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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Cultura / I 100 anni dell'ASSI: un centenario dimenticato

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Giovedì 21 Novembre 2013

(gfc)
Cento anni fa – esattamente nella serata del 21 novembre 1913 – veniva costituito a Torino il primo organismo che riuniva i giornalisti sportivi: l’ASSI, acronimo dell’Associazione Stampa Sportiva Italiana, cui aderirono 77 cronisti o aspiranti tali. In quegli anni la professione giornalistica non aveva ancora i confini raggiunti oggi: se non era proprio terreno incolto, da pionieri, il giornalismo stentava a sfociare a pieno in una professione certa e, soprattutto, remunerata con dignità. La Federazione della Stampa, che aveva sede a Roma, era ancora suddivisa in 19 associazioni e sindacati giornalistici. Gli sportivi giungevano ben ultimi, secondo una tendenza che è rimasta immutata nel tempo. Motore e artefice della sua nascita era stato G.C. Corradini, un energico collega torinese che l’anno prima aveva dato alle stampe il Guerin Sportivo. L’ASSI ebbe vita travagliata e breve – come si usa dire – dal momento che, sopravvissuta a fatica alla prima guerra mondiale, negli anni Venti venne soppressa dall’introduzione delle leggi fasciste sull’informazione. Per riapparire dalle sue ceneri, nel 1947, col sostegno di Bruno Zauli, come USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana).

Tra i suoi tanti meriti, Corradini (firma autorevole della Stampa e della Gazzetta dello Sport), poteva annoverare l’aver lasciato ai posteri sul finire della sua esistenza, nel 1956, un aureo libretto nel quale tentava una ricostruzione dei primi anni del giornalismo sportivo che affondava le sue radici nell’Ottocento. A presentazione di quelle poche pagine, Corradini scriveva: “Non si chiede ai neòfiti che oggi militano in fitta schiera nel giornalismo sportivo di rendere omaggio … ai sacrari di coloro che, in tempi lontani e in dignitosa povertà di mezzi, aprirono le vie ad una specializzata attività professionale, ma se riconoscenza per quei pionieri non si pretende, apprendano almeno, i nuovi venuti, i nomi e le opere di quanti contribuirono alla creazione e allo sviluppo di questo giornalismo sportivo nel quale hanno trovato un confortevole collocamento. Se oggi gli stadi rigurgitano di folle entusiastiche, se oggi milioni e miliardi giostrano fra organizzatori ed attori delle grandi manifestazioni sportive, se nell’economia nazionale lo sport è assurto al posto che occupa, è indubbio che qualche merito spetta a quei giornalisti sportivi che muovendo, oltre 60 anni fa, i primi incerti passi fra l’indifferenza del pubblico, superando difficoltà e ostilità, hanno combattuto la buona battaglia e l’hanno vinta per la grande fede che li aveva animati”.

A quelle parole si ispira il mio recente “Miti e Storie del Giornalismo sportivo” (Garage Group, pag. 352, Roma 2013), che – nel celebrare il centenario della nascita dell’ASSI, si propone di riscoprire le origini e lo sviluppo del giornalismo sportivo in Italia, a partire dal primo ebdomadario apparso sin dal 1859, spingendosi fino ai Giochi di Roma. Una coincidenza, quella del centenario, che pare non aver emozionato più di tanto gli attuali reggitori dell’USSI. Per ricordare questo anniversario, avevo spedito una copia del libro – che riporta le biografie dei maggiori giornalisti del secolo scorso – all’attuale presidente dell’USSI, il collega Luigi Ferrajolo. Non ha neppure ringraziato. Anche questa, se vogliamo, è cultura sportiva.

 

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