Fatti&Misfatti / Gli strani contrasti dell'oro di Napoli
Lunedì 9 Ottobre 2023
Sulla zattera nella tempesta del Golfo, da Milicic e Dalla Salda, per aver riportato il basket al tutto esaurito nel Pala Barbuto, per vittorie importanti contro l’Armani campione e la Sassari da seconda o terza fila.
Oscar Eleni
In adorazione davanti al cane che vicino a Bratislava ha fatto prendere una multa per eccesso di velocità guidando l’auto del padrone distratto. Visto che è adatto alla caccia l’abbiamo convinto a seguirci nella gita con tigelle a San Felice sul Panaro dove nel villaggio Fantozzi si sono trovati due grandi allenatori con lo scudetto al collo che urlavano agli avversari: batti lei.
Nei giorni dell’apoteosi per la magica ginnasta Biles arrivata a 23 medaglie mondiali dopo aver mangiato l’orco che le aveva rovinato la vita, guardando con stupore prima Pogacar fra le Valli del ciclismo glorioso e poi il giovane keniano Kiptum correre la maratona di Chicago in 2 ore e 35 secondi, lasciando al caro Rapuzzi il viaggio nell’orrore delle qualificazioni olimpiche, brutali e perdute sia dalle donne dell’odiato Mazzanti, sia dagli uomini dell’amatissimo De Giorgi, sapendo che si è consolato nel vecchio Palalido strapieno per il volley vedendo la Egonu regina bionda per togliere ogni speranza alle giovani di Velasco.
Insomma in una settimana dove Sinner ha riaperto i quaderni della storia tennistica italiana, ecco, in giornate troppo calde e infernali, col fuoco sempre addosso, ci siamo trovati sulla zattera nella tempesta del golfo napoletano.
Due squadre con scudetto al collo sono affondate nello stesso mare. Napoli che ha fischiato Garcia e i suoi calciatori, che per giustificare troppi stop e passaggi sbagliati dicono in giro di essere infelici, è invece impazzita di gioia per la squadra di basket che il viaggiatore viaggiante Dalla Salda ha affidato ad un croato polacco per aggravare il mal di fegato del Messina che in tre giorni ha visto alla deriva la sua Armani anarchica, senza un pilota serio alla guida, un’armata che ad Istanbul sembrava piena di brancaleoncini da Norcia e a Napoli una burrata lasciata troppo al sole.
Settimana senza processi anche se in Europa le 4 italiane avevano lasciato le loro penne, quelle dei pavoni ricchi e pure quelle dei passerotti di provincia. Come ha scritto giustamente Enrico Campana, affermazione che ci costa per chi conosce la storia passata insieme in Gazzetta, sul suo e-giornale, questo che chiamiamo campionato italiano di basket manda in campo ben pochi giocatori della nostra scuola, lui ha calcolato il 28% nella prima giornata per punti segnati e valutazioni, magari cifra che si alzerà un po’ dopo le belle prove di Denegri con Cremona, del Pajola da 16 punti nella giornata dove Belinelli ha fatto meraviglie, di Alviti che con Galbiati a Trento sembra aver ritrovato almeno la mira se non la fiducia.
L’Europa che corre più forte e salta più in alto anche di chi ha bilanci sopra i 20 o i 30 milioni, di chi paga uno come Pangos 2 milioni di euro, di chi può permettersi di cambiare allenatore a poche ore dal via avendo avuto anche la fortuna di trovare uno bravo, serio, che, magari, farà diventare anche questa Virtus una squadra di alto livello senza le magie dei Teodosic visto che ha dato più di 100 punti alle falene di Varese lasciando a riposo Shengelia.
Basket italiano che deve riconoscere al greco Priftis della nuova Reggio Emilia, inventata bene da Coldebella, e al Milicic che fa cantare la Napoli cestistica, novità interessanti come quelle che propone Cavina con Cremona e Galbiati a Trento, anche se il carico delle coppe potrebbe diventare insopportabile.
Campionato che non vede decollare Sassari, dove la salute della squadra è sempre precaria, che ancora non riconosce la vera Tortona anche se con Brindisi le è andata bene, torneo dove una regina è rimasta senza mantello rubato da un’avversaria, la Napoli non milionaria, che prima l’ha incatenata con la difesa e poi l’ha strangolata con i salti di Owens. Vince e magari convince anche i sapientoni la Venezia di Spahija castigata in coppa ma solida a Pesaro anche senza Wiltjer che nella prima giornata aveva infilzato molte volte la poca difesa di Tortona.
Ai remi col cane di fianco per pagelle al pesto:
• 10 Alla coppia BELINELLI-PAJOLA che guida una giornata dove i giocatori italiani sono stati meno comparse del solito, anche se poi qualcuno li fa giocare 5 minuti tipo il Caruso dell’Armani.
• 9 A NAPOLI, partendo da Igor Milicic (foto) e Dalla Salda, per aver riportato il basket al tutto esaurito nel Pala Barbuto, per vittorie importanti contro l’Armani campione e la Sassari da seconda o terza fila.
• 8 Al caro nemico CAMPANA perché con il suo e-giornale si ritrova il gusto del litigio, della polemica, delle storie raccontate bene e con malizia. Ci eravamo addormentati sui giornali dove al massimo attaccano il custode della palestra.
• 7 Al CAVINA capace di far sorridere la casa VANOLI con la prima vittoria di Cremona contro una Sassari che fatica a guarire.
• 6 Al VITALI di Reggio Emilia che sembra aver ritrovato fantasia e coraggio, favorito da una squadra che con FAYE ha ridato entusiasmo agli oltre 3000 del pala Bigi sempre bigio.
• 5 Ai ciuchi sempre un po’ ciechi che considerano poco l’EUROLEGA anche se nella prima giornata ha portato sulle tribune quasi 100 mila spettatori con i pienoni di Belgrado (18630) e Atene (19810) e i 4520, massimo della capienza, minimo di affluenza al pala Dozza per la Virtus.
• 4 Alla nuova VARESE che cerca di imitare quella vecchia senza avere i giocatori per farlo. Forse il liberi e belli dell’anno scorso andrà rivisto.
• 3 A PISTOIA e BRINDISI se dovessero scoraggiarsi dopo un inizio difficile. Hanno debolezze di organico, ma sono società serie.
• 2 A PESARO che forse si era illusa dopo aver retto quasi fino alla fine contro una BRESCIA che soltanto a TREVISO ha ritrovato la sua essenza di squadra.
• 1 A VIRTUS SEGAFREDO e ARMANI che nell’Eurolega hanno trovato fantasmi diversi e perso le partite dell’esordio regalando anche troppo.
• 0 Ad Ettore MESSINA perché se siamo sicuri che come allenatore troverà una soluzione per ricreare intorno a MIROTIC una squadra vera, ci resta il dubbio che come presidente non potrà mai giustificare i 2 milioni dello stipendio per PANGOS e il costo dei pannolini per quei giocatori che fanno fatica a capirlo e poi lo attaccano anche se più gentilmente dell’IBRAHIMOVIC che dà del codardo a GUARDIOLA.
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