Cultura / I 100 anni dell'ASSI: un centenario dimenticato
Giovedì 21 Novembre 2013
(gfc) Cento anni fa – esattamente nella serata del 21 novembre 1913 – veniva costituito a Torino il primo organismo che riuniva i giornalisti sportivi: l’ASSI, acronimo dell’Associazione Stampa Sportiva Italiana, cui aderirono 77 cronisti o aspiranti tali. In quegli anni la professione giornalistica non aveva ancora i confini raggiunti oggi: se non era proprio terreno incolto, da pionieri, il giornalismo stentava a sfociare a pieno in una professione certa e, soprattutto, remunerata con dignità. La Federazione della Stampa, che aveva sede a Roma, era ancora suddivisa in 19 associazioni e sindacati giornalistici. Gli sportivi giungevano ben ultimi, secondo una tendenza che è rimasta immutata nel tempo. Motore e artefice della sua nascita era stato G.C. Corradini, un energico collega torinese che l’anno prima aveva dato alle stampe il Guerin Sportivo. L’ASSI ebbe vita travagliata e breve – come si usa dire – dal momento che, sopravvissuta a fatica alla prima guerra mondiale, negli anni Venti venne soppressa dall’introduzione delle leggi fasciste sull’informazione. Per riapparire dalle sue ceneri, nel 1947, col sostegno di Bruno Zauli, come USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana).
A quelle parole si ispira il mio recente “Miti e Storie del Giornalismo sportivo” (Garage Group, pag. 352, Roma 2013), che – nel celebrare il centenario della nascita dell’ASSI, si propone di riscoprire le origini e lo sviluppo del giornalismo sportivo in Italia, a partire dal primo ebdomadario apparso sin dal 1859, spingendosi fino ai Giochi di Roma. Una coincidenza, quella del centenario, che pare non aver emozionato più di tanto gli attuali reggitori dell’USSI. Per ricordare questo anniversario, avevo spedito una copia del libro – che riporta le biografie dei maggiori giornalisti del secolo scorso – all’attuale presidente dell’USSI, il collega Luigi Ferrajolo. Non ha neppure ringraziato. Anche questa, se vogliamo, è cultura sportiva.
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