Roma 2024 / Nulla a che spartire con Roma '60
Giovedì 12 Febbraio 2015
(gfc) Si può essere o meno favorevoli alla candidatura di Roma 2024 (sarà formalizzata il prossimo 27 febbraio), ma si fa onestamente fatica ad accettare il parallelo - che traspare ad ogni piè sospinto, quasi lo si ritenga un viatico, una promozione - con i Giochi del 1960. Si potrebbe fare dell'ironia, ma sono convinto che tutto questo nasca più dall'ignoranza dei fatti che dalla malafede. Anche se è auspicabile che la scelta finale passi attraverso un referendum tra i cittadini, non solo romani, visto che i soldi in ballo sono tanti e appartengono a tutti gli italiani. Tutto così diventerebbe più chiaro e trasparente, avrebbe una giustificazione maggiore anche la presidenza del Comitato Promotore assegnata dall'alto (sembrerebbe da Renzi, ...) a Luca Cordero di Montezemolo, uomo che di impegni dovrebbe averne già tanti (Italo, Alitalia, Banche, ecc.), anche dopo la principesca buonuscita dalla Ferrari. Ma torniamo a Roma '60.
Roma '24 / Montezemolo sta a Carraro come Malago' a Barelli
Giovedì 12 Febbraio 2015
LUCIANO BARRA
È come l’influenza autunnale. Appena esce l’idea di fare qualcosa di importante nello sport, ecco che rispuntano le ombre di avvenimenti organizzati nel passato. Ed il più delle volte quelle ombre sono superficiali e qualunquiste. Così sta accadendo: si parla della Candidatura di Roma ai Giochi del 2024 ed ecco che escono le ombre dei Mondiali di calcio 1990 e di quelli di nuoto del 2009. Il Sindaco di Roma ha persino parlato dei Giochi di Roma 1960! Absit iniura verbis! Onesti e Zauli si rivolteranno nella tomba. Bisognerà che qualcuno dia al Sindaco Marino una copia del Rapporto Ufficiale dei Giochi della XVII Olimpiade per capire che per quei Giochi tutti gli impianti sportivi furono finanziati direttamente dal CONI e poi donati alla città, famosa per non aver mai costruito a Roma un impianto sportivo serio. Forse lui si riferisce ad un eventuale contenzioso aperto fra Comune e il defunto INCIS sulla costruzione del Villaggio Olimpico, …
Opinioni / Rugby e Calcio: credibilita', infortuni, manipolazione
Mercoledì 11 Febbraio 2015
GIACOMO MAZZOCCHI
Assistito ad Italia-Irlanda del “Sei Nazioni” allo Stadio Olimpico dove lunedì 9 febbraio si è giocata la partita Lazio-Genoa di calcio spostata per cedere l’impianto al rugby. L'evento suggerisce tre considerazioni rilevanti. L'Olimpico era gremitissimo in ogni ordine di posti. Mancavano solo i bloccati dalla neve sull'Autostrada del Sole! Comunque, non si notava. Lunedì per il match di calcio di Serie A fra due squadre in lotta per entrare in Champion’ League si attendevano poco più di 20.000 spettatori, abbonati e ragazzi inclusi, nonostante Lotito avesse abbassato i prezzo della curva di 1 euro! In tutti gli altri stadi italiani è la stessa assenza di grande pubblico, San Siro compreso. Solo il nuovo stadio torinese di proprietà della Juventus si aggira sui 40.000 spettatori. Per trovare spettatori sopra le 70.000 unità, anche a San Siro e all’Olimpico di Roma, bisogna attendere il Rugby. Neanche la Nazionale di calcio riesce più a richiamare il pubblico delle grandi occasioni.
Kenya & Doping / Un nuovo tipo di "colonizzazione"?
Sabato 7 Febbraio 2015
LUCIANO BARRA
Nel recente articolo sulle candidature di Coe e Bubka alla presidenza della IAAF, ho indicato il problema del Doping come uno dei più gravi che il futuro Presidente dovrà risolvere. In particolare ho scritto (e scusate l’autocitazione, ma assolutamente necessaria): ”Il vero problema è il ‘modello di atletica’ che negli ultimi venti anni si è perseguito: record e dollari a tutti i costi. Fino a quando non si cambia questo modello il problema del doping non si risolverà. Così come fino a quando non verranno introdotte norme chiare per investigare e squalificare tutti coloro che sono intorno agli atleti (medici, tecnici, manager, e quanto altro) il bubbone non si estirperà. Chi crede che siano gli atleti a doparsi solo per il risultato, non ha capito nulla.” Alcuni fatti accaduti in Kenya in questi giorni mi autorizzano ad entrare in maniera più precisa nel problema e vedere di scoperchiare alcune pentole. Anche quanto accaduto in Russia è ormai arcinoto, non tanto per la quantità di casi doping, ma soprattutto per quanto accaduto intorno a una campionessa della Maratona con accuse corruzione a dirigenti nazionali ed internazionali. Per mia salvaguardia, come dice Maurizio Crozza, “io non ci credo” (!)
IAAF / Tra Bubka e Coe chi sara' il nuovo presidente?
Martedì 3 Febbraio 2015
La lotta tra due grandi ex-atleti per governare uno sport che ha molti problemi e che necessita di una rapida rifondazione
LUCIANO BARRA
Con il recente annuncio di Sergey Bubka, che segue quello di alcuni mesi fa di Sebastian Coe, la corsa alla presidenza della IAAF è incominciata sul serio. Non è prevedibile un terzo candidato, anzi ce ne è sempre stato solo uno, e va ricordato come in 103 anni di storia il nuovo eletto sarà solamente il sesto presidente della federazione internazionale di atletica, a sottolineare quanto questa federazione sia stata nel tempo molto “conservatrice”. Prima di iniziare, merita un breve excursus su quanto accaduto in questi 103 anni, anche per meglio capire cosa ci attende. Vediamo. Tre giorni dopo la conclusione dei Giochi Olimpici di Stoccolma 1912, Siegfrid Edström – velocista svedese di livello nazionale – forte dal successo dei Giochi di cui era stato presidente, fu l’artefice della fondazione della IAAF diventandone presidente, scettro tenuto per ben 34 e lasciato solo per andare a presiedere il CIO. Rimane famoso per aver impedito a Paavo Nurmi la partecipazione ai Giochi di Los Angeles del 1932 con l’accusa di professionismo. Ciò creò una dolorosa frattura fra Svezia e Finlandia che fu rimarginata solo nel 1952, quando a Nurmi fu dato l’onore di accedere il tripode all’apertura dei Giochi di Helsinki.
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