CONI / La scomparsa di Arrigo Gattai
Martedì 25 settembre 2012
Il 21 settembre scorso è morto a Milano l’avvocato Arrigo Gattai. Nato a Milano il 17 aprile 1928, soffriva da tempo di un male incurabile. Va qui ricordato per essere stato il terzo presidente del CONI del dopoguerra, dopo Giulio Onesti e Franco Carraro. Fu quest’ultimo, suo amico di lunga data per comuni trascorsi calcistici, l’uno sul fronte Milan, l’altro sul fronte Inter, a sceglierlo per la sua successione alla quale concorreva – con unanime favore per capacità e inventiva – Primo Nebiolo, il riconosciuto capo dell’atletica. Si era nel 1987, anno dei grandiosi mondiali di Roma e – a partire dalle dimissioni di Carraro, chiamato al governo in quota socialista, presentate il 29 luglio 1987. Gattai, ch’era stato opportunamente eletto vice-presidente, assunse la reggenza del CONI. Le elezioni definitive si tennero il successivo 12 novembre. Nebiolo, entrato del salone del Foro Italico come presidente in pectore, ne uscì battuto e attonito. Gattai, che quasi nessuno conosceva al di fuori dello sci, fu eletto capo del CONI, anche grazie a rapidi voltafaccia politici.
La carriera di Gattai ebbe inizio nel 1955, quando la sua strada incrociò quella di Angelo Moratti che gli aprì le porte del CdA nero-azzurro. Qui conobbe e si legò al senatore missino Franco Servello, leader della destra milanese, che lo convinse anche a candidarsi per alcune tornate elettorali con il MSI. Poi, a partire dal 1970, l’ingresso negli sport della neve fino alla presidenza raggiunta sei anni dopo, in sostituzione di Omero Vaghi, quando già si andavano spegnendo i bagliori della “valanga azzurra”. Un periodo di transizione non facile da gestire, per di più segnato dalla tragedia di Leonardo David, accaduta nel 1979 sulla pista di Lake Placid con i lunghi strascichi anche giudiziari. Personalità difficile, è stato scritto, ma anche di più: con l’intransigente Gattai era difficile interloquire da posizioni diverse, con quel timbro di voce che intimoriva e sapeva usare. Con scelte spesso azzardate e testarde. Il suo periodo al vertice del CONI si concluse il 30 giugno 1993, quando venne battuto da Mario Pescante, fino a quel momento segretario generale (a sua volta, nello stesso giorno, sostituito da Raffaele Pagnozzi, rientrato al CONI dopo il lungo periodo trascorso al seguito di Carraro).
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