Giochi Olimpici Estivi - 1996
1996 Atlanta
Giochi della XXVI Olimpiade
(gfc) L’edizione del Centenario era stata a lungo vagheggiata dalla Grecia. Dal bussolotto era invece uscito il nome della capitale della Georgia: alla quinta votazione Atlanta prevaleva su Atene per 51 voti a 35 (fino ad allora i greci erano stati sempre in testa). Misteri della geo-politica e degli affari. Non per nulla qualcuno ricordò che Atlanta era sede di diverse multinazionali, e tra loro la Coca Cola.
Una volta avviata, la manifestazione ha presentato aspetti contraddittori. Malgrado la tecnologia dispiegata, la città ha mostrato un volto distratto e caotico. In vacanza la maggior parte degli abitanti, allontanti i tanti “homeless”, l’atmosfera s’è fatta insostenibile dopo l’attentato al “Centennial Olympic Park”, quando uno squilibrato ha fatto esplodere una bomba in un cestino dei rifiuti, uccidendo due persone e ferendone più d’un centinaio.
Quelle di Atlanta (presenti 197 nazioni e oltre 10.000 partecipanti, due nuovi record) sono state le prime Olimpiadi a “numero chiuso”, con gli atleti obbligati preventivamente a conquistare sul campo il diritto a gareggiare. Una novità che, assieme alla caduta d’ogni restrizione verso i “professionisti”, ha fatto della ventiseiesima edizione una rassegna molto distante da quella ideata de Coubertin, seppure in linea con i tempi e la dittatura della TV. Per di più ad Atlanta si è ampliato ancora il programma con l’ingresso di due nuovi sport molto americani, beach-volley e softball, ma anche mountan-bike e calcio femminile.
L’eroe dei Giochi è stato ancora Carl Lewis, il “figlio del vento” capace di vincere, a 35 anni suonati, il quarto oro consecutivo nel salto in lungo. “King Carl”, testimonial Pirelli in tacchi a spillo, dopo l’8.50 che lo consegnava alla storia, prima di uscire ha raccolto un pugno di sabbia dalla buca di caduta. Un pugno di sabbia: solo ciò che resta di una grande Olimpiade? Nel rispetto di Giochi molto “casalinghi” (la TV seguiva in pratica solo i padroni di casa) gli Stati Uniti hanno superato “quota 100” – con 44 ori, 32 argenti e 25 bronzi – seguiti a distanza dalla Germania (65), dalla Russia (61) e dalla Cina (50).
L’Italia si era ben posizionata con le sue 35 medaglie, una in meno di quelle riportate nel 1932 e nel ’60, ma con un programma più ampio. Nella squadra azzurra – 364 elementi comprese le riserve – spiccava l’arciera Paola Fantato, la sola atleta italiana (e la seconda al mondo) ad aver gareggiato sia alle Paralimpiadi che ai Giochi Olimpici. Ad Atlanta Paola, che durante l’apertura aveva sfilato alla testa della squadra azzurra, si è classificata nona nella prova a squadre.
Ad osservarle meglio va detto che le medaglie azzurre sono in maggioranza arrivate, al solito, dalla Scherma, ma anche – e queste ultime erano meno attese – dalla Canoa e dal Ciclismo dove i pistard, uomini e donne, hanno ottenuto grandi prestazioni, anche grazie (nel ciclismo) a mezzi meccanici di nuova concezione.
La scheda di Atlanta 1996
Date: 19 Luglio / 4 Agosto 1996.
Nazioni presenti: 197 (vincitrici di medaglie: 79).
Atleti partecipanti: 10.318 (6806 uomini, 3512 donne).
Apertura dei Giochi: Bill Clinton, presidente degli Stati Uniti.
Accensione del tripode: Muhammad Ali [Cassius Clay] (Pugilato).
Programma tecnico: 31 sport, 271 gare (163 uomini, 97 donne, 11 open).
Medaglie assegnate: 842 (271 Oro, 273 Argento, 298 Bronzo).
Giuramento degli atleti: Teresa Edwards (Basket).
Membri italiani del CIO: Franco Carraro (dal 1982), Primo Nebiolo (dal 1992), Mario Pescante (dal 1994), Ottavio Cinquanta (dal 1996).
Presidente del CONI: Mario Pescante.
Sede della delegazione: Villaggio Olimpico.
Alfiere della squadra: Giovanna Trillini (Scherma).
Attachè: Piercarlo Marinozzi.
Atleti italiani in gara: 340 (236 uomini, 104 donne).
Riserve o infortunati: 24 (18 uomini, 6 donne).
Medaglie vinte: 35 (13 Oro, 10 Argento, 12 Bronzo).
Atleti italiani vincitori di medaglie: 65 (50 uomini e 15 donne).
Giochi della XXVI Olimpiade
(gfc) L’edizione del Centenario era stata a lungo vagheggiata dalla Grecia. Dal bussolotto era invece uscito il nome della capitale della Georgia: alla quinta votazione Atlanta prevaleva su Atene per 51 voti a 35 (fino ad allora i greci erano stati sempre in testa). Misteri della geo-politica e degli affari. Non per nulla qualcuno ricordò che Atlanta era sede di diverse multinazionali, e tra loro la Coca Cola.
Una volta avviata, la manifestazione ha presentato aspetti contraddittori. Malgrado la tecnologia dispiegata, la città ha mostrato un volto distratto e caotico. In vacanza la maggior parte degli abitanti, allontanti i tanti “homeless”, l’atmosfera s’è fatta insostenibile dopo l’attentato al “Centennial Olympic Park”, quando uno squilibrato ha fatto esplodere una bomba in un cestino dei rifiuti, uccidendo due persone e ferendone più d’un centinaio.
Quelle di Atlanta (presenti 197 nazioni e oltre 10.000 partecipanti, due nuovi record) sono state le prime Olimpiadi a “numero chiuso”, con gli atleti obbligati preventivamente a conquistare sul campo il diritto a gareggiare. Una novità che, assieme alla caduta d’ogni restrizione verso i “professionisti”, ha fatto della ventiseiesima edizione una rassegna molto distante da quella ideata de Coubertin, seppure in linea con i tempi e la dittatura della TV. Per di più ad Atlanta si è ampliato ancora il programma con l’ingresso di due nuovi sport molto americani, beach-volley e softball, ma anche mountan-bike e calcio femminile.
L’eroe dei Giochi è stato ancora Carl Lewis, il “figlio del vento” capace di vincere, a 35 anni suonati, il quarto oro consecutivo nel salto in lungo. “King Carl”, testimonial Pirelli in tacchi a spillo, dopo l’8.50 che lo consegnava alla storia, prima di uscire ha raccolto un pugno di sabbia dalla buca di caduta. Un pugno di sabbia: solo ciò che resta di una grande Olimpiade? Nel rispetto di Giochi molto “casalinghi” (la TV seguiva in pratica solo i padroni di casa) gli Stati Uniti hanno superato “quota 100” – con 44 ori, 32 argenti e 25 bronzi – seguiti a distanza dalla Germania (65), dalla Russia (61) e dalla Cina (50).
L’Italia si era ben posizionata con le sue 35 medaglie, una in meno di quelle riportate nel 1932 e nel ’60, ma con un programma più ampio. Nella squadra azzurra – 364 elementi comprese le riserve – spiccava l’arciera Paola Fantato, la sola atleta italiana (e la seconda al mondo) ad aver gareggiato sia alle Paralimpiadi che ai Giochi Olimpici. Ad Atlanta Paola, che durante l’apertura aveva sfilato alla testa della squadra azzurra, si è classificata nona nella prova a squadre.
Ad osservarle meglio va detto che le medaglie azzurre sono in maggioranza arrivate, al solito, dalla Scherma, ma anche – e queste ultime erano meno attese – dalla Canoa e dal Ciclismo dove i pistard, uomini e donne, hanno ottenuto grandi prestazioni, anche grazie (nel ciclismo) a mezzi meccanici di nuova concezione.
La scheda di Atlanta 1996
Date: 19 Luglio / 4 Agosto 1996.
Nazioni presenti: 197 (vincitrici di medaglie: 79).
Atleti partecipanti: 10.318 (6806 uomini, 3512 donne).
Apertura dei Giochi: Bill Clinton, presidente degli Stati Uniti.
Accensione del tripode: Muhammad Ali [Cassius Clay] (Pugilato).
Programma tecnico: 31 sport, 271 gare (163 uomini, 97 donne, 11 open).
Medaglie assegnate: 842 (271 Oro, 273 Argento, 298 Bronzo).
Giuramento degli atleti: Teresa Edwards (Basket).
Membri italiani del CIO: Franco Carraro (dal 1982), Primo Nebiolo (dal 1992), Mario Pescante (dal 1994), Ottavio Cinquanta (dal 1996).
Presidente del CONI: Mario Pescante.
Sede della delegazione: Villaggio Olimpico.
Alfiere della squadra: Giovanna Trillini (Scherma).
Attachè: Piercarlo Marinozzi.
Atleti italiani in gara: 340 (236 uomini, 104 donne).
Riserve o infortunati: 24 (18 uomini, 6 donne).
Medaglie vinte: 35 (13 Oro, 10 Argento, 12 Bronzo).
Atleti italiani vincitori di medaglie: 65 (50 uomini e 15 donne).
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