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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Amarcord / In ricordo di Luigi Gnocchi, primatista europeo

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Martedì 21 Ottobre 2014

 

gnocchi


Nella carriera di Luigi Gnocchi – il miglior velocista italiano degli anni Cinquanta, scomparso sabato 18 ottobre a 81 anni – sono almeno tre le pagine scritte per la storia. Tutte racchiuse in un paio di mesi del 1956, la sua stagione migliore, conclusa a Melbourne quando, con la staffetta, mancò il podio olimpico per soli 9/100. Correva di preferenza i 100, ma sarebbe stato un grande duecentista, se si fosse allenato con maggiore intensità. Atleta filiforme e scattante, velocista naturale, alto 1.86 per 78 chili, aveva un fisico neppure paragonabile agli sprinter dei giorni nostri. Ma tutta l’atletica di quegli anni non conosceva le esasperazioni e gli isterismi odierni. Nato il 14 gennaio 1933 a Gallarate, s’era messo in luce nel 1952 vincendo le “Popolari”, la leva della Gazzetta dello Sport, quando i giornali sportivi erano traino al movimento. Ma poi all’atletica aveva finito per dedicare solo il tempo che gli lasciavano gli studi universitari (una volta laureato, la lascerà del tutto per dedicarsi alla professione di ingegnere).

Il primo acuto da incorniciare, per Gnocchi avvenne sulla pista in terra dell’Olimpico, il 29 settembre 1956. Vincendo per la terza volta il titolo italiano dei 100 eguagliò con 10”4 il record che Orazio Mariani aveva stabilito a Colombes, col secondo posto degli Europei ’38. In quell’occasione fece sensazione, sempre in 10”4, il genovese Franco Galbiati, un ragazzo poco più che diciottenne emerso dal fiorente vivaio della AAA Genova di Tullio Pavolini. Terzo fu il novarese della Doppieri, Giovanni Ghiselli. Fino all’esplosione di Berruti, quella restò la più veloce gara italiana.

Qualche settimana più tardi, a Firenze (13 ottobre), in un vittorioso incontro con la Francia, Gnocchi fu il primo frazionista della staffetta azzurra che chiuse in 40”1, lasciando a 6/10 i francesi. Gli altri erano, nell'ordine, Vincenzo Lombardo (all’epoca primatista dei 200 con 21”1), Giovanni Ghiselli e Franco Galbiati. Il 40”1 finale eguagliava il primato europeo che apparteneva, sin dal … 1939, a un quartetto tedesco. Grande festa nel clan azzurro. Ma durata solo una notte perché il giorno seguente, correndo a Colonia, i tedeschi ovest scesero a 40”0, riprendendosi la corona. Si può solo ricordare che le due piste erano entrambe di 500 metri (la IAAF imporrà la riduzione dello sviluppo a 400 solo nel 1961).

La rivincita tra italiani e tedeschi si accese il 1° dicembre, nel quadro della finale olimpica di Melbourne. Il mondo viveva giorni tragici, con la crisi di Suez e l’invasione sovietica dell’Ungheria. Gli italiani raggiunsero l’Australia dopo un viaggio aereo da tregenda, a tappe forzate, toccando Grecia, Iraq, Pakistan, India, Siam, Singapore, Indonesia. Una odissea di oltre 50 ore di volo. La sfide per la supremazia europea la vinse però … l’URSS, seconda in 39”8 dopo gli Stati Uniti di Bobby Morrow, primi in 39”5, record mondiale. Germania e Italia chiusero con lo stesso tempo di 40”3, ma il fotofinish premiò col terzo posto i tedeschi (solo molto più tardi, quando fu disponibile il responso elettrico, si vide che i giudici non s’erano sbagliati: 40”34 per i tedeschi, 40”43 per gli italiani). Quella fu l’ultima grande gara di Gnocchi.  

Di Luigi Gnocchi ho un bel un ricordo personale. Arrivò un giorno nel mio ufficio, al CONI – non so indirizzato da chi – perché voleva rivedere la pista del suo record. Non era possibile accontentarlo, se non da lontano, perché lo stadio in quei giorni stava subendo le violenze di Italia ’90 ed era solo un gigantesco cantiere. Del più bello stadio del mondo – quello che Zauli aveva curato come una sua creatura – restavano solo le foto e i disegni affidati ai libri di architettura, … La civiltà sportiva di un paese si misura anche così. Parlammò a lungo, quella mattina, come se ci conoscessimo da sempre.

Nella foto, l’arrivo dei 100 agli Assoluti del 1956. Da sinistra: Luigi Gnocchi (1.) 10”4 [RN], Vincenzo Lombardo (4.) 10”7, Sergio D’Asnach (5.) 10”7, Luigi Ghiselli (3.) 10”6, Franco Galbiati (2.) 10”4 [RN], Mario Colarossi (6.) 10”8.

 

 

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