I sentieri di Cimbricus / Giorni dolorosi per il Kenya
Martedì 20 Febbraio 2024
Sono sparite due comete: Henry Rono che regalò il giro del mezzofondo in ottanta giorni, e Kelvin Kiptum, il giovane che sapeva sciogliere il nodo, annullare il morso della fatica, un rivoluzionario come lo è stato Rono.
Giorgio Cimbrico
Rono, quattro record mondiali nei 3000, 5000, 10.000 e 3000 Siepi tra la primavera e l’estate del ’78 prima di trovare il diavolo nella bottiglia, aveva 72 anni; Kiptum, 24. Kelvin è stato una meteora, un rivoluzionario che aveva spazzato via l’incubo dei maratoneti, gli ultimi dieci chilometri, il lungo momento in cui la fatica piomba addosso. Era in quel momento che volava: tre maratone e tre seconde parti più veloci delle prime. Da primatista del mondo era pronto all’attacco alle due ore: lo stava preparando, sarebbe avvenuto ad aprile, a Rotterdam.
I sentieri di Cimbricus / Degno della saga del Signore degli Anelli
Martedì 20 Febbraio 2024
Il giorno dell’Epifania Barry era arrivato a 79 anni: da pochi giorni non c’è più. Non sono rimasti molti quelli che l’hanno visto giocare. Per assaggiare, odorare qualcosa del magnifico gallese, necessario rifugiarsi sulle pagine scelte di Youtube.
Giorgio Cimbrico
Dopo JPR Williams, il medico volante dalle basette arruffate, è toccato al Principe della calligrafia, dell’eleganza, riluttante ad accettare la notorietà, velocissimo nell’apparire, nel concedersi, nel lasciare il palcoscenico: Barry John apparteneva a una dimensione che oggi è stata spazzata via.A questo punto non resta che provare a narrarlo: nell’estate del ’71 un gruppo di attivi evangelici batteva la campagna neozelandese per chiedere: “cosa fareste se Gesù tornasse sulla terra?”
Piste&Pedane / Belli, giovani e talentuosi: godiamoci il momento
Martedì 20 Febbraio 2024
Pur in assenza delle punte (Tamberi e Jacobs) ci hanno pensato altri protagonisti a sfornare prestazioni da prima pagina. In particolare i lunghisti Iapichino (6.80) e Furlani (8.34), il triplista Diaz (17.60) e i due pesisti +21.
Daniele Perboni
Sorrisi a trentadue denti per tecnici e dirigenti FIDAL. E non può essere che così. Prima e durante i tricolori indoor, infatti, sono piovuti dal cielo una sfilza di primati italiani da far emozionare, compreso l’eccellente 2 ore 06’06” di Yeman Crippa nei 42 chilometri di Siviglia. Record non certo dovuti alla fortuna, ma al talento e alle fibre muscolari di una nuova generazione di atleti, seguiti e allenati da tecnici capaci e generosamente supportati dalla Federazione.
Fatti&Misfatti / Quaresima ambrosiana e Napoli milionaria
Lunedì 19 Febbraio 2024
Peccati gravi e peccati veniali, tutti castigati e puniti nel giorno in cui potevamo farci invitare a colazione da Giovanni Malagò per un’Italia fintamente sportiva, ma brava davvero su molti campi, che lascia sbalorditi.
Oscar Eleni
Alla ricerca del prato dei sogni nel regno di Nazareno Rocchetti, artista del fuoco, l’uomo che sapeva parlare ai muscoli e al cervello di grandi campioni, da Mennea alla Simeoni, da Gelindo Bordin alle campionesse delle scherma. Fuga dall’inquinamento della Milano avvelenata nel giorno peggiore della quaresima ambrosiana e non soltanto per farci consolare dall’artista che sa bene come trattare un malato e su questo poteva garantire Nebiolo che a Siviglia, durante il mondiale, stava in piedi e sentiva il mondo soltanto attraverso le mani di Nazareno.
Sei Nazioni (2) / Signori, la sconfitta e' (di nuovo) servita
Lunedì 12 Febbraio 2024
Poco o nulla da fare contro i “tuttiverdi”, campioni in carica e secondi al mondo. Forti di un oltre 255 club e circa 860.000 praticanti, su una popolazione di poco più di sei milioni e mezzo di abitanti. E ora tocca alla Francia.
Daniele Perboni
Se qualcuno, segretamente, si attendeva qualcosa di diverso da quello che si è visto all’Aviva Stadium di Dublino scagli la prima pietra o, più prosaicamente, alzi la mano e lo dica a voce alta. Nessuno? Bene, anzi male, questo vuol dire che ci avevamo azzeccato. Ma una batosta simile, sinceramente, proprio non ce l’aspettavamo: 36 a zero, sei mete subite con un passivo che sarebbe potuto essere più pesante se i “tuttiverdi” non avessero sbagliato qualche trasformazione.
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