Miti e Storie del Giornalismo Sportivo
PROLOGO
Dallo Sport ai giornali di Sport
1. Penne bianche del Giornalismo sportivo
Piccolo di statura, ma grande di cuore e ricco di energie, l’irrequieto torinese Giulio Corradino Corradini, giornalista egli stesso, è stato il primo (e, finora, il solo) a tentare una cronistoria del giornalismo sportivo italiano, almeno nella sua prima fase: quella dei temerari pionieri. Militante della prima ora su quelle trincee, nel 1956, ormai settantenne, G.C. Corradini aveva ordinato i suoi ricordi in una pubblicazione dalla dimessa veste tipografica – Penne bianche del Giornalismo sportivo –, raccogliendo, in poche e vivaci pagine, i nomi e i fasti di giornalisti e testate che avevano incrociato, e arricchito, la sua lunga vita professionale. (i)
A quella prima fonte – senza, colpevolmente, mai citarla – hanno attinto a piene mani i pochi che, in seguito, hanno azzardato sommarie ricostruzioni. Tra loro, tanto per citare qualche nome di celebrati maestri, si trovano Antonio Ghirelli e Gianni Brera (autore, quest’ultimo, di succose ma purtroppo parziali annotazioni sui protagonisti del periodo d’oro del giornalismo d’antan, note capaci – nella loro stringatezza – di far rimpiangere la mancata stesura di un racconto più articolato).
Giunto allo sport transitando dal picaresco football di fine Ottocento, Corradini s’era preparato alla nuova professione frequentando le aule universitarie di Legge dell’ateneo torinese. Maturate le prime esperienze giornalistiche su La Stampa Sportiva (l’innovativo settimanale fratello minore de La Stampa) e, più tardi, sulle colonne della Gazzetta dello Sport, ventiseienne, aveva raggiunto fama e crediti con il varo del Guerin Sportivo, battagliero settimanale di sole quattro pagine apparso nelle edicole del Piemonte il 4 gennaio del 1912. Uno sforzo cui fece riscontro un successo folgorante, capace in breve di moltiplicare per dieci le 5000 copie iniziali, premiando con gli interessi la scelta di “quella stupenda strafottenza di tutto e di tutti” che caratterizzò a lungo il giornale.
Sull’onda di quell’insperato e rapido successo – nella cui gestazione ebbe egli accanto coetanei destinati a grandi fortune giornalistiche, come Giuseppe Ambrosini o Nino Salvaneschi –, Corradini si adoperò per dare maggiore dignità alla professione legata allo sport, facendosi tra l’altro promotore dell’Associazione Stampa Sportiva Italiana (ASSI). L’organismo, fondato nel novembre 1913 e in seguito dissolto dalle leggi fasciste sull’informazione, fu ricostituito nel febbraio 1950, pronubo lo stesso Corradini (che ne assunse la vicepresidenza), sotto il nuovo nome di Unione Stampa Sportiva Italiana (USSI).
Nella prefazione a Penne bianche, Corradini auspicava che dovesse essere proprio l’USSI a sviluppare le successive ricerche, augurandosi così che si potesse “un giorno disporre di un vero e proprio archivio storico del giornalismo sportivo nazionale”. Un desiderio rimasto inappagato ai suoi tempi, disatteso dai suoi successori. Del tutto dimenticato ai giorni nostri dai suoi lontani pronipoti.
Scriveva quindi Corradini:
“Risalire alle origini del giornalismo sportivo italiano e rievocarne i precursori è … una storiella che può offrire qualche interesse agli sportivi della fine Ottocento e qualche curiosità a quelli contemporanei.
Nel tornare indietro negli anni – quando lo sport era agli albori – per rintracciare i primi notiziari sportivi, non c’è pretesa di consegnare ai posteri una pagina di storia, ma la modesta intenzione di ricordare gli antesignani della stampa sportiva nazionale e i loro primi tentativi editoriali. Gli uomini passano, ma se hanno lasciato una traccia del loro lavoro e delle loro fatiche sia concesso ravvivarne la memoria per quella continuità ideale che allaccia gli spiriti tesi alla stessa meta. Non si chiede ai neòfiti che oggi militano in fitta schiera nel giornalismo sportivo di rendere omaggio … ai sacrari di coloro che, in tempi lontani e in dignitosa povertà di mezzi, aprirono le vie ad una specializzata attività professionale, ma se riconoscenza per quei pionieri non si pretende, apprendano almeno, i nuovi venuti, i nomi e le opere di quanti contribuirono alla creazione e allo sviluppo di questo giornalismo sportivo nel quale hanno trovato un confortevole collocamento.
Se oggi gli stadi rigurgitano di folle entusiastiche, se oggi milioni e miliardi giostrano fra organizzatori ed attori delle grandi manifestazioni sportive, se nell’economia nazionale lo sport è assurto al posto che occupa, è indubbio che qualche merito spetta a quei giornalisti sportivi che muovendo, oltre 60 anni fa, i primi incerti passi fra l’indifferenza del pubblico, superando difficoltà e ostilità, hanno combattuto la buona battaglia e l’hanno vinta per la grande fede che li aveva animati.
Dopo di aver trascorso mezzo secolo fra scrivanie redazionali, banconi di tipografia, rotative, campi di giuoco, stadi, velodromi e palestre, rievocare i primi passi del giornalismo sportivo e dei suoi antesignani mi è parsa impresa … non disdicevole per varie ragioni: innanzi tutto come ricordanza e tributo d’affetto ai primi maestri, poi per comunione d’intenti e di vita avendo avuto la ventura di essere vicino a molti di essi, così da poterne parlare per conoscenza diretta; infine per affidare un canovaccio di date e notizie alle cure dell’Unione della Stampa Sportiva Italiana [USSI] nella lusinga che il nostro ente nazionale voglia, col tempo, completarne la trama coi dati riguardanti l’attività e lo sviluppo della stampa sportiva nell’ultimo quarantennio, e cioè dal 1915 al tempi nostri, così da poter un giorno disporre di un vero e proprio archivio storico del giornalismo sportivo nazionale.
Ho dedicato le mie ricerche e … riesumazioni al periodo più lontano perché, passando gli anni, più difficile sarebbe in seguito riuscita l’indagine a ritroso nel tempo, mentre potrà risultare relativamente più agevole la trattazione dell’epoca più recente [1920-1956] da parte di chi, mi auguro, vorrà assumere il lodevole compito. In questa storiella, modestamente cronistica, non ho la pretesa di aver ricordato tutto e tutti, perciò chiedo venia delle probabili lacune e delle eventuali inesattezze, ben lieto se potrò rimediarvi con un … codicillo testamentario.
Ringrazio gli anziani colleghi: Armando Cougnet, Edgardo Longoni, A.C. Rossini, Giuseppe Ambrosini, Ugo Toffaletti, Vittorio Spositi, Cesare Fanti, Giovanni Bollini, Martino Voghi, Carlo Di Nanni ed Angelo Ghezzi (Ghea) che mi hanno donato la loro preziosa collaborazione nella ricerca e nel reperimento di particolari di antica data”.
2. Il “filo d’argento” delle prime testate ( 1902-1916)
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3. Giuochi e sport tra giornalismo e letteratura
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Note
(i) G.C. Corradini, Penne bianche del Giornalismo sportivo (1880-1915), La Nuova Grafica, Torino s.d. (pres. 1956).
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