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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Giochi 2024 / Roma: una candidatura tutta da chiarire

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Lunedì 10 Novembre 2014

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Nelle ultime ore si sono di nuovo levate le voci su una candidatura di Roma ai Giochi del 2024. Cerchiamo di capire. Dopo le recenti defezioni per le edizioni invernali (Oslo, Monaco di Baviera, Polonia), il vero problema sul tavolo del CIO (e del suo presidente Thomas Bach) resta l’esigenza di ricevere proposte credibili e, se possibile, multiple. Anche se tutti si rendono conto della necessità di introdurre nuove regole d’ingaggio, di una nuova filosofia, che il CIO stesso individua nell’abbattimento dei costi, in una piena informazione e condivisione pubblica e in una politica per gli impianti che guardi più alle gestioni future che alle nuove costruzioni. Il CIO affronterà la materia in dicembre, a Monte Carlo, in una sessione straordinaria dedicata all’argomento. Dopo questa premessa torniamo alla ventilata ipotesi (l’ennesima) di Roma 2024.

Nella recentissima assemblea dei Comitati Olimpici (ACNO) tenuta a Bangkok il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha velocemente incontrato Bach e il capo dell’Associazione, lo sceicco kuwaitiano Ahmad El-Fahad Al-Sabah. A quanto è dato di sapere – lo riferisce il sito del CONI – Malagò ha porto a Bach i saluti del premier Matteo Renzi da lui brevemente incontrato il 4 novembre e col quale avrebbe parlato di una “possibile candidatura dell’Italia” per il 2024. Niente altro. A parte l’inesattezza (che non è da poco) sull’Italia al posto di una città italiana, l’unica certezza rimane l’invito rivolto a Bach perché intervenga alla … Messa degli sportivi che si celebrerà in Vaticano il 19 dicembre. Come termini di candidatura credibile, pare un po’ poco.

Parti in causa - Sarebbe quindi opportuno chiarire meglio, e al più presto, le posizioni delle parti in causa: Governo, Comune, CONI. Sempre che ci sia qualcosa da chiarire. La scelta della città designata ad ospitare i Giochi estivi del 2024 avverrà nella tarda estate del 2017 e di tempo per preparare le cose per bene non ce n’è molto, meno di venti mesi. Indipendentemente dalle decisioni di Monte Carlo. Il presidente Bach è stato interessato più volte alle pretese di Roma: l’ultima, il 22 novembre 2013, quando a palazzo Chigi incontrò l’allora premier Enrico Letta, prima che Renzi lo esautorasse col celebre “stai sereno, Enrico, …”. Anche allora i suoi entusiasmi furono contenuti.

La nostra posizione in merito è nota. Per non ripeterci, in tema di serietà e profondità di pensiero, rimandiamo a quanto hanno scritto il direttore della Gazzetta dopo la scelta di Tokyo 2020 e, più recentemente, Perluigi Battista sul Corriere della Sera. Una candidatura olimpica è faccenda piuttosto seria che mette in gioco qualcosa che sconfina nella credibilità di un intero paese, non soltanto nello sport. E purtroppo noi, malridotti e sfiduciati come siamo, non abbiamo bisogno di altre lezioni d’umiltà. Sarà allora utile – per maggior chiarezza – dare un’occhiata a quanto sta avvenendo all’estero circa il medesimo argomento. Vediamo.

Stati Uniti – Manifestazioni di interesse al Comitato Olimpico USA le hanno avanzate 11 città le quali, dopo sopralluoghi e documentazioni, sono state ridotte a quattro: in stretto ordine alfabetico Boston, Los Angeles, San Francisco, Washington. Queste ultime hanno avuto sei mesi di tempo per affinare la loro proposta da sottoporre al C.O. che prenderà la sua decisione all’inizio del 2015. Attorno alla città prescelta si coagulerà quindi la candidatura americana.

Germania – I 25 anni dalla caduta del Muro hanno riproposto il paese all’attenzione del mondo, non solo in chiave economica che comunque resta la più solida del Vecchio Continente. Dopo la rinuncia di Monaco, due sono le città tedesche intenzionate a proporsi per il 2024: Amburgo e la stessa Berlino. Il Comitato Olimpico ha già valutato le documentazioni e, per esprimersi, resta in attesa delle decisioni che il CIO assumerà il prossimo mese. Nel frattempo i comitati promotori delle due città stanno operando per informare e preparare i propri cittadini ad un eventuale referendum consultivo.

Parigi – Potrebbe essere la proposta più forte. Proprio in queste ore riconfermata dal presidente François Hollande che per il biennio 2024-2025 sogna l’accoppiata Giochi Olimpici e Expo. Parigi è uscita sconfitta tre volte da precedenti consultazioni: per il 2012 è stata battuta da Londra per soli 4 volti (50 a 54), un verdetto che brucia ancora. Per di più il 2024 coinciderebbe con il centenario di Colombes 1924, l’edizione narrata nello splendido Chariots of Fire di Hugh Hudson. Un’occasione fin troppo ghiotta per la mai rigettata grandeur d’oltralpe. Sul progetto di fattibilità stanno lavorando da sei mesi un centinaio di esperti suddivisi in 20 commissioni, ciascuna per un settore.

E da noi? Nulla di più di qualche annuncio di maniera. Non sono noti né un’idea né un gruppo di lavoro. Il CONI si trova al minimo storico come autorevolezza e capacità operativa della struttura. Quindi sarà obbligato, se la proposta si traducesse in qualcosa di più, a rivolgersi all’esterno. I bene informati parlano di una precisa indicazione ricevuta dal premier, ma qui siamo sul piano del pettegolezzo e non ci interessa. Per di più la città di Roma qualche problema più pressante pare proprio averlo. La stessa inaugurazione della famosa Linea C della metro è avvenuta ieri tra incidenti, ritardi e ironie. Perfino l’assessore capitolino alla qualità della vita e allo sport, Luca Pancalli, ha dovuto verificare la difficoltà ad entrare ed uscire dalle carrozze per le carrozzine dei disabili. E non parliamo di costi.

Solo annunci? - In sintesi, in attesa di novità se pure ce ne saranno in tempi brevi, ci aspetteremmo qualcosa di più di annunci roboanti. Maggiore serietà e coinvolgimento, a cominciare da una più efficiente struttura che al CONI si occupi di comunicazione. E se possibile, il tutto accompagnato da una seria riflessione sullo stato dell’arte dello sport italiano e da un suo innovativo modello di rilancio, se non proprio di sviluppo, per i prossimi anni. Giochi o meno. Solo così una (nuova) candidatura olimpica di Roma avrebbe un senso compiuto anche in vista delle cifre che richiederebbe al contribuente. E non rischierebbe di risolversi in una malriuscita improvvisata, tipo celebrazione del cosiddetto Centenario. Vero, Malagò?  

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