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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Gianfranco Colasante
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Giochi Olimpici Estivi - 1980

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1980 Mosca

Giochi della XXII Olimpiade


1980 mosca


(gfc) A seguito dell'invasione dell'Afganistan da parte delle truppe sovietiche, iniziata nella notte di Natale del 1979, il presidente americano Jimmy Carter minacciò il boicottaggio dei Giochi di Mosca nel caso i soldati dell’Unione Sovietica non si fossero ritirati prima del 20 febbraio 1980 (data che cadeva entro il periodo dei Giochi Invernali di Lake Placid, dove peraltro i sovietici furono presenti). La mancata risposta da parte dell’URSS – sconfitti dalla resistenza afgana, i sovietici saranno obbligati a ritirarsi dieci anni più tardi – fece scattare il più grande boicottaggio della storia olimpica, reiterato quattro anni dopo da parte dei russi e dei loro alleati nei confronti di Los Angeles.

Dopo serrate trattative, alla fine furono 65 i paesi che rifiutarono di inviare i loro atleti a Mosca. Oltre agli Stati Uniti, tra i maggiori rinunciarono Canada, Cina, Germania, Giappone, Kenia, Norvegia. Altri, pur schierati nell’alleanza occidentale, decisero di prendere parte in ogni caso alle gare: tra loro Australia, Danimarca, Gran Bretagna, Finlandia, Francia, Irlanda, Nuova Zelanda, Olanda, Spagna, Svezia. In quelle condizioni, tre giorni prima dell’inizio, il CIO elesse un nuovo presidente nella persona dello spagnolo Juan Antonio Samaranch.

Anche l’Italia, come stabilì quasi all’unanimità il CN del CONI (29 voti a favore e 3 contrari), si espresse per la partecipazione pure se il Governo, a quel tempo retto dal leader socialista Bettino Craxi, aveva già dato una sofferta adesione politica al boicottaggio. Alla fine le autorità italiane, mediando col nuovo presidente del CONI Franco Carraro, non si opposero in toto alla partecipazione, ma imposero che gli atleti militari restassero a casa e che, nella cerimonia d'apertura, la squadra sfilasse senza la bandiera nazionale (come fecero altre nazioni) e con la sola scritta "CONI" sul cartello di presentazione. In quelle condizioni, sul fronte italiano, ci furono rinunce dolorose, con l’assenza di alcuni elementi da medaglia, come il nuotatore Marcello Guarducci, il pentathleta Daniele Masala, lo judoka Felice Mariani e i fratelli D’Inzeo.

Ma Mosca fu anche teatro di pagine esaltanti per lo sport italiano. Come dimostrò la vittoria di Pietro Mennea sui 200 metri, al termine della sua migliore esibizione sulla distanza (malgrado la mediocre prova fornita poco prima sui 100). E l’affermazione di Sara Simeoni nell’alto e del marciatore Maurizio Damilano sui 20 chilometri. Gare, queste ultime, sulle quali il boicottaggio aveva avuto un incidenza trascurabile.

Alla fine gli azzurri riporteranno otto medaglie d’oro. La prima sarà quella del tiratore a volo Luciano Giovannetti. Seguiranno quelle di Patrizio Oliva nel pugilato, della squadra di Completo, di Ezio Gamba nello judo e di Claudio Pollio nella lotta. In ossequio alle disposizioni ricevute, le nostre vittorie vennero però salutate solo dalla bandiera a cinque cerchi e dall’esecuzione dell’inno olimpico. Niente Inno di Mameli.


La scheda di Mosca 1980


Date: 19 Luglio / 3 Agosto 1980.
Nazioni presenti: 81 (vincitori di medaglie: 36).
Atleti partecipanti: 5217 (4092 uomini, 1125 donne).
Apertura: Leonid Brezhnev, presidente dell'URSS.
Accensione del tripode: Sergei Belov.
Giuramento degli atleti: Nikolai Andryanov (Ginnastica).
Programma tecnico: 24 sport, 203 gare.
Medaglie assegnate: 631 (204 Oro, 204 Argento, 223 Bronzo).

Membri italiani del CIO: Giorgio de' Stefani (dal 1951).
Presidente del CONI: Franco Carraro.
Capo della delegazione: Mario Pescante.
Sede delle delegazione: Villaggio Olimpico.
Alfiere della squadra: nessuno.
Attaché: Renzo Benzoni.

Atleti italiani in gara: 159 (121 uomini, 38 donne).
Riserve o non entrati: 9 (solo uomini).
Medaglie vinte: 15 (8 Oro, 3 Argento, 4 Bronzo).
Atleti italiani vincitori di medaglie: 35 (32 uomini, 3 donne).

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