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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Sci alpino / Dopo i Mondiali arriva il momento delle scelte dolorose

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Lunedì 16 Febbraio 2015

E' calato nel modo più mortificante per gli azzurri il sipario ai Mondiali di Sci alpino di Vail/Beaver Creek (dove i precedenti, nel 1989 e nel 1999, erano stati altrettanto disastrosi). Con la preoccupante aggravante che i nostri (salvo qualche rara eccezione) sono sempre stati fuori dal gioco. A recriminare. Italia di nuovo all'anno zero, quindi? Sembrerebbe proprio di sì, almeno a guardare sconsolati il medagliere: dieci nazioni che si dividono le 48 medaglie in palio, tornata in testa l'Austria (le aquile hanno vinto 5 ori, 3 argenti e 1 bronzo) davanti a Stati Uniti (2 ori, 1 argento, 2 bronzi) grazie a Mikaela Shiffrin che ha sostituito alla grande la deludente Vonn. Noi purtroppo fuori. Secondo alcuni continuiamo a pagare il tributo ai Giochi di Torino 2006 che hanno costituito, piaccia o meno, uno spartiacque tecnico/economico, una specie di pantano dal quale non riusciamo a venire fuori. Come poi hanno puntualmente dimostrato le due successive edizioni olimpiche: Vancouver con un oro, Sochi addirittura con zero tituli. 

Sarà pure un problema di uomini e di gestione. Ma anche per la profonda crisi della federazione, transitata attraverso un periodo di commissariamenti (Franco Carraro) e poi un cambio di conduzione traumatico, con strascichi fino in tribunale che non hanno prodotto nulla di buono. Adesso la FISI si trova a un guado: il presidente Flavio Roda fa in pratica anche il CT e questo non pare proprio un bene. Anzi, pare aver creato una frattura tra i tecnici (il gruppo degli allenatori capeggiati da Massimo Rinaldi) e gli atleti. Alla vigilia, con 13 podi stagionali di Coppa del Mondo, si poteva sperare in qualcosa di più. Ora, tornati a casa bastonati, si deve fare qualcosa al più presto. Sarà il caso di esaminare con calma la situazione e decidere. Senza trovare alibi nella riduzione delle risorse (che non abbondano neppure altrove, Austria a parte), ma cercando di rimediare al disordine tecnico e facendosi venire qualche buona idea.

Intanto si registra che la figuraccia sulle nevi molli di Vail ha avuto una coda spiacevole: la squadra ha disertato la cerimonia di chiusura perchè ... "faceva freddo". Non sappiamo se lo contemplino i regolamenti, ma visto che riprendiamo a parlare di Olimpiadi in casa, non sarebbe il caso che il CONI distribuisse qualche tiratina d'orecchi?        

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