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Londra 2012 / Quando una medaglia doro ne vale ... 87!

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Martedì 31 Luglio 2012

Sul sito London2012.com – la frequentatissima vetrina sui Giochi londinesi che sta rischiando di andare in tilt – si trova il medagliere aggiornato gara per gare. Niente di più normale o abituale. Quello che colpisce nella mattina odierna, in attesa della conclusione delle competizioni già iniziate, è il criterio utilizzato dagli organizzatori (non dal CIO, che le classifiche per nazioni le ha sempre aborrite, ma che non ha la forza per vietarle). Così troviamo l’Italia in quinta posizione con le sue 8 medaglie – 2 d’oro, 4 d’argento, 2 di bronzo –, alle spalle della Corea del Nord che ne ha vinte la metà, ma ne ha tre d’oro, una in più degli azzurri. Dal momento che le nazioni si allineano in base al numero degli ori, nulla da eccepire se tutti lo accettano, ma resta comunque un paradosso, dal momento che sul podio, più degli italiani, sono finora saliti solo cinesi e statunitensi.

Vi facciamo un esempio più istruttivo. L’inserto che lo scorso 27 luglio la Gazzetta ha dedicato alla presentazione, riportava una classifica “generale” per nazioni in base al numero delle medaglie vinte in tutte le edizioni. Al primo posto, ovviamente, gli Stati Uniti con 2322 medaglie (944 ori, 736 argenti, 642 bronzi), e via via le altre a seguire. In settima posizione troviamo la Repubblica Popolare di Cina con 385 medaglie (163 ori, 117 argenti, 105 bronzi), ma davanti all’Ungheria che di medaglie può vantarne 472, ma di ori solo … 162: come dire uno in meno dei cinesi.

Così, ai poveri ungheresi – sempre grandi protagonisti dei Giochi, sin dalle origini – tocca ora accodarsi ai nipotini di Mao perché quell’oro in meno non vale … le 87 medaglie in più! Se questo è il criterio più giusto ed equilibrato, tenetevelo da conto. Nel nostro piccolo, se mai ci capiterà di stilare una classifica all-time (esercizio che andrebbe evitato dal momento che non si ha certezza degli addenti), ci fideremo solo dei totali, i soli in grado di monitorare continuità e rendimento. Senza per questo dimenticare che non tutte le medaglie – d’oro o meno che siano – possono vantare gli stessi quarti di nobiltà.  

 

 

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