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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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I sentieri di Cimbricus / Quando c'era ancora il Rastrello

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Sabato 12 Novembre 2022


restrello


La vicenda di Elena Vallortigara – cui una maleducata burocrazia impedisce di allenarsi – ci fa tornare alla mente quando la città del Palio era al centro dell’universo atletico, unendo l’Est e l’Ovest sulla stessa pista.

Giorgio Cimbrico 

Il comunista Renzo Corsi ci mandò a dormire dalle monache: le stanze, imbiancate a calce, del vecchio convento dai soffitti a vele, erano belle e luminose, le sorelle gentilissime. Pagammo 500 lire a testa: anche a metà degli anni Settanta era un prezzo assai modesto, vicino alla gratuità. Quando, molti anni dopo, sono tornato al Rastrello – magnifica visione del profilo della città (mi rifiuto dire skyline) – per un Siena-Genoa ho intravvisto i resti della pista, una delle tante sparite: Bologna, Firenze, Torino sia Comunale sia Delle Alpi direi che sono le ferite più significative. (una vecchia foto dello Stadio del Rastrello, ora scomparso).

Se si va a tartufare nel meraviglioso “Progression of World Records” –, un tempo compilato da Ekheard zur Megede (un nobile prussiano?) –, viene in superficie il record del mondo di Rodney Milburn, 13”1 nell’edizione del ’73. Il rilevamento manuale fu piuttosto generoso: quello elettronico risultò 13”41. Milburn aveva aperto la cronologia dei tempi centesimali con il 13”24 che gli aveva dato l’oro ai Giochi di Monaco di Baviera. Vinse con un margine molto ampio su Giuseppe Buttari, 13”8, che immancabilmente Paolo Rosi chiamava il pontino, per via della sua nascita nell’agro risanato dal regime. Più indietro, Marco Acerbi che se ne andò giovanissimo. 

Proprio Rosi, a Siena, fu il protagonista di un episodio memorabile: aveva chiesto un caffè e chi glielo portò inciampò in un cavo e glielo verso addosso. Era estate e Paolo era di bianco vestito. Gli scappò un moccolo che venne udito dal famigerato funzionario di servizio. Provò a giustificarsi: “Sono in mezzo alle gente, siamo in Toscana e qui tutti bestemmiano”. Se la cavò in qualche modo, grazie anche all’aiuto di un regista amico che intervenne sulla registrazione. 

Il fascino di Siena faceva colpo anche su chi veniva dall’altra parte del mondo, nel senso degli antipodi. In Piazza del Campo trovammo, nell’unico bar ancora aperto data l’ora, John Walker e Rod Dixon che trincavano allegramente, birra dopo birra. Ci sedemmo – parlo al plurale perché ero in compagnia di amici – e scambiammo quattro chiacchiere. Uno si azzardò a dire: “Ma come fate a gareggiare domani con tutta la birra che avete bevuto?”. “Nessun problema – rispose Walker –, domani mattina facciamo una ventina di chilometri di corsa lenta e buttiamo fuori tutto”. Quando l’empiria aveva la meglio sulla scienza. Il giorno dopo andarono forte. 

Era un magnifico meeting che riuniva (l’etichetta “dell’Amicizia” era perfetta) l’Ovest e l’Est: gareggiarono dei DDR quando la DDR non era ancora riconosciuta dall’Italia (ma senza indossare la maglia con il martello e il compasso) e sul rettilineo scesero, in un palio mondiale, velocisti di gran razza: il cubano Silvio Leonard e le lunghe gambe di Steve Williams divorarono quei 100 metri in 10”0: accadeva in un giorno di luglio del 1974. 

Era soprattutto il tempo di una festa nobile, di un’atletica semplice come il mondo che la circondava. E così ritrovare il nome della città che ospita gli affreschi lorenzettiani del Buon Governo non è stato piacevole. 

A Elena Vallortigara, che pare uscita dal pennello di un altro pittore, il Veronese, buon allenamento, ovunque possa praticarlo. La sua vita, le sue vicende dicono che non è facile metterla al tappeto. Neppure per un assessore dalla vista corta.

 

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