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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Giochi Olimpici Estivi - 1928

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1928 Amsterdam

Giochi della IX Olimpiade


1928


(gfc) Alla conclusione dei Giochi dei Parigi, la crisi dell’organizzazione sportiva italiana si era riproposta con tutte le sue incognite. Mancavano soldi e assicurazioni per il futuro. Dei vecchi dirigenti, sulla breccia restava solo il conte Bonacossa, che però declinava ogni invito ad occuparsi del CONI in prima persona, tanto da respingere anche l’invito in tal senso giunto da Mussolini. Era nel suo stile: estraneo a lusinghe politiche, incapace di compromessi.

Da quell’incertezza emerse infine la personalità di Lando Ferretti, un giornalista di modesta statura ma di grande energia, che s’era fatto le ossa in Gazzetta. Negli ultimi giorni del 1925 Ferretti venne eletto presidente del CONI: era l’ultima consultazione democratica dello sport (dopo di allora, di elezioni nel mondo dello sport, si riparlerà solo nel 1946). Nel giro di pochi mesi Ferretti poteva annunciare che il Governo aveva stabilito di assegnare al CONI l’intero 5% della tassa sugli spettacoli sportivi. Sul bilancio statale la previsione di spesa a favore dello sport, per il triennio 1926-28, superava i 2 milioni di lire. Un salto in avanti.

La squadra inviata in Olanda da Ferretti contava su 171 uomini e 17 ragazze (ma in 25 non scesero in gara). Non si lesinò sull’abbigliamento: i maschi, oltre al costume di gara, vennero forniti di una divisa da riposo (camicia e cravatta azzurra, pantaloni bianchi e jersey a sei bottoni con stemma sabaudo, più una sbarazzina “bustina” di foggia militare); alle ragazze, tutte giovanissime, non si negò la civetteria di una cravatta e di un corto gonnellino a pieghe su castigate calze bianche. Considerato l’alto costo degli alloggi, la squadra (che raggiunse Amsterdam in treno) fu ospitata sul “Solunto”, un piroscafo passeggeri della capitaneria di Genova che venne ormeggiato nel canale di Coehaven. Le cabine della nave accolsero 174 atleti e 47 dirigenti (tra cui lo stesso Ferretti). Sulla banchina erano stati sistemati alcuni attrezzi per gli allenamenti, considerato che la nave distava cinque chilometri dal centro cittadino.

Malgrado le speranze, i risultati agonistici non risultarono pari alle attese, anche se il bilancio finale poteva contare su 19 medaglie (7 d’oro, 5 d’argento e 7 di bronzo) che collocavano gli azzurri, più o meno, nella stessa posizione di quattro anni prima. L’affermazione più apprezzata arrivò dal Quattro con della “Pullino” di Isola d’Istria, quattro operai ventenni che, da neofiti e in poco più di un anno, riuscirono a vincere prima il titolo europeo e poi quello olimpico. Fece più tenerezza che sensazione, il secondo posto delle ragazze della “Ginnastica Pavese”, bambine più che adolescenti, che riportarono a casa, con grazia, la nostra prima medaglia olimpica femminile.


La scheda di Amsterdam 1928


Date: 17 Maggio / 12 Agosto 1928.
Nazioni presenti: 46 (vincitori di medaglie: 33).
Atleti partecipanti: 3014 (2724 uomini, 290 donne).
Apertura ufficiale (28 Luglio): S.A.R. Principe Hendrik di Olanda.
Giuramento degli atleti:
Programma tecnico: 16 sport, 109 gare.
Medaglie assegnate: 330 (111 Oro, 109 Argento, 110 Bronzo).

Membri italiani del CIO: on. Carlo Montù (dal 1913), marchese Giorgio Guglielmi (dal 1919), conte Alberto Bonacossa (dal 1925).
Presidente del CONI: on. Lando Ferretti.
Capo delegazione: on. Lando Ferretti.
Sede della delegazione: Piroscafo “Solunto”, ormeggiato nel canale di Coenhaven. [1]
Alfiere della squadra: Carlo Galimberti (Pesistica).
Attaché: P. Loeb van Zuylenburg.

Atleti italiani in gara: 163 (145 uomini, 17 donne).
Riserve o non entrati: 25.
Medaglie vinte: 19 (7 Oro, 5 Argento, 7 Bronzo).
Atleti italiani vincitori di medaglie: 68 (56 uomini e 12 donne).
Ufficio stampa: Nino Salvaneschi.


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[1] I cavalieri a Hilversum e i velisti, per proprio conto, in albergo.

 

 

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