CIO / Prevale il buon senso: la Lotta rientra nei Giochi
Martedì 10 Settembre 2013
Di chiunque sia stata la paternità della bislacca proposta – escludere la Lotta dal programma dei Giochi per far posto ad altra disciplina più … moderna – l’assemblea del CIO vi ha posto rimedio nel corso della 125ª Sessione tenuta a Buenos Aires. Lo scorso maggio l’Esecutivo aveva temporaneamente messo alla porta uno degli sport più antichi, inserito nel programma olimpico sin dal 708 a.C. La decisione aveva sollevato proteste un tutto il mondo, non solo in quella parte che pratica la Lotta con più assiduità, come gli Stati Uniti o le nazioni dell’est europeo. Secondo alcuni osservatori l’idea iniziale andrebbe attribuita allo stesso Jacques Rogge che l’aveva imposta all’Esecutivo: sarebbe stato, per l’ex-chirurgo belga, la maniera peggiore per concludere il suo regno al vertice del CIO, dodici anni che non passeranno alla storia, comunque, come il più produttivo per il movimento olimpico.
Tutto rientrato nello norma, quindi, all’insegna del buon senso. Si può qui solo ricordare che sin dal 2002 il CIO abbia limitato a 28 il numero degli sport olimpici (ma secondo la nomenclatura anglo-sassone, in versione italiana sono molti di più), con la raccomandazione per gli organizzatori di non superare le 300 gare e i 10.500 atleti. Ma anche approvando, nel 2007, una periodica revisione del programma stesso, che oggi prevede – restando fissi 25 sport di base – che se ne possano cambiare un massimo di tre. Come conseguenza, già a Rio 2016 e poi a Tokyo 2020 verranno inseriti Golf e Rugby a sette. Ora, per il 2020 e 2024, sarà la volta della Lotta.
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