- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / Le relazioni pericolose del nostro tempo

Martedì 21 Maggio 2024


pallone sgonfio


Max Allegri non sarebbe dovuto tornare alla Juventus dopo i cinque scudetti. Nonostante l'amicizia con Andrea Agnelli e il lauto compenso, è tornato con l'idea di dimostrare quanto ingiusta fosse stata la decisione di allontanarlo.

Andrea Bosco

Ci sono storie d'amore che si concludono e che (a volte) a distanza di tempo si è tentatati di rivivere. Quasi sempre è una pessima idea. I giorni scavano le cose e le persone. Scavano le percezioni e i sentimenti. E' una illusione degli uomini, quella di poter fermare il tempo. Tedio i miei “dieci lettori“ con una vicenda personale.

Molti anni fa , l'editore per il quale lavoravo mi manda a Parigi a seguire una mostra sugli oggetti di scena della Mgm al Beaubourg , l'astronave edificata di Piano e Rogers in una delle zone più suggestive della Ville Lumiere .Un sogno per un amante del cinema come il sottoscritto. Ci trovo l'elmo di “Full Metal Jacket“, il winchester con leva modificata adoperato da John Wayne in quasi tutti i suoi film e una marea di “memorabilia“ da collezione.

MARTINE – In una teca trovo anche le lettere de “Le relazioni pericolose“. Davanti alle trame diaboliche della Marchesa Isabelle de Mertuil ( Glen Close nel film di Stephen Frears   liberamente tratto dal romanzo epistolare di Pierre Ambrose Francois Choderlos de Laclos ) mi viene da esclamare: “ Ma che merda...! “ . Alle mie spalle una voce conferma: “Oui, une merde“. Mi giro: la voce è quella di una splendida donna in “ chiodo “ e minigonna che sembra la gemella di Cate Blanchett . Sorrido e dico “ bonjour “. Poi dico altre parole che devono essere piaciute visto che proseguiamo nella visita assieme e a fine percorso ci sediamo a mangiare in un bistrot. Poi giriamo per Parigi : condividiamo con la cena anche la notte e il mattino successivo .

La fanciulla si chiama Martine, ex hostess di Air France che abita a Tolone. E' a Parigi per un incontro di lavoro nel settore della pubblicità . . Visto che ci siamo piaciuti, ci scambiamo i numeri di telefono. E quindici giorni dopo siamo ancora assieme per un fine settimana a Villefranche. E due settimane dopo per un altro a Cannes . E un mese dopo per un altro ancora , a Nizza   . La faccio breve : mi ero “ perso “ in quella donna affascinante . E' durata qualche mese, poi gli incontri si sono diradati fino all'inevitabile “ chiusura “ . Otto anni dopo ricevo una telefonata . E' lei che è venuta a Milano per le giornate della moda. Ci vediamo, ceniamo a assieme e dopo il dessert , finiamo   “en chambre “ .

E' ancora bellissima , ma è diversa: si è indurita nei lineamenti, ha perso la grazia, la capacità di sorridere. Probabilmente anche lei pensa di me cose simili . E abbiamo idee diverse su tutto. E' diventata vegetariana. Beve solo acqua, il vino la disgusta . La sera del nostro primo incontro si era arrotolata una “ canna “ : ora ha abolito il tabacco . In politica adora i nazionalisti , della gauche intellettuale ha una considerazione simile a quella espressa per la Marchesa di Mertuil . Non era così : chissà cosa l'ha cambiata . Dopo la seconda uscita, nonostante la rassegna delle passerelle duri una settimana, non ci vediamo più . Confesso : con mio sollievo . Pentito per quel “dopocena “. Eppure Proust lo avevo letto.

ACCIUGHINA – Max Allegri non sarebbe dovuto tornare alla Juventus dalla quale era stato congedato dopo cinque scudetti . Nonostante l'amicizia con Andrea Agnelli e il lauto compenso messo sul piatto . Allegri (che aveva rifiutato il Real Madrid, per restare in Italia per ragioni famigliari) alla Juventus è tornato con l'idea di dimostrare al mondo quanto ingiusta fosse stata la decisione di allontanarlo per far posto a Maurizio Sarri . L'ego dell'uomo che ha il sopravvento sulla ratio .

Ma Allegri è un passionale, abituato alle sfide ( e alle botte ) nelle partite estive del “ gabbione “ livornese . Nella sua testa il ritorno avrebbe chiuso la bocca a chi lo criticava. A chi eccepiva sul suo modo di praticare calcio. Agli esteti , ostili ai risultatisti. Solo che nel frattempo la Juventus che aveva dovuto affrontare l'emergenza covid , con costi esorbitanti rispetto agli altri club italiani, aveva cercato scappatoie attraverso la pratica disinvolta delle plusvalenze. Il cui abuso aveva fatto drizzare le orecchie alla giustizia ordinaria e poi successivamente a quella sportiva . Un ciclone si è abbattuto sul club più blasonato d' Italia . Che ha pagato l'indicibile ( a Roma ancora pende il processo penale per l'ipotesi di falso in bilancio ) a livello di giustizia sportiva .

Ha pagato solo la Juventus visto che le altre procure , rispetto a quella di Torino , sono risultate “ assonnate “. La tempesta perfetta che avrebbe portato alla decapitazione della dirigenza del club , dal presidente Andrea Agnelli in giù. E avrebbe costretto il club fuori da ogni competizione europea, nonostante una qualificazione ottenuta sul campo. Il “ dazio “ pagato da Gabriele Gravina ( innalzato a vicepresidente Uefa,) alla rabbia del presidente Ceferin , livido per il tentativo ( con la l'idea della Superlega ) da parte di alcuni club , tra i quali la Juventus, di scassinargli la cassaforte .

Nel frattempo Acciughina ( Allegri ha un fisico da indossatore ) viene, alla Juventus, lasciato solo. Il nuovo presidente ( Ferrero ) è l'avvocato di Elkann e nulla sa del calcio. L'amministratore delegato ( Scannavino ) pare sia un fuoriclasse nella gestione : ma una squadra di calcio è una azienda diversa da qualsiasi altra azienda. Il terzo ( Calvo ) divide i pareri rispetto alla sua reale competenza calcistica ., Allegri nella sua solitudine coltiva l'idea di essere centrale nel club : ambisce ad un ruolo alla Ferguson che ritiene di aver guadagnato e meritato . Ma la Juventus è un mondo spietato : è nazionale e internazionale. Ma è soprattutto sabauda.

E' un mondo ( lo potrebbero confermare la buonanima di Giampiero Boniperti, Trapattoni, Lippi, Moggi, Giraudo, Capello, Conte , Pirlo per non parlar di Sarri ) dove se vinci “ è cosa normale “ . Nessuno ti dà una pacca sulle spalle. Né   ti mandano a casa un bottiglia di Sassicaia del 2016 ( la migliore annata di sempre ) . Ma se perdi, se deludi, se ti serve tempo, devi avviarti all'armadietto e preparare gli scatoloni . Alla Juventus l'idea di “ tempo “ è relativa : non ne hai. Sei chiamato solo a vincere . Il motto della ditta recita che “ è l'unica cosa che conta “ . Se arrivi secondo hai fallito . E se arrivare dietro al Milan o al Napoli è per l'intero ambiente tutto sommato tollerabile , se è l'Inter a maltrattarti in campionato e a distaccarti in classifica la cosa risulta insopportabile . Vecchie ruggini, vecchi rancori : una rivalità diventata nel tempo, astio .

VADE RETRO, GIUNTOLI – Allegri dopo la conquista della Coppa Italia contro l' Atalanta , alla fine di un triennio complicato è sclerato : sul campo e fuori dal campo. Ha urlato, ha fatto lo spogliarello, si è fatto espellere, ha rimediato due giornate di squalifica e 5000 euro di multa , ha insultato e minacciato un giornalista ( vicenda poi risolta con un incontro pacificatore ) prima della conferenza stampa, uscendo alla fine accompagnato dalla polizia da una porta di servizio . Sul campo – in diretta televisiva – aveva impedito al direttore sportivo Giuntoli ( e di fatto al resto della dirigenza ) di partecipare alla premiazione . Già : Cristiano Giuntoli, uno degli artefici del miracolo Napoli di Spalletti, arrivato alla Juventus con contratto quinquennale, chiamato a risanare i conti, a snellire la rosa, vissuto da Allegri come un dito in un occhio.

Avrebbe voluto Allegri come interlocutore quel Massara che bene aveva fatto al Milan e che conosce fin dai tempi di Pescara . Non si sono mai presi Allegri e Giuntoli, l'uomo fortemente voluto da Elkann.  

Allegri è sempre stato imprevedibile. A Pescara stava per sposarsi . E la leggenda vuole che il giorno prima della nozze, abbia inviato un amico alla futura sposa a spiegare che lui “non se la sentiva“. Quando allenava il Milan , Berlusconi ne diffidava ritenendolo “ un comunista “, che tra l'altro gli aveva archiviato Pirlo preferendo Van Bommel. Nonostante lo scudetto apprezzato da Arcore, e nonostante l'appoggio di Adriano Galliani, l'avventura di Allegri al Milan non durò.

Quella alla Juventus, quella dell' “Allegri 2“ si consuma pochi mesi fa . La Juventus in campionato è a ruota dell'Inter in classifica . Stecca contro l'Empoli in casa pareggiando . Poi va al Meazza : perde per 1-0 grazie a quello che la Gialappa's definirebbe un “ gollonzo “ ma rimedia una figura barbina . Gioca malissimo, dominata dalla squadra di Inzaghi che avrebbe meritato di mettere a segno una cinquina . La Juventus da quel momento implode racimolando 15 punti in quindici gare, media retrocessione . Il giorno dopo Inter – Juve,   Giuntoli alza il telefono , contattando gli agenti di Thiago Motta, astro emergente a Bologna . Ma nel calcio le cose vengono   risapute.

Allegri non gradisce. Vieta ogni contatto ai dirigenti con la squadra. Si chiude in un rancore che ogni giorno aumenta. Parallelamente ai risultati del campo che non arrivano . La Juventus si qualifica matematicamente per la Champion's grazie alla vittoria dell'Atalanta sulla Roma. Dopo una gara surreale contro una Salernitana già retrocessa, con un pareggio agguantato nei tempi di recupero .

Ma Allegri reputa ( e in effetti così è ) di aver fatto il suo : la qualificazione alla Champion's bissa quella della stagione precedente, cancellata dalla penalizzazione federale . Penalità che la Juventus accetta supinamente con un atteggiamento prono alla Federazione . E che Allegri non gradisce . Elkann è deciso a cancellare anche l'ombra del cugino Andrea Agnelli che con Conte, Allegri e Sarri ha vinto 9 scudetti di fila, lasciando peraltro una voragine economica che Elkann , azionista di maggioranza ha dovuto sanare . Champion's significa quattrini, specie nel formato large della prossima edizione.   Quattrini che la gestione Allegri recapita in società anche attraverso le prossime partecipazioni al Mondiale per Club e alla Supercoppa Italiana. Quattrini che arrivano dalla vittoria in Coppa Italia. Fanno più di 100 milioni che sono ossigeno per le casse ( in rosso ) della società.

Ma Allegri contesta anche quanti lo chiamano “gestore“. Perché (magari costretto dalle emergenze) ha lanciato alla ribalta una marea di giovani : Gatti, Cambiaso, Miretti, Yildiz, Illing, Fagioli, Nonge, Nicolussi Caviglia , lo stesso Huijsen poi dato in prestito alla Roma . Gli stessi Soulè, Barrenenchea , Kajo dati in prestito al Frosinone . Una intera squadra che oggi vale il quadruplo di due anni fa .

SOLITUDINE – La verità è che con la solitudine , Allegri ha pagato anche le sue “ abitudini “. Due anni fermo ad occuparsi di cavalli e scommesse , la sua grande passione senza ( per sua stessa ammissione ) vedere calcio . Ma se il mondo va velocemente, il calcio va a una velocità doppia : in due anni ( nei quali Allegri non si è aggiornato ) la difesa a “ uomo “ di Gasperini che non si vedeva dagli anni Sessanta, è diventata una zona mista, con pressing a fisarmonica e con gli interni che si inseriscono in zona gol persino più degli attaccanti . Gioca così l'Atalanta, al pari di altri club . Così non gioca la Juve di Allegri ancorata al 3-5-2 : difesa, pressing basso e contropiede.

Ma la verità è che Allegri ha pagato nel corso degli anni, un Di Maria venuto a “ svernare “ a Torino. Ha pagato la cessione di De Ligt . Ha pagato soprattutto il caso doping che lo ha privato di Pogba : l'uomo che avrebbe dovuto trasformare il centrocampo della Juventus . E che tra infortuni e farmaci proibiti , non ha mai visto il prato verde . Ha pagato ( non per sue colpe ) il bilancio in rosso della società impossibilitata a fare “ mercato “

Alla fine simile ad una pentola a pressione Allegri è scoppiato . Solo uno poco lucido poteva impedire ai dirigenti, cioè ai suoi datori di lavoro, di presenziare alla premiazione. Dirigenti che hanno disertato la cena post partita. E nel giro di una giornata gli hanno recapitato la lettera di licenziamento con un comunicato durissimo. Senza ringraziarlo ( come solitamente accade ) , accusandolo di “ violazione del codice etico della società “ . Tradotto : Allegri ha ancora un anno di contratto con la Juventus, circa   otto milioni netti, che la Juventus conta di risparmiare in toto o parzialmente se si arriverà ad una transazione . In totale una ventina lordi, visto che anche lo staff di Allegri è stato congedato .

Una storia finita male. Con responsabilità diffuse. Allegri ha pesantemente sbagliato . Ma la giacca , prima che se la togliesse e secondo costume, la sbattesse sul prato, gli era stata tirata e poi strappata . Ha fatto da parafulmine a chi a lungo ha evitato di esporsi . Ma ha anche rifiutato qualsiasi “ consiglio “ tecnico considerandolo “ lesa maestà “ . Ha portato a casa la 15 esima Coppa Italia della storia della Juventus e conquistato il suo 14esimo personale trofeo . Dividendo la tifoseria : tra chi chiedeva la sua riconferma e chi non lo sopportava più . Gli aneddoti sui suoi amori, le sue asprezze, le sue litigate ( anche con i giornalisti in tv ) si sprecano . Un uomo complicato, incline alla battuta ( da buon toscano ) e al sarcasmo . Aziendalista ma poco disponibile ai compromessi.

Ma un conto è avere a disposizione i Buffon i Chiellini, i Bonucci, i Pirlo, i Barzagli, i Vidal , i Pogba, i Tevez , i Mandzukic, i Khedira , i Cristiano Ronaldo. Un altro quelli con i quali ha dovuto lavorare per un triennio. Un conto era avere alla spalle Beppe Marotta, un altro dirigenti “ politicamente “ non paragonabili all' uomo che ha cambiato l'Inter . La squadra a parole era compatta e con Allegri . In realtà i malumori per la sua conduzione, nello spogliatoio si sprecavano . In realtà in molti , annusata l'aria , non si sono spremuti negli ultimi mesi come era lecito attendersi.  

QUESTIONE DI BRAND – Le televisioni non hanno potuto “ godere “ dell'incrocio Motta-Allegri. L'ex Genoa e ex Inter sulla panchina della Juve ,( pare che la firma sarà solo una formalità ) la prossima stagione dovrà fare meglio di Allegri. Altrimenti su di lui i mal di pancia si sprecheranno. Non sarà facile. Anche perché qualche rinforzo arriverà, ma sarà compatibile con il bilancio : quindi non ci saranno grandi innesti . Più facile ci siano cessioni, magari anche importanti. La proprietà puntando su Thiago Motta lo ha fatto anche per una questione di appeal verso il brand.

Vincere è l'unica cosa che conta sul campo. Ma fuori serve altro. Serve essere appetibili, essere percepiti come “ moderni “, serve intrigare gli sponsor e la pubblicità, serve sedurre i più giovani che magari non vanno allo stadio e le gare le guardano neppure in televisione ma sullo smartphone . Altri con le spalle più larghe di Thiago Motta alla Juventus hanno fallito. Sarri è bravo almeno quanto Motta : ma era l'uomo sbagliato nel posto sbagliato . Maifredi praticava il calcio champagne. Ma allenare il Bologna ( a proposito ) è assai diverso che allenare la Juventus. Alla Juventus non alleni una squadra: alleni la storia d'Italia.

Solo il tempo dirà se la Juventus ha fatto bene a separarsi da Allegri. Riflettendo magari sulle parole di Richard Hooker , cinquecentesco teologo inglese: “I cambiamenti non avvengono mai senza qualche inconveniente, anche quando si cambia dal male in bene “ .

 

Cerca