Saro' greve! / Sapere di sport: poca RAI ma pagine politiche
Lunedì 19 Giugno 2017di Vanni Lòriga
Questa volta non sarò “greve”, ma grevissimo. Come si evince dal titolo, intendo parlare della Rete Televisiva di Stato, la famosa RaiSport. Come tutti sanno i canali erano due; sono ancora due ma tramettono lo stesso programma. Il tutto in coincidenza con il pagamento forzoso del canone. Non sono contrario a questa soluzione, anche perché a casa mia si è sempre versato il dovuto, sin dal 1932 quando mio padre Ferdinando portò a casa una radio a galena. Erano i tempi dell’EIAR. Da allora ne abbiamo sentito, e poi visto, di tutti i colori. Parlavo di RaiSport. In questi giorni di tropicale calura ho ritenuto opportuno limitare le uscite di casa e mi sono interamente dedicato alla professione di teleutente. Ho così preso atto che appena un terzo del tempo (dalle 05,00 in poi) è dedicato alle dirette. Il resto tratta un po’ di tutto.
Il prevalere delle repliche (datate)
Preferite le repliche di vecchie partite di calcio alternate alla ripetizione delle tappe del Giro d’Italia. Poi rubriche dai nomi trasparenti (Memory, Come eravamo) ed infine una mitragliata di servizi stranieri, in lingua originale con sottopancia in italiano, soprattutto riservati alla Mountain Bike ed al BMX (tutti sanno che si tratta del famoso Bicycle Motocross che, come noto, non si fa in moto ma con apposite biciclettine).
Vedendo queste cose sono rimasto alquanto sorpreso. Mi sono chiesto se la RAI sia o no un servizio pubblico e se fra i suoi compiti non ci sia anche quello di “migliorare” il livello culturale degli Italiani. La risposta è giunta prontissima dal nuovo Direttore Generale della stessa RAI. Mario Orfeo, dopo averci rassicurato che non verrà introdotto nessun tetto agli stipendi (meno male; mi ero messo una paura …) annuncia nuovi canali digitali su Rai Radio.
Servizio pubblico e cultura
Se avessi l’onore di poter conferire con lui. gli porrei una precisa domanda. La seguente: “Non ritiene che sarebbe opportuno coprire i tempi morti fra le varie dirette con un po’ di Storia dello Sport? Al posto di servizi, sempre gli stessi, del ciclocross islandese e di BMX californiano, non sarebbero più istruttivi film come Olympia di tale Helene Bertha Amalie Riefenstahl, nota Leni? Oppure La Grande Olimpiade di Romolo Marcellini? O Momenti di Gloria (Chariots of Fire), numerosi premi Oscar? E tanti altri di cui potrei fornire l’elenco…”.
E ancora. “Durante le cronache dirette non sarebbe utile spiegare qualcosa che serva ad illuminare il telespettatore? Sono appena terminati gli Europei di scherma e mi chiedo chi, oltre agli addetti ai lavori, possa capire qualcosa di uno sport glorioso ma per molti misterioso? Non sarebbe possibile preparare brevi filmati in cui si spieghi, magari, cosa siano le parate di seconda, di terza, ecc.? E ricorrere alla moviola per ricostruire un’azione? E ci sarebbero tante cose da recuperare, dai mondiali di atletica a quelli di nuoto. Perché non dare uno sguardo a RaiStoria? Nel campo è un modello”.
Gli indimenticabili ragazzi della Via Pal
Si potrà obiettare che per fare questa roba ci vuole gente. Non lo metto in dubbio ma consultando l’Annuario USSI mi pare che il personale non manchi. Anche se mi tornano in mente i Ragazzi della Via Pal, tutti ufficiali ed un solo soldato semplice.
Se in TV poco si viene a sapere di sport, a parte ciò che vediamo, la terminologia cara agli agonisti va invece di gran moda nelle cronache dedicate alla politica.
In questi giorni di elezioni comunali abbiamo letto di “arrivi al fotofinish; di lotteria dei rigori (ai ballottaggi); di duellanti pensionati (Prodi e Silvio); di troppa confusione a centro campo; di due in lotta; di testa a testa; di calcio d’inizio per la campagna referendaria in Catalogna con il piede di Guardiola a toccare per primo palla; di tutti pancia a terra in vista del ballottaggio; che anche in Germania c’è un gruppo di testa; che in certi casi bisogna far ricorso alla ‘prova TV’; che fra i 5Stelle non c’è gioco di squadra; che siamo al primo tempo della partita e c’è da pedalare per vincere”. E l’ultima affermazione mi pare ottima unione civile tra calcio e ciclismo.
Chi non cambia sport ma sicuramente squadra è Valentina Vezzali, che lascerà Monti per Forza Italia. Mi pare giusto: in tempi non sospetti aveva dichiarato che da Silvio lei si sarebbe fatta comunque “toccare”. E qui è necessario spiegare cosa significhi, nella scherma, il verbo “toccare”. Questo, per esempio, potrebbe chiarire RaiSport. Ce n’è roba da fare nel campo della terminologia.
PS (come al solito riservato alla notizia più importante) – La telecronaca di venerdì scorso dagli Europei di tuffi è stata brutalmente interrotta proprio quando Batki e Verzotto stavano saltando per il bronzo. Il tutto per passare la linea alla scherma dove si affrontavano, con calma e per il terzo posto, Ucraina e Russia. Il tutto ha leggermente incrinato la collaudata calma del signorile cronista Stefano Bizzotto ed ammutolito la voce tecnica di Tania Cagnotto.
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