Piste&Pedane / Europei (4): Quando il 17 porta fortuna
Martedì 11 Giugno 2024
“Mancava una medaglia. Tutti attendevano qualcosa di magico dalla pista. Magia che, purtroppo, non è arrivata. Ci ha pensato Sara piantando sul verde prato la bandiera giusta che mancava all’Italia da tantissimi anni”.
Daniele Perboni
Scusi lei mi ama o no? Non lo so però ci sto, … E certo che la Sara Fantini da Faenza, con la sua erre moscia potrebbe anche esser scambiata per una turista francese in vacanza nella capitale. Per lei manca la vespa di Gregory Peck e la magia di una Roma d’antan in bianco e nero. Non manca, però, la felicità che piano piano sale dopo il lancio che la pone momentaneamente in testa; si ferma, dopo che la “nonna” polacca Anita Wlodarczik (8 Ago 1985) e la giovanissima francese Rose Loga (27 Giu 2002) la scavalcano; riparte di nuovo con una bordata a 74.18 che, finalmente rimette le cose al posto giusto.
Mancava una medaglia in questa quarta giornata di un nuvoloso lunedì di giugno. Tutti attendevano qualcosa di magico dalla pista. Magia che, purtroppo, non è arrivata. Ci ha pensato lei, piantando sul verde prato la bandiera giusta che mancava all’Italia da tanti, tantissimi anni. Un alloro d’oro nei lanci, nel martello, da sempre terra di conquista delle walkirie nordiche (tedesche dell’est prima, polacche quando il muro ha lasciato spazio alla libera circolazione).
Nata a Fidenza (Parma) – figlia d’arte –, ha preso confidenza con il campo d’atletica a sedici anni e nella prima gara nella categoria allieve si è subito messa in evidenza. Per circa un anno è stata seguita da Nicola Vizzoni, argento olimpico a Sydney 2000, e dal 2016 si allena stabilmente con Marinella Vaccari (coach dell’ex primatista italiana Ester Balassini). Nel 2017 ha conquistato il suo primo titolo tricolore assoluto realizzando nello stesso anno la migliore prestazione nazionale "promesse" (68.24).
Per la prima volta nel 2019 ha superato i 70 metri con 70.30 e poi ha vinto il bronzo agli Europei under 23. Nel 2020 si è portata a 70.73 e nel 2021 è arrivata a 72.31 oltre che in finale alle Olimpiadi. Ha migliorato il record italiano nel 2022, dopo diciassette anni, per quattro volte in tre gare portandosi a 75.77 ed è stata quarta ai Mondiali prima del bronzo agli Europei di Monaco 2022. Infine la consacrazione assoluta nel catino dell’Olimpico. Ecco la sua serie di lanci: 70.05, 72.30, 72.61, 74.18, 70.77, 70.71.
Giovane, incosciente, un tantino spavaldo, milanese classe 2003, maglia del CUS Pro Patria Milano –, come tiene a sottolineare il presidente del sodalizio meneghino Alessandro Castelli –, allenato dapprima da Antonio Cecconi per passare poi sotto le ali protettive di Alessandro Simonelli, il tecnico che segue anche Aceti, la Bellò e il velocista, qui presente per la 4x100, De Masi. In questa rassegna si era presentato come una interessante promessa del giro di pista.
Il “timoniere” della nave azzurra, Antonio La Torre, si diceva curioso e impaziente di vederlo all’opera in una rassegna continentale. Nella prima giornata aveva lanciato magnificamente la staffetta mista, poi approdata all’argento. La sua frazione, la prima, era stata cronometrata un centesimo meno dell’allora record italiano (44”77) detenuto da Davide Re. Poi abbiamo assistito ad un crescendo inaspettato: tre volte i 400 in tre giorni: 45”12 (8 Giu), 44”75 (9 Giu), 44”05 nella finale odierna. Non abituato a disputare gare su più turni chi scrive temeva una sua capitolazione. Proprio nella giornata più importante.
Resa parziale avvenuta, comunque, senza mai perdere l’audacia giovanile. Partito velocissimo, ai 200 è transitato dal anti a tutti in 21”26 (un poco veloce ha confessato ai microfoni RAI), ai 300 era ancora primo (32”33). L’acido lattico e la fatica accumulata hanno iniziato a farsi sentire, inevitabilmente negli ultimi 80 metri. Poco alla volta ha perso la scorrevolezza, l’arma vincente, scivolando indietro sino a tagliare il traguardo in quinta posizione. Davanti il belga Doom (44”15, record dei campionati che resisteva dall’agosto del 1988 con 44”52 ad opera del britannico Thomas) che ha preceduto l’inglese Dobson (44”38 personale) e lo stagionato olandese Bonevacia (44”80). Il futuro è suo. Se sapranno allevarlo e seguirlo con cura questa è la vigilia di una grande carriera.
L’altra medaglia, che poteva e doveva esser d’oro, ci è stata regalata da Pippo Tortu: l’argento sui 200. Dopo il bellissimo 20”14 del giorno prima in semifinale tutti avrebbero scommesso lo stipendio su una sua vittoria. Non è accaduto. Un’altra opportunità persa, un treno che difficilmente rivedrà passare. Il timore è che i Giochi parigini diventeranno un calvario. Le nostre opinioni in merito non le abbiamo mai nascoste e non pare il caso di ritornarci in questo momento. Al ragazzo, che ragazzo non è più, serve solo tranquillità per meditare sul suo futuro agonistico. Purtroppo il tempo non gioca a suo favore.
Con i due podi di giornata le quotazioni azzurre nel medagliere salgono a 17 medaglie complessive (8/6/3). A seguire Francia (4/2/3), Gran Bretagna (2/3/4), Polonia (2/2/2) e la sorprendente Svizzera (2/1/4).
XXVII CAMPIONATI EUROPEI
Roma, 7/12 Giu 2024
4. Giornata (10 Giu)
• Uomini
200 (0,8)
1. Timothé Mumenthaler (SUI) 20”28
2. Filippo Tortu (ITA) 20”41
3. William Reais (SUI) 20”47
400
1. Alexander Doom (BEL) 44”15
2. Charles Dobson (GBR) 44”38
3. Liemarvin Bonevacia (NED) 44”88
3000 SIEPI
1. Alexis Miellet (FRA) 8’14”01
2. Djlali Bedrani (FRA) 8’14”36
3. Karl Bebndorf (GER) 8’14”41
• Donne
400
1. Natalia Kaczmarek (POL) 48”98
2. Rhasidat Adeleke (IRL) 49”07
3. Lieve Klaver (NED) 50”08
ASTA
1. Angelica Moser (SUI) 4.78
2. Aikaterini Stefanidi (GRE) 4.73
3. Molly Caudery (GBR) 4.73
MARTELLO
1. Sara Fantini (ITA) 74.18
2. Anita Wlodarczyk (POL) 72.92
3. Rose Loga (FRA) 72.68
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