I sentieri di Cimbricus / Se n'e' andato Jazy, una leggenda
Sabato 3 Febbraio 2024
L’Équipe gli ha dedicato la prima pagina: “E’ morto Michel Jazy, leggenda dello sport francese”, il titolo. Argento olimpico nei 1500, due volte campione europeo, capace di collezionare nove primati mondiali.
Giorgio Cimbrico
Michel, scomparso a 87 anni, dell’Équipe era stato dipendente: negli anni Cinquanta il direttore Gaston Meyer, grande appassionato di atletica e consigliato da un paio di allenatori di razza, lo aveva assunto come tipografo procurandogli sicurezza economica.
Sino ad allora Jazy non aveva avuto una vita facile: veniva dal nord, dal Pas de Calais, ma la sua famiglia veniva da più lontano, la Polonia. E sia il nonno che il padre avevano lavorato nelle miniere. Il padre morì di silicosi. Quando si trasferì a Parigi con la madre, visse di lavoretti – portiere e ascensorista in un club di bridge, apprendista in una tipografia – mentre la passione per la corsa iniziava ad avere il sopravvento.
Durante i 27 mesi di naja in aviazione, assistito dall’allenatore René Frassinelli, non interruppe l’attività e nel 1960, a Roma, finì secondo nei 1500, con un gran tempo, 3’38”4, ma staccato dal meraviglioso australiano Herb Elliott che, dopo galoppata solitaria, diventò campione olimpico con una prestazione, 3’35”6, che fece clamore.
Campione europeo dei 1500 nel 1962 e sempre più simbolo dello sport francese nell’età del generale de Gaulle, per i Giochi di Tokyo puntò le sue chances sui 5000: attaccò sull’ultima curva e venne passato dall’americano Bob Schul. Aveva pescato sino in fondo al serbatoio e si arrese anche al tedesco Norpoth e all’altro americano Dellinger. Quarto, fuori dal podio.
Senza titoli in palio ma affrontando un cast d’eccezione, si rifece l’anno dopo a Helsinki vincendo quello che era stato etichettato come il “5000 del secolo” battendo l’australiano Ron Clarke, il kenyano Kip Keino e Schul che lo aveva giustiziato all’Olimpiade e portando il record europeo a 13’27”8. Pochi giorni prima, a Rennes, aveva concesso un altro dei suoi acuti cronometrici privando il neozelandese Peter Snell del record mondiale del Miglio.
In tutti i sensi, un grande che nella storia dell’atletica, ha un posto in prima fila.
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