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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Prendono i soldi e poi scappano

Lunedì 15 Gennaio 2024

 

sacchi 

 

“Eh sì, perché chi organizza partite a tutte le ore, chi tiene i professionisti in viaggio senza riposo, poi scappa quando le infermerie si riempiono, i giocatori sballano, gli allenatori perdono il controllo e si organizzano per il tiro all’arbitro.”

Oscar Eleni

A piedi nudi sulla riva sinistra del Ticino per chiedere a Biagio, santo armeno di Sebaste, venerato da cattolici ed ortodossi, patrono del paese di Trovo in provincia di Pavia, cosa ha scatenato, oltre l’ignoranza, la rissa fra bambini nel pallone e genitori sugli spalti. Il posto giusto per sedersi e meditare chiedendo un voto unanime per eleggere Sarri, allenatore della Lazio, uno vero, uomo dell’anno dopo l’urlo di dolore sulla supercoppa trasferita al caldo dei petrodollari negli emirati come hanno fatto anche gli spagnoli dando ad Ancelotti il 26° trofeo della carriera inguaiando Xavi, il “povero” allenatore del Barcellona battuto dal Real.

Il Sarri, che già vive il tormentato matrimonio con Lotito, ha gridato “voi prendete i soldi e poi scappate” in faccia agli stessi amanti dell’intelligenza artificiale che sicuramente porterà al licenziamento reale di tantissima gente. Eh sì, perché chi organizza partite a tutte le ore, chi tiene i professionisti in viaggio senza riposo, allenamenti veri, poi scappa quando le infermerie si riempiono, i giocatori sballano, gli allenatori perdono il controllo e come passatempo si organizzano per il tiro all’arbitro, il vaso di coccio facile da colpire e rompere, lo fanno con i pochi bravi, i molti volonterosi, i tanti che non dirigono, ma si godono il momento in cui possono comandare, anche se ci vedono poco.

Questa storia dei matrimoni sportivi con i petrodollari ha contagiato anche quelli del basket che per la prossima Eurolega vorrebbero aggiungere una squadra degli emirati in cambio di 150 milioncini di euro. Porelli e gli inventori della coppa più prestigiosa fecero quella rivoluzione per liberarsi dal dilettantismo, per togliere alla FIBA il potere sulla vita di club che non sopportavano le finale nei mercati, le feste conclusive in postacci per ripagare il voto, per avere un favore. Ora si torna al commercio mentre si sognava una riforma vera dei calendari. Lo vogliono nel calcio mentre respingono la superlega, lo chiedono quelli del volley e del basket, magari pure quelli dello sci o del tennis che almeno hanno ottenuto di non giocare più partite dopo le 23 in notti senza fine.

Sarri per la presidenza e la rivoluzione, altro che Zaia al posto di Malagò –, minaccia o promessa? –, come suggeriscono a bordo ring nella lotta per dirigere il CONI o le Federazioni dove i mastini della politica stanno mettendo denti e non si faranno bruciare come quel povero animale fatto arrosto dal malvagio padrone re degli idioti.

Basket in grande eccitazione perché sulla maglia già affollata dell’Emporio Armani, fra profumi e messaggi vari, adesso hanno aggiunto il marchio Simmenthal che dal 1957 al 1973 era la sponsorizzazione della famiglia Sada all’amico Bogoncelli e alla sua Olimpia che aveva appena lasciato quelli della Borletti. Stagioni di gloria con la coppia Rubini-Gamba che sul campo e sulla panchina portava scudetti, coppe, la prima coppa dei campioni presentando alla nobile gente di Bologna nelle finali la coppia Bradley, il vero senatore, il magnifico, e Thoren per battere lo Slavia di Zidek. Certo che siamo felici per questo ritorno nell’arena di un marchio che gli eredi del cavalier Sada tolsero perché la gente, nei sondaggi, pensava che il Simmenthal fosse una squadra di basket e non la carne in scatola. Speriamo che sia così anche questa volta, pazienza se i pubblicitari della carne inscatolata prenderanno spunto da calendari massacranti per far sapere che anche nello sport amano mettere i giocatori in scatola, conservati al gelo.

Stiamo scherzando, ma certo abbiamo ragione a stare dalla parte di Sarri e di tutti quelli che vorrebbero vedere giocatori integri sul campo, non ludopatici costretti a viaggiare e a tirare.

Nel basket lo hanno scoperto tutte le squadre impegnate nelle coppe, soprattutto le regine dell’Eurolega massacrate dal doppio turno settimanale, un panino al veleno messo in mezzo a quattro giornate di campionato. Stessa cosa in Spagna dove il Real, capoclassifica dell’Europa, ha perso col Breogan.

Qui da noi la spremitura ha smascherato le debolezze già manifestate quando era al completo dell’Armani che per farsi davvero del male ha riportato a casa Il Napier che già nella finale scudetto dell’anno scorso aveva fatto capire come la sua vera anima non fosse quella del regista come nelle prime fortunate esibizioni, ma quella del goloso che cerca soluzioni personali mandando fuori giri chi già sembra avere poche idee quando deve muoversi senza palla. Certo ci deve essere un po’ di confusione fra presidenza tecnica e l’allenatore se ora come rimedio viene aggiunto un altro esterno, magari un altro golosone ex NBA, sapendo che nel gruppo non ci cono passatori decenti e nell’emergenza i migliori nel portare la palla da una metà campo all’altra sono Hines o Melli.

Milano che nella sfortuna dei troppi infortunati ogni tanto scopre di avere in casa gente come Bortolani o, magari, Caruso, che certo vanno meglio del Pangos che a Valencia ha esordito segnando 7 punti e servendo 6 assist, sicuramente del Poythress di cui non si vedono i talenti. Qualcuno, a fine corsa, ci dirà per quali doti è stato ingaggiato da una squadra che sotto canestro soffre tantissimo quando i tiratori sono senza energia fisica e mentale.

Stesso problema della Virtus Segafredo che dopo belle partite in Eurolega si è trovata asfissiata nelle due trasferte trappola dove Maccabi ed Efes hanno presentato il conto ad una squadra che non riusciva più ad essere tale. Rigenerazione necessaria. Una volta mandavano i giocatori ad ossigenarsi in montagna, adesso non si sa davvero dove trovare spazi per riposo, allenamenti, ricaricamento delle energie fisiche e mentali.

Prima di ritorno che fa sapere alle regine favorite di non sentirsi troppo sicure del dominio già in coppa Italia, perché Venezia sembra aver scelto nuove pedine che si adattano al gioco delle regine, mentre Brescia ha qualcosa che sembra riavvicinarla alla squadra che l’anno scorso sorprese tutti.

Cercando l’arruolamento nella brigata Sarri eccovi le pagelle al nero di seppia come dicono gli scommettitori rimasti sconvolti dal più cento di Sassari, Scafati, e Venezia, dagli scarti dolorosi inflitti alle avversarie da Cremona e dal Bonicciolli sarriano della prima ora che alla fine della mattanza sui pescioloni di Reggio Emilia ha fatto sapere di essere infuriato con i suoi giocatori. Ma come, dopo una vittoria del genere? Appunto, ha gridato il gitano magico, perché Scafati, secondo, lui non si rende conto del grande potenziale che possiede.

• 10 A Massimo MASINI, pivottone toscano, allenatore, bella persona, per il bel ricordo sulla rosea degli anni in cui il Simmenthal era la sua famiglia, la sua casa in via Caltanissetta, per averci detto quello che pensano in tanti su questo basket circense dove un tiro da tre risolve tutti i problemi degli allenatori, dei video analisti, dei tanti che accerchiano il capo come se dovessero lanciare un razzo su Marte.

• 9 A NAPOLI dove hanno presentato un progetto per il nuovo palazzo che Venezia purtroppo non riesce a farsi approvare, dove la squadra ha ripreso alla grande e vorrebbe riportare nella nuova sede un trofeo, tipo la Coppa Italia, come ai tempi belli della vita a Mergellina.

• 8 Al KABENGELE appena ingaggiato da Venezia perché potrebbe essere la mossa del cavallo capace di dare scacco matto a chi era sicuro di avere potere assoluto sulla scacchiera.

• 7 Al JEFFERSON fili e ferru che sembra aver riportato il sole nella Sassari che forse sta uscendo dalla crisi senza perdersi dietro a certe chimere.

• 6 A CREMONA dove nel regno Vanoli stanno ricostruendo l’ambiente che già aveva sbalordito un basket senza coraggio. Il Cavina sta marciando alla grande.

• 5 A TRENTO se non avrà la pazienza per ricaricare una squadra che con i viaggi e le fatiche di coppa non può tenere il ritmo che per settimane ha stupito tutti e il secondo posto appena lasciato deve essere il nuovo traguardo per Galbiati.

• 4 Ai COMITATI REGIONALI dove l’aria è stagnante. Imitate Napoli, la Campania, imitate TRAPANI dove le visite pastorali del presidente PETRUCCI coincidono con nuovi progetti, nuove idee.

• 3 A TREVISO come squadra perché dopo i primi due quarti a Brescia, belli, produttivi, non possono presentarsi per un terzo quarto dove hanno segnato 9 punti. Capiamo lo striscione di tifosi offesi, anche se questo sarebbe il momento per aiutare più che per condannare.

• 2 A MESSINA se non manda al diavolo chi gli ha consigliato di riprendere NAPIER, magari gli stessi che lo avevano criticato quando non si era opposto per il trasferimento in Serbia dove hanno fatto festa quando li ha salutati. Ha punti nelle mani, non idee nella testa.

• 1 Ad ARIO COSTA per aver portato il fraterno amico SACCHETTI nella fossa dei leoni senza denti, una Pesaro che andava male per aver scelto giocatori scadenti e non l’allenatore sbagliato con BUSCAGLIA.

• 0 Al governo dell’EUROLEGA che per 150 milioni di euro ha accettato di inserire una squadra degli Emirati in una famiglia già a disagio per il troppo affollamento, per il calendario che costringe le partecipanti a spese aggiuntive per aggiustare quello che l’usura del campo rompe quasi ogni settimana.

 

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