel giugno successivo il CIO aveva assegnato l'edizione 2006 all'ex-capitale. Agli estusiasmi iniziali vennero però presto a sovrapporsi difficoltà di varia natura, da quelli economici a quelli più tecnico/organizzativi e, marcatamente, di difficili rapporti tra le diverse componenti.
Se i primi si poterono risolvere con una legge di finanziamento triennale e altre provvidenze, tra cui una lotteria istantanea, per i secondi si rese necessaria la nomina, nel settembre 2004, di un “supervisore ai Giochi” che il secondo governo Berlusconi individuò nel sottosegretario ai Beni culturali con delega allo sport Mario Pescante, già presidente del CONI dall'estate 1993, costretto alle dimissioni nel settembre 1998 per una vicenda legata a mancati controlli anti-doping del laboratorio romano.
Ma sempre in tema di doping, un significativo intervento riguardò l’emanazione, avvenuta il 27 gennaio 2006, a pochi giorni dall'apertura, di un decreto dell'allora ministro della salute Francesco Storace che per il periodo 1° febbraio / 31 marzo “congelava” gli effetti penali delle norme sull’uso di droghe come stabilito da una legge dello Stato. Una decisione liberatoria che non mancò di alimentare feroci polemiche politiche più che sportive, col fronte del centro-destra chiamato sul banco degli imputati.
Malgrado questo, a Torino - come era già avvenuto ad Atene 2004 - il fantasma del doping aleggiò a lungo sulle piste olimpiche piemontesi. Con qualche risvolto poco chiaro come l'irruzione dei carabinieri, avvenuta nella seconda settimana dei Giochi, nei quartieri di allenamento della squadra austriaca con il sequestro di medicinali e attrezzature sanitarie. Come in ogni giallo che si rispetti, non mancarono rocambolesche fughe notturne e insistite rogatorie internazionali, ma su tutta quella faccenda ora il CIO stende il manto dell'assoluzione generale.
Agli archivi resta così solo un caso, sanzionato con la squalifica, che riguarda la biathleta russa Olga Pylyova privata della medaglia d'argento ottenuta nella 15 km, rea di aver assunto uno stimolante, il Carphedon. Se vogliamo, un gran passo in avanti rispetto agli scandali di Salt Lake City di quattro anni prima con le squalifiche multiple dei fondisti Johann Muhlegg, un tedesco naturalizzato spagnolo, e le due russe lga Danilova e Larisa Lazutina che avevano fatto incetta di medaglie.
Ma altri sono stati gli atleti incappati nella rete dei controlli. Poco prima dei Giochi almeno 12 fondisti, trovati con alti valori di ematocrito fuori norma, erano stati puntii con cinque giorni di sospenzione:
Alen Abramovic (Croazia) - Sci di fondo
Sean Crooks (Canada) - Sci di fondo
Sergey Dolidovich (Bielorussa) - Sci di fondo
Jean-Marc Gaillard (Francia) - Sci di fondo
Pavel Korostelyov (Russia) - Sci di fondo
Alexandr Lazutkin (Bielorussia) - Sci di fondo
Nataliya Matveyeva (Russia) - Sci di fondo
Nikolay Pankratov (Russia) - Sci di fondo
Kikkan Randall (Stati Uniti) - Sci di fondo
Evi Sachenbacher-Stehle (Germania) - Sci di fondo
Robert Teklemariam (Etiopia) - Sci di fondo
Leif Zimmermann (Austria) - Sci di fondo, non ha gareggiato
A seguito dell'indagine dei carabinieri, vennero colti con le mani nel sacco (nello specifico, accusati di seguire un programma per illecito "arricchimento" dei valori del sangue) altri sei atleti, quattro fondisti e due biatleti (per tutti loro il piazzamento migliore risultò il quarto posto di Perner nella 10 km):
Roland Diethart (Austria) - Sci di fondo
Johannes Eder (Austria) - Sci di fondo
Wolfgang Perner (Austria) - Biathlon
Jurgen Pinter (Austria) - Sci di fondo
Wolfgang Rottmann (Austria) - Biathlon
Martin Tauber (Austria) - Sci di fondo
Per concludere questo capitolo, si può ricordare che altri cinque atleti vennero esclusi preventivamente a seguito di controlli antecedenti i Giochi: due bobisti brasiliani [sic!], un hockeista canadese, uno slittinista statunitense e un altro bobista monegasco. Sanzioni quasi folckoristiche rispetto ai 105 atleti russi squalificati ai Giochi Invernali.
Chiuso il capitolo doping, sul tavolo di Torino 2006 restano aperti molti altri dossier. Come il recentessimo fallito tentativo di "liberare" il Villaggio Olimpico - destinato nelle intenzioni a diventare un polo universitario di eccellenza - dalle centinaia di clandestini e presunti rifugiati che lo occupano da oltre dieci anni. E che, all'arrivo delle forze dell'ordine, si sono barricati all'interno mandando all'aria lo sgombero, rinviato sine die.
Come la sorte opaca degli impianti sulla cui sorte e il cui utilizzo non è mai stato fatto uno studio completo. Dalla smantellata pista per il Bob e lo Slittino di Cesana ai quattro trampolini che si ergono nella solitudine del nulla di Prà Gelato. Senza volersi riferire ai conti in rosso lasciati in eredità alla città. Ma sembra che da allora tutto sia rimasto congelato (tanto per restare in tema) al 2006, vista la recente proposta del sindaco Chiara Appendino di candidate di nuovo Torino per i Giochi Invernali del ... 2026.
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