- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Roma 2024 / Nulla a che spartire con Roma '60

PDFPrintE-mail

Giovedì 12 Febbraio 2015

1960 roma


(gfc) Si può essere o meno favorevoli alla candidatura di Roma 2024 (sarà formalizzata il prossimo 27 febbraio), ma si fa onestamente fatica ad accettare il parallelo - che traspare ad ogni piè sospinto, quasi lo si ritenga un viatico, una promozione - con i Giochi del 1960. Si potrebbe fare dell'ironia, ma sono convinto che tutto questo nasca più dall'ignoranza dei fatti che dalla malafede. Anche se è auspicabile che la scelta finale passi attraverso un referendum tra i cittadini, non solo romani, visto che i soldi in ballo sono tanti e appartengono a tutti gli italiani. Tutto così diventerebbe più chiaro e trasparente, avrebbe una giustificazione maggiore anche la presidenza del Comitato Promotore assegnata dall'alto (sembrerebbe da Renzi, ...) a Luca Cordero di Montezemolo, uomo che di impegni dovrebbe averne già tanti (Italo, Alitalia, Banche, ecc.), anche dopo la principesca buonuscita dalla Ferrari. Ma torniamo a Roma '60.

La differenza tra quell'edizione e quella che ora si intende organizzare sugli stessi impianti tra nove anni, rimane abissale. Vediamo. Per restare ai soli fatti sportivi, e valutare la distanza tra i due eventi, basta ricordare il calcio del 1960 e confrontarlo con quello attuale, diritti TV compresi. Allora c'era lo sport nella Scuola, oggi le Scuole devono fronteggiare addirittura problemi ... statici. Ma restando ai fatti, si deve ricordare che la candidatura di Roma 1960 non fu improvvisata con qualche telefonata tra maggiorenti, ma risultò un processo lungo ed elaborato, un puzzle nel quale si misero a posto le tessere con un lavoro di anni, seguendo un progetto studiato e sognato (qui è il caso di dirlo) nei minimi dettagli.

Poteva contare su una squadra di personalità che nessuno aveva nominato, ma che si proponevano per la loro competenza. Ma soprattutto Roma '60 era l'apertura al mondo non di una città, ma di un intero Paese che viveva con entusiamo la ricostruzione dalle macerie, anche morali, lasciate dalla guerra. Di quella stagione, resta la foto della commovente fiaccolata finale che gli spettatori improvvisarono sui gradoni dello splendido Stadio Olimpico, poi massacrato da Italia '90 (presidente sempre ... Montezemolo).  

Ancora. Allora c'era Abebe Bikila che correva a piedi nudi sperando di essere promosso sergente; ora ci sono centurie di atleti degli altipiani che della maratona hanno fatto un business colossale alimentando le multinazionali delle ... scarpette da corsa. Erano quelli i giorni de "La dolce vita" di Fellini, la fontana di Trevi era l'emblea di una Roma splendida e melanconica: provate a guardare oggi come è tenuta (sempre che riusciate a superare le bancarelle e scansare i questuanti, ...). Qui si aprirebbe un altro tema: com'era la Roma del '60 e come è ridotta oggi, centro e periferie, a vostra scelta. Senza polemica di alcun tipo, solo come una riflessione. E infine, ma ci torneremo, i soldi per Roma '60 li mise tutti il CONI traendoli dal Totocalcio, così come li aveva messi in toto per Cortina '56 (che costò esattamente 3.213.046.330 lire. Non pare che altrettanto minuzioni siano stati i resoconti di ... Italia '90).

Certo, altri tempi, Ma in conclusione una preghiera: che facciano pure (se li assegneranno) i Giochi 2024, ma per favore che non li paragonino a Roma 1960, per non rovinare ciò che hanno rappresentato per alcune generazioni di italiani quelle Olimpiadi. In anni molto lontani: quando si viveva in bianco/nero, si guardava al futuro con gli occhi della speranza e lo sport aveva tutt'altri valori.

 

Cerca