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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

Direttore: Gianfranco Colasante  -  @ Scrivi al direttore

I sentieri di Cimbricus / AAA '23: Alfabeto Atletico Annuale

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Sabato 25 Novembre 2023

 

duplantis-record 

Maniera insolita (e originale) per chiudere una annata mondiale produttiva come poche che ha spostato diverse gerarchie e affollato di nuovi talenti pista e strada. In attesa che la WA operi le sue seriose e un po’ superate scelte.

Giorgio Cimbrico

Per completar da A a Zeta, chiesto aiuto a Eta Beta / Perché appaia convincente, ho bevuto dal Nepente / Perché lasci qualche segno, ho profuso molto ingegno / Queste rime elementari, questi carmi basilari / Hanno un nume mozartiano, un abate veneziano / Con Lorenzo al timone, ci addentriamo nell’agone.

A
ASSETA – Etiope, di nome Tigist. Con scarpe più leggere di quelle calzate da Margot Fonteyn, ha corso a Berlino la maratona sotto le 2h12’, abbassando il record mondiale, che già aveva un’apparenza impressionante, di oltre due minuti. Meglio di Bikila a Tokyo e meglio anche, in almeno di tre occasioni, di Stefano Baldini

B
BOL – l’olandese Femke, ormai adottata da tutti come “Bambi”, spazza via l’antico mondiale indoor di Jarmila Kratochvilova, esce da Budapest con due titoli: dopo i 400H (orfani di Sydney McLaughlin), magistrale ultima frazione nella 4x400 che si avvale anche della bella e indomita Lieke Klaver.

C
CROUSER – Un record mondiale primaverile, 23.56, un quasi mondiale estivo, 23.51, lasciando a un metro abbondante chi nell’occasione, Leonardo Fabbri, aveva toccato il cielo con un peso.

D
DUPLANTIS – Portato in trionfo dagli amici avversari quando a Eugene si è proiettato al di sopra di 6.23, sulla stessa pedana dove aveva tirato il sipario del Mondiale scavalcando 6.22. Dopo Bolt, ci si domandava chi avrebbe preso il suo posto. Ci ha pensato Armand, svedese di Louisiana. Il cielo, in certi casi, ha preferenze.

E
ETHAN – Katzberg, capelli lunghi come quelli di Sansone, baffoni da batterista dei tempi di Woodstock, allenato da un vecchio che non molla, Anatoli Bondarchuk, campione e teorico del lancio del martello, diventato feudo canadese con il bis concesso da Camryn Rogers. Ethan è un regolarista: 81.18 in qualificazione a Budapest, 81.25 in finale, 80.96 non molto temo fa ai Panamericani. A 21 anni ha molto tempo a disposizione per fare il botto.

F
FLORIDA – Il prossimo domicilio conosciuto dii Marcell Jacobs ha un nome beneaugurante, Jacksonville, luogo natale di Bob Hayes. Tutti e due hanno scelto Tokyo per i loro capolavori.

G
GIRMA – Lamecha, etiope molto giovane, ha spazzato il record di Saif Saaeed Shaeen – già Stephen Cherono – che teneva duro da 19 anni ma si è arreso alla capacità di controllare le gare importanti – e di vincerle – di Souffiane el Bakkali. Ha 23 anni, un record nei 1500 sotto i 3’30” e può andare lontano

H
HODGKINSON – Keely, deliziosa biondina di Wigan, terra di rugby league, sta conquistando il titolo di eterna seconda: battuta da Athing Mu alle Olimpiadi e ai Mondiali 2022, si è arresa a Budapest a Mary Moraa che l’aveva piegata anche ai Giochi del Commonwealth. Non deve essere facile accettare quando si corre in 1’55”.

I
INGEBRIGTSEN – Wightman a Eugene, Kerr e Budapest, una maledizione scozzese colpisce ancora Jakob che mette le mani sul titolo dei 5000 e rende sempre più imponente la collezione di record europei. Sia nei 1500 che nel miglio Hicham el Guerrouj non è lontano.

J
JACKSON – Shericka si era avvicinata a Flo Jo a Eugene. L’inseguimento ha portato ora la giamaicana a sette centesimi dal 21”34 di Seul, arrivato a tagliare il traguardo del 35° anniversario.

K
KIPTUM – Kelvin a Chicago sottrae il record mondiale a Eliud Kipchoge, il più grande maratoneta della storia. La seconda parte più veloce della prima e i 27’50” tra il 30° e il 40° chilometro sono le prove che la Grande Muraglia sta per cadere, in gara e non in “esperimento” come quello viennese. Kiptum ha corso tre maratone e le ha vinte tutte: a Valencia 2h01’53”, a Londra 2h01’25”, a Chicago 2h00’35”. Una sfida tra i due K da Parigi a Versailles e ritorno può essere uno dei temi conduttori dell’Olimpiade. A meno che non vincano le borse offerte dalle major.

L
LYLES – Noah è uscito dai Mondiali con la tripletta 100, 200, 4x100 che è dei grandi. E’ imbattuto sui 200 e quel record continua a essere il suo tormento e la sua possibile estasi.  

M
MORAA – Con una base veloce che ha saputo incrementare, Mary è scesa sotto i 1’55” ed è diventata la più seria aspirante a minacciare il quarantennale record di Jarmila Kratochvilova.

N
NEERAY – Chopra, campione olimpico e ora mondiale in un giavellotto sempre più universale e asiatico: tra i finalisti mondiali, tre indiani e un pakistano. Se i produttori di Bollywood si accorgono di lui, grossi guadagni garantiti.

O
OMANYALA – Ferdinand, ex-giocatore di rugby a 7, il più muscolato tra i sottili kenyani, ha corso molto, ha corso troppo, alternando acuti a rese.

P
PEREZ – La piccola Maria, progredita in stile e in correttezza, ha dominato le due distanze e con Alvaro Martin da Badajoz ha centrato per la Spagna il grande Slam. Saranno la coppia da battere per la “Marciatona” di Parigi.

Q
QUEEN – La Regina è Faith Kipyegon, tre record del mondo (1500 sotto i 3’50”, limite del miglio abbassato di quasi 5”, 14’05”20 nei 5000, prima che Gudaf Tsegay desse l’assalto alla barriera dei 14’, fallendola di 21 centesimi) e l’accoppiata 1500/5000 che ai Mondiali era riuscita solo a Bernard Lagat. Ora si tratta di ripeterla all’Olimpiade, per affiancare Nurmi e el Guerrouj.

R
RICHARDSON – Dalla mostruosa volata di inizio stagione, con vento di coda, al titolo mondiale dei 100 per la texana poco sobria nell’abbigliamento di gara e dopo-gara. Negli ultimi tempi pare aver addolcito qualche spigolo.  

S
STAHL – Mai nessuno così lontano, in un’occasione importante, come l’orso ballerino svedese che spedisce a 71 metri e mezzo. Con il vento contrario giusto possiede la chance di battere il record che Jurgen Schult, oggi produttore di attrezzi, centrò tre anni prima della caduta del Muro.  

T
TAMBERI – Conquista la corona che mancava confermando la sua dote, la sua caratteristica: il meglio al momento opportuno. Ju’Vaugh Harrison, anche lui 2.36, ci resta male e quando Gimbo gli solleva il braccio, la bocca ha gli angoli che tirano in giù.

U
UNICA – Sifan Hassan che vince all’esordio la maratona di Londra dopo essersi liberata dai crampi, stramazza a Budapest nei 10000, riesce a portare a casa una medaglia nei 1500, corre a Chicago sotto le 2h14’: ora è primatista europea delle distanze che vanno dai 1500 alla maratona. Stakanov era un pigrone.  

V
VAILLANT – E’ stato grazie a una brillante ultima frazione in 4x400 di Ludvy che la Francia non è uscita da Budapest a zero. Per il resto, notte fonda e Parigi si avvicina.

W
WARHOLM – Dopo il 2022 segnato da un brutto infortunio, riprende la marcia di Karsten, il vichingo dall’autoschiaffone facile. Un altro titolo mondiale e sei dei primi otto tempi dell’anno. Gli manca il vertice: alle finali di Eugene, Rai Benjamin, terzo a Budapest, ha fatto meglio di lui, 46”39.

X
FACTOR – Chi avrà questa polvere magica ai Giochi che celebrano i 100 anni di una edizione memorabile?

Y
YAVI – Winfred, campionessa mondiale dei 3000 siepi e con 8’54”29 quarta di tutti i tempi. E’ kenyana ma dall’età di 15 anni vive e gareggia per il Bahrain. E’ curioso notare che le quattro migliori di sempre sono kenyane ma solo una Beatrice Chepkoech, primatista mondiale, ha gareggiato e gareggia per il proprio paese: Ruth Jebet, poi squalificata per doping, aveva scelto proprio il Bahrain e Norah Tanui il Kazakistan.

Z
ZANE – Weir e Leo Fabbri e Paolo Dal Soglio, una sola, grande, massiccia entità, un gruppo scultoreo: un campione europeo indoor, un vicecampione mondiale all’aperto, un mentore andato vicino al podio olimpico. In tre, 66 metri.

 

 

 

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