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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Duribanchi / Per l'insalatiera che non t'aspettavi

Martedì 28 Novembre 2023

 

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"Il presidente Binaghi si è lagnato perché i complimenti di Malagò fuori tempo massimo. Ma anche lei presidente (del tennis), ma ha idea delle rogne che sta grattando Malagò, per quella faccenduola chiamata Milano-Cortina? "

Andrea Bosco

Credevo di aver sentito di tutto: ma Vasseur che blatera di 2024 nel quale la Ferrari “rinascerà “, non si può ascoltare. La Ferrari in questa stagione ha vinto un solo Gran Premio (con Sainz). Talmente fallimentare, tra vettura non adeguata, strategie sbagliate, gomme usate ad minchiam, muretto in confusione durante i pit stop, ricorrenti penalità, totale incapacità di fare valere le proprie (anche sacrosante) ragioni presso la non commentabile FIA, da aver toppato anche il secondo posto nella classifica costruttori.

La Formula Uno ha un problema: se Verstappen vince 19 gare significa che Verstappen è un alieno e la Red Bull l'hanno assemblata nella costellazione di Orione. Inutile partecipare, a questo punto. Facciano, gli altri costruttori, come fecero nel ciclismo con Girardengo: lo paghino per non correre. Credevo di aver sentito di tutto in fatto di tifo, ma il presidente del Senato, Ignazio La Russa – digiamolo – sfegatato tifoso interista che rivela di aver chiesto a Giorgia Meloni di poter fare il ministro dello sport per “affossare la Juventus“ è una cosa che solo nel paese delle barzellette può essere ascoltata.

E il presidente interista Steven Zhang, che deve ad una società cinese 300 milioni di euro e che non si è presentato ad Hong Kong in tribunale (né lui, né i suoi legali) lui (inteso come Zhang) il presidente del Senato lo vorrebbe “affossare“ o viceversa “lo assolverebbe“? Devo essere impazzito a pormi domande del genere. Ti ritrovi a guardare il cosiddetto “Derby d'Italia“ e ti dici che far pagare il biglietto per quella gigantesca “noia“ è stato truffaldino. C'era una volta la Juventus: ora c'è una brutta copia. Ci sarebbe l'Inter. Ma servirebbe che qualcuno lo dicesse ad Inzaghi. Le Coppe: la grande supercazzola. A Milano e Bologna (nel basket) non sarebbero però d'accordo stante le paghe rimediate rispettivamente contro formazioni che erano (con tutto il rispetto) né il Real Madrid, né il Barcellona.

RACCHETTE – Come si consola un cristiano? Con Sinner, Arnaldi e Sonego (Musetti dovrebbe smettere di fare il “figo“ e lavorare sul versante “modestia“) che hanno vinto la Coppa Davis in una versione che non è neppure lontana parente di quella vinta ai tempi in cui Berta filava da Panatta and company in Cile: ma che è pur sempre tanta roba. Perché l'Australia magari non era il massimo, ma il serbo (in semifinale) resta il serbo. Eppure Sinner lo ha battuto due volte su tre. Il futuro sembra del “rosso“: un futuro da numero uno . Ma caspita, quanto è bravo il ragazzo della riviera, Arnaldi.

Il presidente della Federtennis Binaghi si è lagnato perché i complimenti di Malagò sono arrivati fuori tempo massimo. Ma anche lei presidente (del tennis), ma ha idea delle rogne che sta grattando Malagò, per quella faccenduola chiamata Milano-Cortina? La pista di bob (Italia, Svizzera, Austria?) è una rissa da comari, rispetto al grano (tanti soldi) da reperire per restaurare il Meazza che dovrebbe nel 2026 ospitare l'inaugurazione dei Giochi e che qualche bello spirito vorrebbe, subito dopo, demolire. Quindi, signor presidente (del tennis), anche se ha ragione, abbia comprensione. Viva Nuvola Rossa, Bagnaia oscurato mediaticamente da Sinner e i suoi compagni. Ma il suo doble è stato fantastico. Questo Bagnaia, tutto casa, allenamento, pista, sembra davvero l'erede meno sbarazzino di Valentino Rossi.

LAGUNA – Le gioie (mie, personali) arrivano anche dalla Laguna dove il Venezia (del quale non riesci a rammentare un nome nella formazione, tanti sono gli stranieri dai cognomi impronunciabili) si è piazzato in cima alla classifica di serie B. E' presto per tirare conclusioni. Ma l'aria che tira è quella buona e profuma di promozione. In vetta alla classifica è tornata anche la Reyer (in coabitazione con altre tre) che va male in Europa ma in Italia si sta facendo valere. Almeno con le squadre del suo livello. Il “disertore“ Caboclo intanto sta giocando (anche benino) con il Partizan, nel silenzio assoluto della FIBA, per la quale, con evidenza, i contratti sottoscritti sono carta straccia. Ora la Reyer ha una dimensione cestistica non paragonabile a quella dei “Partigiani“.

Ma la decenza dovrebbe valere ovunque: a Venezia, come a Belgrado. Inutile sperare in un fiato da parte di Sughero Petrucci: se lo ha fatto mi deve essere sfuggito. Intanto le donnine di Mazzon hanno fatto tredici: percorso netto. Ancora non hanno perso una gara. Né in Italia, né in Europa. La Reyer femminile è una bella squadra. Soffre, va sotto, recupera, non trova punti da Kuier che da quando è tornata dal campionato USA sembra un fantasma, ma ogni volta scopre pepite luccicanti nelle giocatrici meno impiegate e meno celebrate, tipo Gorini, l'ultima volta.

E poi c'è Matilde. Che ha un motore nelle gambe e che ad ogni partita cresce. Ne ha messi 18 contro una tosta Sesto San Giovanni che ha onorato il suo blasone. Matilde Villa è uno spettacolo quando piroetta sul parquet. Una buona notizia: per la Reyer e per la Nazionale di Capobianco. Ne ho viste tante. Ma è dai tempi di Rosy Bozzolo e della giovane Giorgia Sottana che non vedevo una play con le qualità di Matilde. Lavori sul tiro da tre e poi, quasi sicuramente, l'Italia e Venezia potrebbero perderla.

 

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