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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
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Giochi Olimpici Estivi - 1904

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1904 Saint Louis


Giochi della III Olimpiade


1904


(gfc) I successi ottenuti dagli atleti americani nelle prime due Olimpiadi, fecero accettare l’idea che la terza edizione si potesse tenere negli Stati Uniti. Ma quelli di Saint Louis furono Giochi che de Coubertin avrebbe volentieri cancellato dalla memoria olimpica. Nella città più importante del Missouri l’idea olimpica toccò il suo punto più basso e la fragile creatura, appena nata, rischiò il collasso. Per la verità il CIO aveva designato Chicago come sede della III Olimpiade, ma la concomitanza di una grande Esposizione Universale indetta per celebrare l’acquisto del territorio della Louisiana da parte dell’Unione, fece pendere la bilancia per Saint Louis. Si disse, al tempo, anche per l’intervento decisivo di Theodore Roosevelt, appena eletto alla presidenza degli Stati Uniti.

La grande distanza e l’onerosità del viaggio, tennero lontani la gran parte degli atleti europei. Furono solo 13 le nazioni rappresentate e 632 gli atleti partecipanti, dei quali ben 526 di nazionalità americana. Di italiani, ovviamente, neppure a parlarne. C'era altro cui pensare. Il nostro paese, guidato dal governo Giolitti, era in quell’anno più seriamente alle prese con gravi tensioni sociali sfociate nei grandi scioperi e negli eccidi nel Meridione.

Le Olimpiadi di Saint Louis sono passate alla storia come le più durature e con il programma più gonfio, anche se gli sport ufficiali furono solo 15. Le competizioni, inaugurate il 14 maggio e concluse solo il 18 novembre, si svolsero in un clima di grande confusione con l’assegnazione della catastrofica cifra di 390 titoli (anche se poi il rapporto ufficiale ne elencò soltanto 85). Tra l’altro, il programma ospitò prove offensive per lo stesso spirito olimpico, quali la corsa dei barili, … Si toccarono punte di bizzarria da baraccone con gli “anthropological days”, giornate di gare riservate a pigmei, indiani d’America, ainus giapponesi, uomini di pelle scura, caffiri sudafricani, patagoni, filippini e (chissà perché) turchi e siriani! Altro che messaggio di classicità. Bene aveva fatto de Coubertin a non recarsi neppure a Saint Louis: s’era evitato rimpianti e penose delusioni.

I risultati, comunque, malgrado gli impianti improvvisati, furono di buon livello per l’epoca, specie nell’atletica leggera dove gli studenti americani, più impegnati tra loro che contro avversari stranieri, vincendo 23 delle 25 prove previste, riuscirono a battere sei record mondiali e dieci olimpici. Il miglio fu il potente velocista del Michigan, Archie Hahn che corse i 200 metri in 21”6, limite rimasto imbattuto fino al giochi del ’32, riportando la vittoria anche nei 60 e nei 100 metri.

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