Italian Graffiti / Oddio, mi si e' sbiancata la Nazionale
Domenica 8 Ottobre 2017di Gianfranco Colasante
La Nazionale - partita per spezzare le reni alla mediocre Macedonia (n 103 del ranking FIFA) - è andata in bianco. Nel senso più pieno, del risultato e della maglia (nella foto FIFA, Ciro Immobile). Al di là dello sconsolante pareggio dell'ex-Comunale - la casa degli Invincibili del Toro cui oggi è dedicato - l'1-1, secondo Giorgio Chiellini, è dovuto alla scarsa "spensieratezza" della squadra (Dio ne guardi, ... più di quella che ci avete fatto vedere? ...). Ora le sorti della Patria sono affidate alla trasferta di Shkoder dove ci attendono ad ali spiegate le aquile d'Albania. Ieri sera, a ventiquattro ore dalla farsa, c'era in TV chi esultava perchè per nostra fortuna il Belgio aveva fermato la Bosnia, spianandoci in tal modo la strada dei play-off verso la fatale Mosca. Vincere, e vinceremo, un vecchio detto non proprio fortunato.
Una farsa? Lasciamo agli esperti - e sono proprio tanti e molto sussiegosi - le valutazioni del caso, senza entrare nel merito delle perdite (60 milioni?, 120?) che si abbatterebbero sul paese peggio dello spread in caso di fallita qualificazione. E torniamo al bianco di cui sopra. Dicevamo in bianco in quanto la Nazionale è scesa in campo, svelata per la prima volta, con la nuova divisa prodotta dalla Puma.
Maglie bianche lucido neanche fossimo l'Inghilterra o la Germania, con qualche timido inserimento d'un celestino smunto, tanto per non dimenticare chi eravamo, ma soprattutto con pantaloncini blu navy (non azzurro), come fanno sapere orgogliosamente da Via Allegri. E senza cancellare il tricolore sul petto, ma ridisegnato e sormontato dalle quattro stelle (anche se sono certo che, se dovessero decidere le varie Boldrini e i generosi progressisti alla Fiano, le prime due le avrebbero già eliminate in quanto simboli di un vergognoso passato). E pensare che quell'azzurro non l'aveva abrogato neppure il Fascismo che pure verniciava tutto di nero.
Se vogliamo, per la nuova maglia non ci poteva essere esordio peggiore. Anche perchè quella scelta è un vero strappo alla tradizione e, soprattutto, uno schiaffo a mano aperta al residuale buon gusto. Ma sai quante ne venderemo di queste nuove maglie, si saranno detti i solerti strateghi federali stropicciandosi le mani in vista del bilancio consolidato da presentare proprio in queste ore. L'azzurro, pardon il celeste, gli stilisti della FIGC l'hanno lasciato solo al malcapitato Gigi Buffon, forse in omaggio anticipato ai suoi imminenti 40 anni.
Presi come sono tutti dal dibattito se domani sarà meglio affrontare gli eroici eredi di Scanderbeg schierando un azzardato 4-2-4 o un più furbo 3-4-3, è parso un po' isolato il povero Gian Piero Ventura, il malcapitato allenatore che sulla bollente panchina (ma lui sta sempre in piedi) dovrebbe restare fino al 2020. Il solo ad aver ricordato che di più non si può fare, perchè ormai nelle nostre squadre di club non giocano più di due italiani per volta. E neanche sempre. Ma dai, Ventura, vallo un po' a dire al basket e alla pallavolo, semmai.
Come direbbe il direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti, uomo di cultura e di cinema: "è il mercato, bellezza". Il mercato prossimo venturo, che sta già per riaprire, e non vediamo l'ora, con interi canali TV dedicati. C'è addirittura chi auspica un mercato no-stop, tanto poi non controlla nessuno e chissenefrega dei debiti. Fatevene una ragione, e al diavolo maglie azzurre e tradizioni più che centenarie. Siamo pratici, guardiamo al sodo, ... a Mosca, a Mosca.
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