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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Fatti&Misfatti / Una irresistibile voglia di evasione

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Lunedì 8 Gennaio 2024

 

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Sarebbe bello se anche nello sport nascessero le brigate per difendere l’idea che una buona giocata, una bella difesa, un attacco con fantasia non hanno prezzo e invece sembra che tutto debba essere comprato. Niente anima, soltanto dobloni.

Oscar Eleni

Con la voglia di nascondersi dopo aver rifiutato l’ultimo brindisi con chi portava via tutte le feste, una Befana crudele che nella gerla teneva anche la testolina di Gianmarco Pozzecco appena liquidato da Tony Parker al Villeurbanne. Biglietto di sola andata per una visita guidata nella prigione brasiliana di San Pedro de Alcantara. Comitiva rumorosa, molti presidenti di squadre che non vanno tanto bene, capo branco l’uomo che ha ridato lo scudetto a Napoli e adesso è a meno 20 dall’Inter in un cine-panettone senza risate.

Nel gruppo anche i “famosi” leoni delle curve, gli ultras che minacciano, che rifiutano la stretta di mano e la maglia, sempre pronti a processare da Brindisi a Pesaro, passando per Treviso, Verona, Udine e Salerno.

Nel carcere peggiore del mondo, però, c’è una novità che potrebbe mandare in malora tutti gli agenti dello sport professionistico: quei furboni dei brasiliani hanno scoperto che una volta al Campidoglio romano misero di guardia delle oche e si salvarono dall’invasione. Allora perché non fare la stessa cosa usando le oche per fermare la voglia di evasione? Ecco le oche per la difesa che potrebbero aiutare allenatori titubanti, il capro espiatorio che non manca mai sul tavolo dei bar dove, ad esempio, quelli di Napoli adesso vorrebbero mettere Mazzarri dopo essersi divorati Garcia. Le oche per difendere musei imbrattati, per teatri lirici dove il loggione non perdona una stecca e, a quanto dicono, neppure direttori artistici che vengono da lontano.

Le oche per difendersi da chi vorrebbe lamentarsi se siamo rimasti in silenzio nella confusione di feste dove i principi dell’ipocrisia hanno preso la ribalta parlandoci di pace e di amore mentre sottobanco vendevano armi, dosi letali, avvisando i compratori con fuochi d’artificio che intanto distruggevano. Roghi e colpi di pistola, fili di ferro per garrotare gente in strada, pugni al pronto soccorso, regine che abdicano, regine che conquistano, prezzi che non calano, bollette che non si capiscono, infarti causati da richieste disumane, per errori del burocrate che aveva fretta di sedersi a tavola.

Per fortuna, come nella valle del Sele, c’è chi sa ribellarsi, dicendo no ai trafficanti di cervelli, difendendo il territorio, le radici, la vita della comunità.

Sarebbe bello se anche nello sport nascessero le brigate per difendere l’idea che una buona giocata, una bella difesa, un attacco con fantasia non hanno prezzo e invece sembra che tutto debba essere pesato e comprato. Niente anima, soltanto dobloni per il giovane attaccante che ha fatto un bel gol, per il cestista che ha servito la palla giusta al compagno esordiente, per il pallavolista che sa schiacciare, per la pallavolista che aiuta una squadra a fare bene. Nella mischia dove tutto è mercato non sembrava vero di poter fare un titolo sulle vendette di chi giocava da ex, o, addirittura, come nel caso del triturato Mazzanti del volley passato dalla Nazionale alla giovane Trento in fondo alla classifica della femminile, della punizione inflitta dalla divina, (sarà vero?) Egonu, all’allenatore che all’ultima fatica preferiva, o magari era costretto dalle facce, dalla salute fisica e mentale, altre soluzioni.

La vendetta nei 20 punti soliti della giocatrice che ora diventerà gioiello e speriamo non problema per Julio Velasco che ha deciso di sfidare il mare delle Olimpiadi per andare a caccia della balena bianca vestita d’oro che faceva divertire gli stupidi, il piccolo esercito di topi deliranti, nelle redazioni, sulle tribune, dicevano che l’uomo che l’uomo capace di portare ai massimi livelli mondiali la squadra del secolo era un “perdente” perché ai Giochi si era preso soltanto un argento. Soltanto? Va beh, lasciamo perdere e stiamo in trincea con Julio e De Giorgi, sperando che Pozzecco, dopo lo choc di Lione, nella casa del Villeurbanne, ritrovi la fantasia dei baci e degli abbracci per una Nazionale di basket nei giorni in cui Banchero sbanca la NBA e ci fa venire il nervoso per aver scelto la maglia degli Stati Uniti invece di quella che Petrucci gli portava su un letto di rose.

Non vogliamo sentire proteste per questa lunga assenza, ma solo complimenti perché torniamo a parlare di basket, dopo aver onorato l’onorevole Tesini e gli ex-vice federali La Guardia e Salerno, che ci hanno lasciati in questo stranissimo nuovo anno che iniziato con le solite bugie. Sole al posto della neve annunciata. Truffe al botteghino e sul campo promettendo campioni e vendendo bidoni. Il basket si è subito allineato, mentre il calcio mugugna per come Inter e Juventus hanno mantenuto la testa della classifica, protesta che si estende, ovviamente agli arbitri, maledicendo l’ignoranza artificiale del VAR che manda in crisi spettatori, artisti, ma, soprattutto programmatori televisivi, partite che sforano sempre dal calcio al volley.

Ma dicevamo del basket e adesso chi lo spiega al popolo questo finale del girone di andata dove le prime tre della classifica hanno perso, mentre la quarta, l’Armani che, bevendo la stessa acqua del Milan, ha l’infermeria piena, ha scoperto di avere qualcosa di buono nella rosa sbagliata in partenza, una squadra con un’anima, ma con poco peso sotto canestro, una cosa che sembra non preoccupare visto che il prossimo acquisto, dopo aver riportato a casa Napier, sarà un altro esterno.

Misteri della fede tecnica, ma se non credi in uno come Messina allora su chi puoi puntare? Oggi su nessuno dopo le cadute delle prime tre. Meglio onorare chi ha fatto i capolavori, da Napoli a Reggio Emilia, per non parlare di Brindisi, l’ultima in classifica che ha incendiato la lotta per la retrocessione battendo Brescia che avrebbe potuto chiudere come campione d’Inverno.

Diciamo che troppi motori sono ingolfati da troppe partite, che troppe squadre scoprono adesso di aver preso giocatori sbagliati.

Lasciamoci così con questa confessione di debolezza per andare fra le oche che starnazzano aspettando i voti per una giornata di negata evasione:

• 10 A BRIENZA che ha portato PISTOIA neopromossa alle finali di Coppa Italia battendo nello spareggio decisivo l’altra rivelazione dell’anno, la Cremona del Cavina, un dieci da condividere per lui.

• 9 A NAPOLI che dopo la crisi, le riflessioni, il lavoro, ha sbancato il campo imbattuto della Reyer. Bravo Milicic a rimettere la squadra sulla rotta giusta e il quarto di finale contro Brescia sarà il più elettrizzante nelle giornate di Torino.

• 8 A Dusan SAKOTA che trova sempre il modo per stupirci con questa Brindisi capace di sorprendere Brescia ed anche una curva inviperita.

• 7 A DE RAFFAELE che ha ritrovato il sorriso e anche l’anima della Tortona che pensavamo perduta dopo l’ingiusta defenestrazione di RAMONDINO.

• 6 A BORTOLANI se non diventerà il Masaniello dei troppi giocatori italiani che gli allenatori non hanno il coraggio di mandare in campo. Gente con l’anima grande e le mani buone come DE NEGRI e DELLA ROSA:

• 5 A Nico MANNION, che sicuramente merita un dieci e lode per il suo grande ritorno in Italia, per aver ridato il sorriso a Varese, ma per averci lasciati nel dubbio quando pensavamo che il suo finale alla Virtus con Scariolo fosse anche un po’colpa sua. Felici di esserci sbagliati.

• 4 All’horror basket proposto in diretta televisiva da Pesaro caduta a meno 30 e tornata in partita alla fine contro una Sassari che vuole mangiarsi il fegato di Bucchi.

• 3 Alla REYER maschile che non ha saputo festeggiare la giornata storica del club nel giorno in cui la femminile si guadagnava la semifinale di coppa Italia a Torino contro il GEAS. A parte questo diciamo che il voto alla società, a Casarin babbo, è di nove abbondante.

• 2 Alla VIRTUS che nello stesso giorno avrebbe voluto onorare le sue due squadre per le finali di coppa a Torino ed invece si è trovata con la femminile eliminata da Ragusa che troverà in semifinale Schio.

• 1 Ad HARVEY, 24 punti alla difesa della Virtus, se non festeggerà la vittoria capolavoro di Reggio Emilia e penserà invece soltanto con rabbia alla ex società che lo ha liquidato.

• 0 Al Terry PARKER che ci ha rimandato a casa POZZECCO, dicendo cose allarmanti su un allenatore “figlio adottivo” del presidente federale a vita e senza calendario, perché, come motivatore, anche di brocchi o mediocri, qui da noi aveva incantato più di Sacchetti. Lui aveva ammesso che il POZ aveva fatto un elettrochoc al Villeurbanne che già aveva tradito il fratello. Speriamo si sia sbagliato e che il POZZECCO vero riesca ad inventarsi una ITALIA bella anche con falsi pivot.

 

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