Calcio / Il Pescara taglia i biglietti-omaggio: la "casta" in rivolta
Venerdì 24 agosto 2012
L’odiosa consuetudine da parte della “casta” di pretendere biglietti-omaggio per ogni incontro di calcio, è tornata di attualità nei giorni scorsi quando il Pescara – per l’incontro di domenica sera del campionato di A contro l’Inter – ha annunciato la volontà di ridurne il numero a due soltanto: uno per il sindaco Luigi Albore Mascia e l’altro per l’assessore allo sport, Nicola Ricotta. Tutti gli altri, apriti cielo, il loro biglietto dovranno (dovrebbero?) pagarselo. Vicenda che ha sollevato molti malumori tra politici e amministratori locali. Secondo quanto riporta il quotidiano il Centro la rivolta della “casta” è subito scattata anche con minacce di ritorsioni. Renato Ranieri (Pdl, presidente della commissione finanze) e Fausto Di Nisio (indipendente, vice-presidente del consiglio comunale) hanno lanciato i loro roventi strali: “C’è un regolamento che ci dà diritto di controllare l’impianto. Niente biglietti? Allora il club paghi il suolo pubblico …”.
Ma tant’è. Questa piccola vicenda dimostra come il paese reale continui ad andare in una direzione e la sua “casta” da un’altra. Diametralmente opposta. Quella dei biglietti omaggio – uno status simbol più che un risparmio per portafogli già molto gonfi di denaro pubblico – è una delle piaghe più diffuse e più radicate. Riguarda tutti gli spettacoli, non solo quelli calcistici. Una pretesa arrogante alla quale è impossibile opporsi. Tempo addietro ci provò anche il presidente della Lazio, Claudio Lotito che intendeva ridurre il contingente per il CONI da 1500 a soli … 300 tagliandi. Sarebbe molto più produttivo, e popolare, che su questa faccenda calasse una scure legislativa che, semplicemente, abolisse l’ufficio stesso del biglietto omaggio. Un retaggio di privilegi d’altri tempi. Più che una consuetudine, solo una vergogna.
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