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Piste&Pedane / La guerra intestina che si poteva (doveva) evitare

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Lunedì 5 Settembre 2016

corsa

di DANIELE PERBONI

Giovedì 1 settembre, ore 18,30. Sono lì, spaparanzato sul divano di casa, quando il fedele MacBook mi segnala che ha scaricato qualcosa dalla posta elettronica. Finisco la pagina del libro appena iniziato (“54” del collettivo Wu Ming), leggo la mail, è un comunicato stampa della FIDAL Lombardia, e mi incazzo. E non poco. Già l’umore non era di quelli giusti pensando al “pasticciaccio” combinato con il cambio d’allenatore di Alessia Trost: da Gianfranco Chessa a Marco Tamberi.

Operazione iniziata male, gestita peggio e finita nel guano. Sui social si sono scatenate le guerre fra i sostenitori dell’uno e dell’altro. Chi avrà ragione? E chi ha dato la stura a questo polverone? Almeno questo sembra sia chiaro: Giovanni Malagò, presidente CONI, che a cuor leggero ha rivelato alla stampa l’operazione mentre questa era ancora in via di perfezionamento. Apriti cielo! Accuse da ambo le parti. Tamberi con una lunga lettera su Facebook ha spiegato le sue ragioni,

Chessa ha commentato con testuali parole: “La somma di falsità riportate non merita risposta”. La FIDAL, pilatescamente e quando già la guerra infuria, sembra correre ai ripari con un comunicato pubblicato sul suo sito. Comunicato che Gianfranco Chessa non condivide e per protesta rifiuta l’European Coach Award, un premio istituito dalla Federazione Europea per gli allenatori maggiormente distintisi nell’anno. Lapidario il suo commento finale: “Passo e chiudo”. Decisamente una situazione imbarazzante e non certo degna.

Ma dicevamo della mail arrivata. Ecco l’inizio: “(…) nella Sala Alessi di Palazzo Marino alla presentazione di  “Run with Roma 2024 corsa su strada competitiva di 10 km che avrà luogo sabato 10 settembre 2016 (…) La gara, organizzata in contemporanea nelle 12 città italiane inserite nel dossier Olimpico (Bari, Bologna, Cagliari, Genova, Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Udine e Verona) dal Comitato promotore per Roma 2024, in collaborazione con il CONI e con la FIDAL, vuole ricordare, un anno prima della scelta ufficiale della città che ospiterà i Giochi Olimpici del 2024, la vittoria di Abebe Bikila alla Maratona Olimpica di Roma 1960”.

… Ancora 'sta storia della candidatura? E poi che c’entra una corsa su strada? E ricordare la vittoria di Bikila a Roma ’60? Un anno prima poi! Ma chi crede di influenzare la FIDAL? Vabbè che Giomi deve pagare dazio a Malagò, ma questa era una “marchetta” che poteva tranquillamente evitare. Impegnare risorse economiche e umane (anche se poche o nulle) per allestire questa buffonata mi sembra eccessivo. Volete organizzare una corsa su strada per far conoscere l’atletica al grande pubblico (e a chi, ai tapascioni? quelli che pensano solo a correre fra di loro, abbuffarsi e non sanno neppure dove abita l'atletica in pista?), fatelo, ma lasciate riposare in pace Abebe (Bikila chi? Al massimo conoscono Calcaterra e ora Catherine Bertone) e non prendete a pretesto una candidatura che, sappiamo tutti, non andrà a buon fine.

Qualcuno crede seriamente che i “Gran Visir”, che l’anno prossimo a Lima saranno deputati a scegliere la città olimpica del 2024, possano lasciarsi impressionare da queste sgambate cittadine? Oppure si pensa che l’acclamazione a furor di popolo di Roma olimpica possa spingere sul podio la capitale d’Italia? Ma dai! Restiamo seri, per favore. Lo scrivente non è in grado di fare valutazioni e analisi approfondite sul dossier olimpico e sulle possibilità di successo, questo difficile compito lo lascio volentieri a teste più pesanti, e pensanti della mia, ma sicuramente sa che le possibilità di una eventuale vittoria scemano sempre più man mano che passano i giorni. La maretta (?) o ciclone in Campidoglio non lasciano presagire nulla di buono, … Sbagliamo?

Alla FIDAL chiederei (e non penso di essere il solo) di non lasciarsi coinvolgere in codeste “beghe” e di pensare seriamente a risolvere ben altri e più seri problemi che dovrà affrontare nel prossimo quadriennio. Lo abbiamo già detto e scritto, anche su questo giornale on-line. La congiuntura negativa che sta attraversando l’atletismo italico è una crisi carsica, figlia anche di scelte politiche sbagliate che vengono da molto lontano. Al prossimo nome che uscirà vincitore dalla contesa elettorale, spetterà un compito immane e non certo piacevole. Si dovranno effettuare scelte dolorose se vorranno essere incisive. Non abbiamo la soluzione sotto mano, come pensiamo non l’abbiano neppure tutti i candidati, ma si dovrà pur partire da qualche punto.

Proviamo a suggerire? Ma suggeriamo, dai, sbilanciamoci: perché non provare a copiare da altre realtà che già hanno prodotto buoni frutti? Francia, Gran Bretagna? Così, tanto per buttar lì qualche nome. Si dirà: altri ambienti, altre politiche sociali. Tutto vero. Ma perché almeno per una volta cerchiamo di non fare i primi della classe e chiediamo aiuto? Non ricordo più chi, ma qualcuno diceva: “non si inventa nulla, basta copiare dai migliori”. Occorre però copiare bene, altrimenti “al tacon l’è peg che’l bus” (la toppa è peggio del buco, …).

 

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