I sentieri di Cimbricus / L'uomo che non si pone limiti

Lunedì 29 Gennaio 2024

Ha sempre una grande stabilità tecnica e continua a programmare il futuro. Nei suoi programmi c’è una selezione da strappare per i Giochi di Milano-Cortina”. Quando sarà vicino ai 54 anni. Un segreto che risiede nella condotta di vita.

Giorgio Cimbrico

Per le gare sul trampolino di Sapporo di metà febbraio il Giappone ha selezionato Noriaki Kasai che a giugno arriverà a 52 anni. A Sapporo Noriaki aveva esordito il 17 dicembre 1988: aveva poco più di 16 anni. Ryoyu Kobayachi, l’ultimo vincitore dei 4 Trampolini –, che al salto con gli sci stanno come il 6 Nazioni nel rugby –, è venuto al mondo nel ’96.

L’altro prodigio di longevità ancora in attività è lo svizzero Simon Amman, quattro volte medaglia d’oro ai Giochi Olimpici, ha nove anni meno di Noriaki.

“Non si pone limiti – dice Matjas Zupan, l’allenatore sloveno che segue Kasai da tempo, dopo averlo affrontato da avversario all’inizio degli anni Novanta – e penso che uno dei suoi segreti stia nella condotta di vita e nella dieta: pesce, sushi, verdure. Ha sempre una grande stabilità tecnica e continua a programmare il futuro. Nei suoi programmi c’è una selezione da strappare per i Giochi di Milano-Cortina”. Quando sarà vicino ai 54 anni.

La vita volante di Kasai è un succedersi di record, di faccia a faccia con i più grandi “fantini” capaci di cavalcare l’aria dopo aver staccato dal “dente” a 92 km orari: Weissflog, Ahonen, Innauer, il “compaesano” Funaki. Ha partecipato a otto edizioni dei Giochi Olimpici, da Albertville 1992 a Pyeongchang 2018, è salito tre volte sul podio (a Sochi 2014, a quasi 42 anni, diventò il più anziano vincitore di medaglia) e sette volte ai Mondiali, ha vinto a Harrachev, Repubblica Ceka, un titolo mondiale di volo con gli sci, la specialità che proietta molto oltre i 200 metri. Nella collezione anche venti vittorie in Coppa del Mondo, tre nella tournée austro-tedesca, da sempre in calendario nelle festività natalizie davanti a pubblici strabocchevoli.

Alla fine dell’anno ha ottenuto buoni piazzamenti in competizioni nazionali e qualche giorno fa, in Continental Cup, a Sapporo, è finito nono, chiudendo al terzo posto la seconda serie di salti. Se il mese prossimo, in Giappone, l’Austria porterà la giovane promessa Embacher, classe 2006, Kasai affronterà un avversario che potrebbe essere suo nipote. Il nonno del volo, l’aliante vecchio modello fatto di carne e ossa non si ferma.

 
IL PIÙ BREVE DEI COCCODRILLI

Dopo un diluvio di parole, molte vuote come i baccelli liberati dai piselli o dai fagioli, in memoria di un campione che ha riempito anni felici e lontani della nostra vita, mi è venuto in mente il più breve ed efficace dei “coccodrilli”. È di Ernest Hemigway, per Robert Capa, saltato in aria su una mina in una risaia dell’Indocina: “Era così vivo che non riesco a credere sia morto”.

Ancora meglio ha fatto il visconte Francois Renè de Chateubriand, quello dei filetti, che di fronte al fastoso ritorno in patria del corpo di Napoleone e della non meno fastosa inumazione agli Invalides, disapprovò e disse che “per i grandi è sufficiente una pietra e un nome”.

Quel che è successo con Churchill, sepolto tra i fiori selvatici di Woodstock, ad un tiro di sasso dov’era nato, sotto una lapide dall’iscrizione minima: “Winston Spencer Churchill, 1874-1965”. In questi giorni è il 59° della morte.

Niente a che fare con la cripta di Predappio, luogo di pellegrinaggio e oggi tornata sulla cresta dell’onda del revisionismo.

La brevità è tutto, specie per chi, come diceva un grande poeta, è destinato a finire nella valle dei topi, dove dei morti non sono rimaste neanche le ossa.