Impianti / Si riparla della “Citta' dello Sport” di Tor Vergata
Martedì 8 Ottobre 2013
Sembrerebbe, allora, che sia stato riaperto il polveroso dossier di Tor Vergata: la “Città dello Sport” che doveva essere pronta – all’epoca di Veltroni sindaco – per i Mondiali di nuoto del 2009 (quelli di Diacetti e Malagò) e che si era arenata in cento pastoie. Per chi non ricorda, proprio nell’ufficio di Veltroni, il 20 febbraio 2006 erano stati siglati gli atti per una società Comune di Roma-Federnuoto che doveva gestire l’organizzazione dei Mondiali, dei quali Malagò era stato designato presidente. Terreno scelto, quello che circonda l’università di Tor Vergara. Lavori affidati all’archistar Santiago Calatrava che aveva designato arditi ghirigori di cemento, poi abbandonati per anni all’incuria malgrado le centinaia di milioni costati (pare 250). Come fotografia del nostro bel vivere, c’erano state anche un paio di inaugurazioni anticipate. Poi il silenzio. Le gare mondiali erano tornate al Foro Italico – su più affidabili impianti costruiti negli anni Trenta – e della “città dello sport” nessuno aveva parlato più per anni.
Ora – tre sindaci dopo: Veltroni, Alemanno, Marino – almeno stando a notizie della stampa locale, sarebbero in arrivo capitali stranieri (?) per poter concludere l’incompiuta “cattedrale nel deserto” e la grande “vela” di Tor Vergata. Si parla di 400 milioni “già pronti”. Un giusto riserbo però tiene al riparo dalla curiosità dei cittadini i nomi dei (presunti) investitori. In una riunione tenuta ieri 7 ottobre tra il rettore di Tor Vergata, Renato Lauro, e gli assessori capitolini Caudo (urbanistica), Masini (lavori pubblici) e Pancalli (sport e qualità della vita), è stato aperto un “tavolo tecnico”. Sembra che se ne riparlerà il prossimo 28 ottobre. Se son rose …
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