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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Focus / Il calcio che affonda si aggrappa al "biscotto"

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Venerdì 26 Giugno 2015

u-21

Come già accaduto per Londra 2012 (quando fu eliminato dalla ... Bielorussia), il calcio italiano resta fuori dai Giochi. A ben vedere, specie dopo la bella vittoria sulla favorita Inghilterra (3-1), non l'avrebbe meritato. Ma la squadra ricostruita da Gigi Di Biagio ha compromesso tutto nelle prime due partite, contro Svezia (1-2) e Portogallo (0-0). I "passi" per Rio 2016, quattro posti, li staccava il Campionato Europeo U-21 in svolgimento nella Repubblica Ceca. Essere così fuori dalle semifinaliste è una condanna per tutto il sistema che da tempo ha abiurato alla cura dei vivai per immolarsi sui banchi di un "mercato" dai contorni opachi e discutibili. Nè vale ricordare che l'eliminazione dell'Under 21 segue le analoghe bocciature della Under 19 e della Under 17, mentre nell'anno si aspetta ancora una vittoria della Nazionale maggiore. Ma quello che più interessa sottolineare è la reazione dei giornali e delle televisioni che, di fronte al pareggio tra svedesi e lusitani (1-1), risultato che ci rimandava a casa, hanno richiamato - senza pudore alcuno - il solito "biscotto". Cioè quell'accordo malandrino che viene sempre evocato per giustificare le nostre sconfitte.

Strano ambiente, quello del calcio italiano, malato e maleodorante, ma che proprio per questo vede il mondo attorno a sè attraverso le lenti della malafede e del complotto. Proprio come accade da noi. Sono infatti ancora fredde le manette ai polsi di un altro gruppo di corrotti e corruttori dalla serie B in giù, appena entrati in carcere; si è perso il conto dei processi sulle scommesse e sulle partite aggiustate e vendute; non si sa più se i nuovi campionati partiranno e con quali squadre: ma l'orgoglio patrio si indigna di fronte al pareggio-complotto tra Svezia e Portogallo, tra l'altro materializzatosi all'89' e su deviazione improvvida di un difensore. In coro si invoca il "biscotto" a nostro danno, quell'accordo malandrino per farci del male. Proprio contro di noi, così ligi alle regole e alla morale nello sport (e non solo). E così tutto il sistema si autoassolve, abbandona le "banane" e le "lesbiche" e si aggrappa al salvifico "biscotto". Che volete, bisogna pur andare avanti.

Il "biscotto" è un'invenzione totalmente italiana. Si materializzò in forma concreta agli Europei del 2004 (quelli vinti dalla ... Grecia), anticipato in diretta TV dall'allora presidente federale Franco Carraro (lo stesso di Italia '90 e, ora, di Roma 2024). L'Italia di Trapattoni venne eliminata nella fase a gironi, dopo una spedizione contrassegnata da gravi errori tecnici e da feroci polemiche per il lussuoso "resort" scelto per ospitarla. Carraro evocò il pareggio tra Danimarca e Svezia come la causa della nostra eliminazione. Dimenticando il mediocre 0-0 contro i danesi (con Totti squalificato per tre turni per aver sputato in faccia a un difensore) e l'1-1 contro gli stessi svedesi. Il 22 giugno 2004, ad Oporto, l'incontro tra Danimarca e Svezia finì sul 2-2, guarda caso, con rete svedese ... all'89'. L'Italia venne eliminata per il numero inferiore dei gol. Ma tutto fu giustificato in nome del "biscotto" e si voltò pagina. Per non dover cambiare nulla. Il calcio italiano vive di queste storie, mentre affonda giulivo nella melma del malaffare e della corruzione.  

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