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I sentieri di Cimbricus / Il ragazzo del doppio giro

Martedì 21 Maggio 2024

 

tecuceanu 

Catalin Tecuceanu, dai magnifici piedi e dall’azione calligrafica, è stato spesso sbrigato da critici superficiali come tatticamente indisciplinato e per di più dotato di una base poco veloce. Ghidini è ponto a scommetere che non è vero.

Giorgio Cimbrico

Gianni Ghidini, veronese di uno paesi che, nel nome, risentono dell’antico potere dei signori della zona, è un grande allenatore della distanza più affascinante e delicata: gli 800 sono una linea di confine, uno scenario di lotta, una mischia di gomiti. Venissero coperti in corsia, Michael Johnson sarebbe il primatista del mondo in 1’39”.

Non è così e all’operazione 100 secondi è andato vicino David Rudisha a Londra 2012 con quello che Ionescu avrebbe chiamato un improvviso dell’anima. Un capolavoro da cui tutti gli altri trassero frutti.

Trent’anni fa Ghidini portò Andrea Benvenuti al titolo europeo degli 800 e lo condusse sul sentiero del sub 1’44”. Non fosse stato tormentato da problemi tendinei, Andrea, anche lui veronese, non avrebbe concesso una vita così lunga s sterminata al record di Marcello Fiasconaro, anch’esso venuto dopo un recital solitario, un monologo.


Gianni ha seguito il kenyano Winfred Bungei, oro a Pechino 2008, il bosniaco Amel Tuka, due volte sul podio mondiale, e William Yiampoy, anche lui kenyano, nominati in ordine di record personale: 1’42”34, 1’42”51, 1”42”91, tutti molto presenti nel circolo dei migliori cinquanta di sempre.

Ora, imboccata un’età molto matura –, quella che regala la follia o la consapevolezza –, allena Catalin Tecuceanu, dotato di una singolare data di nascita, 9/9/99 che ricorda il vecchio numero di telefono di Scotland Yard. Non molti giorni or sono l’ultimo allievo di Gianni – sempre molto defilato e lontano dalle scene della ribalta – ha corso e vinto in 1’44”22 a Chorzow. Una prestazione che lo rende uno dei favoriti agli Europei, a mezzo secondo dal tempo di Fiasconaro, record mondiale sino all’irruzione improvvisa di Alberto Juantorena.

A quel tempo si avvicinò Andrea Longo poco prima dei Giochi di Sydney e quell’1’43”74 reatino divenne, subito dopo la gara, oggetto di una disputa. “Ho fatto il record italiano”, disse il padovano. “No, perché l’1’43”7 di Fiasconaro – manuale, d’accordo – resterà davanti al tuo tempo”. Risolse, con una certa saggezza, quel buonanima di Corrado Sannucci: “Ah Longo, avessi fatto 1’43”69 non staremmo qui a rompeci li cojoni”.

Nato a Tecuci, non lontano da Galatj dove venne spedito in esilio il povero Ovidio, Tecuceanu, dai magnifici piedi e dall’azione calligrafica, è stato spesso sbrigato da critici superficiali come tatticamente indisciplinato e per di più dotato di una base poco veloce. “Pochi giorni fa – testimonia Ghidini – in un allenamento piuttosto impegnativo ha corso quattro volte i 100, con recupero breve, tutti attorno agli 11”1. E’ lento uno così?”.

Negli ultimi dodici mesi Ghidini ha curato l’’aspetto tattico: evitare di mettersi in coda, come faceva Dave Wottle fidando in quello che gli anglofoni chiamano kick finale, ma rimanere nel cuore della corsa, rispettare quel che viene dettato dagli scanditori di ritmo, uscire allo scoperto al momento opportuno. E così Catalin, residente a Tre Baseleghe – un dolce accento veneto, con lontani echi balcanici – ha centrato il record italiano indoor, 1’45”00, ha sfiorato il podio ai Mondiali indoor di Glasgow e ha sferzato la sua miglior prestazione all’aperto scendendo (per ora) a 1’44”22.

Omettendo, anche per una certa dose di scaramanzia, le sue chances per gli Europei, può esser percorso un altro sentiero, quello che può portarlo a diventare, oltre mezzo secolo dopo l‘impresa dell’Arena, il successore di Marcello Fiasconaro. L’appuntamento è per il 12 luglio, al Louis II di Montecarlo, diventato una miniera di tempi nel mezzofondo veloce.

 

 

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