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Duribanchi / "Caro Babbo Natale, ti scrivo per chiederti ..."

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Martedì 26 Dicembre 2023

 

santa claus 

Una letterina per il grande vegliardo, con richieste che neppure lui riuscirà a realizzare. Eppure non mi rassegno: “So di chiedere tantissimo, ma vedi se potrai esaudirne almeno in parte … Ne avremmo tutti un gran bisogno”.

Andrea Bosco

Salvate il soldato Babbo Natale Lo vogliono far fuori. Ci stanno provando da anni, ma adesso il vegliardo dalla lunga barba è davvero in pericolo. Due maestre elementari hanno brutalmente “svezzato“ gli scolari spiegando loro che “Babbo Natale non esiste“. In provincia di Padova, un idiota (non ho capito bene se femmina o maschio) ha manipolato una canzoncina natalizia, sostituendo la parola Gesù con “Cucù“.


 

In altre scuole. dopo aver bandito il crocifisso, hanno avuto la pensata di sloggiare anche il bambinello. Per non urtare la sensibilità degli scolari islamici. La cultura islamica sta prendendo piede, in Occidente. Per qualche motivo (neppure tanto misterioso) l'Islam affascina un Occidente che non ha mai letto il Corano, che è fortemente antisemita (ieri come oggi) e che ignora la storia. La Chiesa cattolica (indulgente verso l'Islam, ma con il naso all'insù verso Israele) si è espressa in maniera inequivocabile: il patriarca di Gerusalemme, Pizzaballa con la kefiah palestinese sulle spalle, ma non con la kippah giudaica in testa. Manifesto di dove (e per chi) batta il cuore della Chiesa.


Nella bella intervista di Aldo Cazzullo sul Corriere della sera, il cardinale Zuppi, eminenza grigia della CEI, l'uomo che Papa Bergoglio vorrebbe come suo successore, ha graffiato gli specchi pur di non prendere una posizione sulla situazione in Medio Oriente, su quella in Ucraina (celebrando il Natale il 25 dicembre, quel paese ha stampato un ceffone sulla faccia dell'ortodosso Kirill, amico del lusso e di Putin) svicolando persino sul presepe. Piaccia o non piaccia, gli europei sono figli della cultura giudaica-cristiana. L'Europa si è cementata sulle cattedrali e in parte sulle sinagoghe: non sulle moschee. Quindi per quanto durissima l'intervista di Brigitte Bardot al settimanale conservatore Valeurs Actuelles non può essere liquidata come l'esternazione di una (quasi) novantenne razzista.

ISLAM – Sposata con Bernard d'Ormale, uomo di destra-destra (per dirla con Lilly Gruber) e sostenitrice del Front National della Le Pen, la donna per la quale Dio si scomodò andando al cinema, ha sparato contro tutto. Contro l'Islam: “Un tempo avrei detto che non volevo vivere in una Francia islamizzata, oggi dico che non voglio morire in una Francia islamizzata“. Razzista? Nella stagione nella quale ogni maschio del pianeta sognava di trascorrere una notte con lei, madame era trasgressiva, girava per Saint Tropez a piedi nudi, frequentava gitani canterini, animava le notti di quella baia di pescatori, diventata, grazie alla sua presenza, luogo di laico culto. Poi è radicalmente cambiata. Contro Bergoglio BB si è scatenata. Rivelando di avergli scritto un paio di volte, pregandolo di intervenire contro la strage degli animali. In particolare contro il rito islamico dell'Aid el Kebir, la cosiddetta “festa del sacrificio“ durante la quale migliaia di capretti vengono sgozzati per ricordare la fede di Abramo.

A differenza dei cristiani (che Dio lo raffigurano), per gli islamici Allah non ha volto. E la rappresentazione satirica di Maometto li manda fuori di testa, come testimonia la brutale strage nel 2015 dei giornalisti di Charlie Hebdo. Quando, per poche ore, siamo stati tutti “Charlie Hebdo“, salvo dimenticarcene il giorno dopo. L' Occidente reputa più comodo “archiviare“, per non innescare la rabbia islamica. Ha archiviato “Charlie“. Ma anche l'11 settembre a New York. Ha archiviato la strage del Bataclan. E quella del 7 ottobre in Israele. Ha archiviato in Italia la strage di Fiumicino compiuta da terroristi di “Settembre nero“ mai individuati, mai processati. Erano i giorni nei quali la simpatia di Andreotti e di Craxi era tutta per i palestinesi.

Si potrà dire che BB sostiene cose frutto di pregiudizi. Ma le cose che afferma BB sono simili a quelle che predicava Oriana Fallaci. E Oriana era tutto, tranne che razzista. Ma era anti-Islam. Forse perché conosceva la storia. Quell'espansionismo iniziato nel VII secolo con africani, arabi, berberi, indiani, persiani, turchi che diedero vita fino nel XVIII all'Impero Ottomano e all'Impero Moghul. Erano, quei popoli, colti, avanzati nelle conoscenze scientifiche. Sapevano di algebra, di matematica, di trigonometria: conoscevano il sistema metrico decimale. Sapevano di medicina, di chimica, di astronomia, di filosofia: costruirono le prime università del Continente. Nelle loro banche si scambiavano assegni e lettere di cambio.

Avevano introdotto (vera rivoluzione) i numeri arabi. Avevano introdotto (forse ereditato dai Maya) lo zero. Introdotto in Europa canna da zucchero, riso, carciofi, spinaci, zibibbo, banane, limoni, arance, cannella, noce moscata, zenzero. Poi cosa è successo? Che in quei paesi il potere politico e quello religioso non si sono mai separati. Non c'è stata una Controriforma.

LINGUAGGIO– E se in Occidente dopo i primi vagiti al Concilio di Nicea, durante quello di Trento alle donne fu concessa finalmente “l'anima“, nei paesi islamici la condizione femminile passava dal serraglio e dalla segregazione in casa. C'era la lapidazione per le donne che ‘tradivano’. Il matrimonio era imposto alle bambine. Del resto Maometto ne “sposò“ una di nove anni. La violenza sulle donne è presente in Italia e nel mondo. Ma in Iran e in Afganistan vige ancora il Medioevo: in Italia, no. In Arabia Saudita le donne fino a poco tempo fa non potevano guidare, né aprire un conto in banca. Di casa uscivano solo se “accompagnate“. BB trova Papa Francesco “molto maleducato”. Era piena di speranza quando prese il nome di Francesco, uomo che amava gli animali: “Sbagliavo“. BB ha preso a pedate anche la moda del “Wokismo” che “sporca tutto ciò che è bello e ridicolizza il sublime”.

Non so se “Huck Finn“ sia “sublime. Per me lo è visto che da quel linguaggio di battellieri è uscita la prosa di Hemingway con “il giovane Nick“ e successivamente quella di Salinger con “Il giovane Holden“, fino a quella di John Updike con “Coniglio Angstrom“. So però che recentemente un editore ha preso il testo di Mark Twain e lo ha spurgato dai termini ritenuti offensivi nei confronti dei nativi e degli afroamericani. L'ossessione statunitense per il “politicamente corretto“ rammenta l'inquisizione spagnola, la caccia alle streghe a Salem, il maccartismo di immonda memoria. L'idea che i battellieri di Mississipi si dovessero esprimere come educande è grottesca. Ma peggio ancora è sottintendere che un feroce antirazzista come Mark Twain (che tra l'altro donò un mare di dollari alla nascente National Association for the Advancement of Coloured People) si sia deliberatamente concesso espressioni da taverna per odio razziale.

Anche se sono vicino agli ottanta, una lettera a Babbo Natale l'ho scritta. Del resto (studino le maestre che hanno negato ai bimbi una favola bella) quelle letterine inviate al vegliardo, il NORAD (Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America) le segue e le monitora. Non sempre il vegliardo risponde, ma qualche volta lo fa. E quindi io, alla faccia delle maestrucole di cui sopra, a Babbo Natale ho scritto:

“CARO BABBO NATALE, so di chiedere tantissimo, ma vedi se potrai esaudire alcuni dei miei desideri. Comincio da quelli ‘grandi’. Tipo: far trovare agli States un candidato presidenziale che non sia il male in arnese Biden o l'esaltato con ciuffo ossigenato che gli contende la poltrona. Vorrei che i preti assassini di Theeran fossero spazzati via da una rivoluzione che restituisse la libertà a quel popolo millenario. Vorrei che la pace finalmente arrivasse in Ucraina: anche a costo di qualche concessione territoriale al macellaio di Mosca. “Vorrei che la pace arrivasse in Palestina e che gli ostaggi fossero da Hamas rilasciati, che i bombardamenti israeliani cessassero, che il terrorismo fosse debellato. Così come vorrei che gli insediamenti dei coloni in Cisgiordania terminassero. Ma vorrei anche che i palestinesi la finissero di vagheggiare uno stato con Gerusalemme Est capitale: una situazione che porterebbe ad una guerra permanente. E lo sanno anche loro. Quindi, Babbo Natale, vorrei la smettessero di ipotizzare la cancellazione di Israele. Più facile accada ‘altro’. E costerebbe ben più dei 20.000 morti di Gaza. Vorrei che l'ONU fosse riformato, visto che come è adesso, fa ...: non lo scrivo ma credo si sia capito. Vorrei si trovasse una strategia comune, nel mondo, per risolvere davvero il problema migratorio che arrischia di esplodere se non verrà governato. Vorrei che il 5% della popolazione non detenesse la maggior parte della ricchezza del mondo. In qualche paese i “poveri“ sono fasulli. Ma nella maggior parte del pianeta sono reali e soffrono la fame e la miseria.

“Vorrei che agli imbecilli di ‘Ultima generazione’ fosse impedito di fare carne di porco delle opere d'arte. Caro Babbo, fossi stato in Piazza San Marcio a Venezia, li avrei presi a cazzotti. Invece di lordare l'arte o di interrompere le messe, ‘Ultima Generazione’ vada a protestare sotto alle ambasciate di Cina, India, Stati Uniti, Russia, Brasile: i maggiori inquinatori del pianeta. Vorrei che la sinistra non fosse ossessionata dai ’fasci’. E la destra non fosse prigioniera della sindrome da ‘accerchiamento’. Chiedere le dimissioni di questo o quello per ogni peto significa spingere sempre più in alto la mongolfiera di Meloni. Pensare che la sinistra sia Saviano, un professore toscano di storia dell'arte che nega le foibe o Chiara Valerio, significa guardare al dito e non alla luna. Significa infilarselo nell'occhio, il dito. Vorrei che Giorgia Meloni velocizzasse la riforma della giustizia. Visto che del premierato non frega una mazza ad alcuno. Così come del Ponte sullo stretto di Messina. Sarà un 2024 di lacrime e sangue: lo ha detto Meloni. E allora visto che servirà stringere la cinghia, che la stringano tutti: gli evasori per primi. Altro che condoni e sanatorie.

“Caro Babbo Natale: vorrei che il Papa facesse il pontefice e non il politico. Perché se le chiese sono vuote, le vocazioni in decrescita, i fedeli tiepidi, tutto questo accade anche perché l'autorevolezza della Chiesa non è più quella di un tempo. Se sei un Papa francescano lo devi essere per davvero: devi fare quanto cercò di fare Papa Luciani. Vale a dire mettere in vendita i beni della Chiesa. Avendo l'avvertenza di tenerti alla larga dalle tisane. ‘Tutto’ non si può tenere assieme: neppure un Papa può farlo. Dubbi vennero anche a Stephen Hawking quando indagava sulla nascita dell'universo. Caro Babbo Natale, vorrei si smettesse di scrivere fiumi di parole su Chiara Ferragni: ci sono cose più importanti di una imbonitrice che si è fatta licazzisua fingendo di fare quelli dei bisognosi.

“Vorrei che la mia Reyer prendesse un centro per la squadra maschile. E un'ala grande USA per quella femminile. Vorrei che gli arbitri di calcio finissero di rompere gli zebedei con le corsette al VAR che interrompono le partite. E vorrei evitassero di annullare i gol per mezzo tacchetto in fuorigioco. Vorrei, caro Babbo, che Allegri facesse giocare con continuità il turco-tedesco Yildiz. Un giovane ha sempre bisogno di confermarsi. Ma se uno segna un gol alla Omar Sivori significa che ha nei piedi qualche cosa di speciale. “Vorrei caro Babbo, che Mourinho la finisse di considerare giornalisti e tifosi dei babbei da stuzzicare. Vorrei che finalmente si mettesse la parola fine sulle questioni Stadio di Milano (o stadi?) e Pista di bob per le Olimpiadi 2026. Vorrei che il Milan non cacciasse Pioli: non se lo merita. Vorrei che dopo la decisione dell'Alta Corte UE, il protervo Ceferin si disponesse ad una mediazione con A22, la società che gestisce la Superlega. Senza mediazione il calcio imploderà. Vorrei che la FIGC non fosse così avida e riducesse il numero dei club che partecipano ai campionati e conseguentemente il numero delle gare. ‘Non si ammazzano così anche i cavalli?’ era il titolo di un film. Lì danzavano, qui giocano e si infortunano.

SALA – “Capisco che ne ho chieste troppe, temo irrealizzabili. Ma almeno una, per favore, cerca di concedermela, caro Babbo: le dimissioni del sindaco di Milano, Beppe Sala. Io sto nei guai. Non sopporto più la sua gestione della città e voglio tornare a Venezia. Ma mia moglie non ci sente. E come sai, a comandare, in casa sono le donne. Ma se le cose continueranno in questo modo (Milano ZTL, città per ricchi e ricchissimi) come farò a sopravvivere al caro vita che tanto piace al sindaco Sala?

 

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