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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Calcio / Derby Genny a' Carogna- Stato: ma alla fine paghiamo noi

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Martedì 6 Maggio 2014

Che lo sport italiano non se la passi molto bene, in chiave tecnica ma soprattutto morale, lo hanno mostrato in tutte le salse televisioni e giornali in margine all'incontro/scontro "Genny a' Carogna-Stato", finito, a voler essere generosi, in parità. E non vale a limitare il danno, tentare adesso di circoscrivere l'accaduto solo alla violenza nel calcio, che peraltro non abita solo nelle curve. Ma al cui consolidamento danno una generosa mano i club stessi con la ben nota tollerenza/complicità verso, come si usa dire, "le frange estreme" della tifoseria. Ma anche con l'assuefazione e l'incoraggiamento a certi comportamenti dei propri giocatori e dei propri allenatori, i quali non si fanno certo pregare per aizzare le reazioni delle stesse frange e del pubblico in genere (che, per fortuna, ha capito e sempre meno va allo stadio). Un film già visto, ma stavolta con un finale diverso. La resa assoluta delle istituzioni.

Anche se adesso tutti si affannano a prendere le distanze da uno schema comportamentale già ripetuto dieci, cento, mille volte, con le sfumature più varie. E promettendo, pensate un po', l'inasprimento dei Daspo, ... Tuttavia gli accadimenti di Roma di sabato 3 maggio hanno aperto una fase nuova, se vogliamo imprevista (?), perchè questa volta la recita è andata in scena davanti agli occhi delle massime autorità del paese e dello sport, CONI e Federcalcio appassionatamente divisi (Malagò e Abete). Da parte sua uno spettacolo che nasce come sport, quale il calcio, capace di mettere assieme un disastro finanziario pari a tre miliardi di debiti, avrebbe molto da farsi perdonare. Chiedendo scusa alla collettività per i costi che scarica sulle sue spalle. Senza voler conteggiare i fastidi alle persone e i danni alle cose, allo Stato (cioè a noi) il tutto costa 50 milioni di euro a stagione e mette a repentaglio l'incolumità di circa 200.000 agenti e carabinieri.

Intendiamoci, come per il passato siamo sicuri che non cambierà nulla. E men che meno qualcuno si sognerà di dare le dimissioni. D'altra parte lo hanno già annunciato i responsabili del paese e della sicurezza, Renzi e Alfano: facciamo finire il campionato e poi ne parliamo. "Saremo durissimi", hanno annunciato con sussiego e si capisce, dal momento che siamo in piena campagna alettorale. Ma almeno qualche risposta si potrebbe pur dare e da subito. Ad esempio, stabilendo che le spese che lo Stato e la collettività sostengono (un solo elicottero che volteggia su uno stadio sfila dalle nostre tasche da 5000 a 10.000 euro) venissero sostenute dai club: tanto già annegano in un mare di debiti, qualche decina di milioni in più non farebbe alcuna differenza. In attesa ovviamente della riapertura del "mercato" estivo, quando tutti - istituzioni e tifosi - riprenderanno a "sognare" ...

 

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