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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / Per vincere non basta essere bravi

Giovedì 7 Settembre 2023

 

egonu-023

Dopo l’esplosione dell’ennesimo caso Egonu, si ripropone il difficile rapporto tra gli atleti di primo livello e i loro allenatori. Un dialogo complicato dall’ego (spesso trasbordante) dei primi e l’incapacità di gestione dei secondi.


Andrea Bosco

Il disastro del volley femminile italiano agli Europei ha avuto uno strascico ancora più clamoroso. A 24 anni Paola Egonu, considerata una delle più forti giocatrici del mondo, ha deciso di abbandonare (definitivamente?) la Nazionale. I rapporti tra il CT Mazzanti ed Egonu sono deflagrati durante la competizione. Tenuta ripetutamente in panchina nel corso del torneo, dopo una partita da 10 e lode, Egonu ha nuovamente scaldato la panca durante la basilare gara (persa dall'Italia) contro la Turchia.

Non ci sono controprove: le turche con una naturalizzata cubana capace di 40 punti nella gara decisiva contro la Serbia, sono apparse fortissime. Ma anche l'Italia, con Egonu, è una formazione assai competitiva. Senza Egonu lo è meno. E si è visto. Io non conosco Paola Egonu. Da quello che ho capito, è una ragazza dotata (come tutti i campioni, dello sport e non solo dello sport) di un considerevole ego. Ma ha 24 anni e a quell'età, specie se finisci sotto ai riflettori, qualche errore puoi commetterlo. Hanno spiegato le gazzette che Mazzanti si sarebbe sentito “oscurato” dalla visibilità data ad Egonu. E che anche la satrapia federale abbia avuto nel corso degli ultimi tempi – sul tema – qualche contorcimento di pancia.

Egonu ha cominciato a far notizia dopo una foto (ritoccata?) nella quale nel corso di una gara la si vedeva con la testa e mezzo busto schiacciare sopra alla rete. Egonu è una di quelle ragazze che farebbero la fortuna del basket femminile italico, se solo la Federazione di Petrucci riuscisse ad incentivare, attraverso le scuole, il reclutamento.

Egonu, figlia di immigrati africani, è nera, è omosessuale (anzi bisessuale, come ha dichiarato), è una ragazza libera. Che la propria libertà rivendica in ogni situazione e con tutti. Invitata a Sanremo come ospite, Egonu si era presentata come una “italiana vittima di razzismo causa il colore della pelle“. Cosa (nonostante le becere repliche di qualche politico) non impossibile. L'Italia non è un paese razzista ma sacche di ignoranza, intolleranza, xenofobia, sessismo, albergano a tutte le latitudini: al nord, come al sud della penisola. E quindi non è improbabile che Egonu sia stata fatta oggetto di commenti poco educati, in un paese dove un generale scrive un libro nel quale spiega (tra le altre cose) di come i “millenari“ tratti somatici degli italiani, non siano quelli degli africani. Non sono tanto l'ignoranza (della storia) e la rozzezza del ragionamento a fare a pugni con la civiltà. Quanto l'incapacità di comprendere che un uomo (o una donna) non è della terra dove (magari occasionalmente) è nato ma è del luogo dove ha deciso di vivere.

Egonu è una italiana di Cittadella con la pelle scura, nata da genitori africani. Degli italiani ha difetti e pregi. E' una fuoriclasse. Che forse ha suscitato qualche gelosia e insofferenza. Ma visto che Mazzanti oltre ad Egonu ne aveva giubilato altre tre ammettendo di “non riuscire più a tenere il gruppo“, è verosimile che il problema possa essere anche lui. I giocatori “ingestibili“ non esistono. Luciano Moggi sostiene che “meglio averli in squadra, piuttosto li abbiano gli altri“. A un fuoriclasse puoi concedere anche qualche eccentricità. Michel Platini a chi gli faceva notare che “fumava troppo“ replicava: “l'importante è non fumi Bonini“. Che era il suo mediano.

Ha ricordato Massimo Gramellini sul Corriere della Sera che Feola, il CT del Brasile (quello immortalato dal Quartetto Cetra nel brano “Didì, Vava, Pelè“), a chi gli chiedeva come scegliesse i giocatori, replicava in questo modo: “Scelgo quelli bravi. Poi seleziono gli altri“. Egonu è bravissima. Solo un allenatore masochista lascerebbe in panchina Maradona. Meglio, piuttosto, non convocarlo. A esplodere, a volte, è l'ego degli allenatori. Arrigo Sacchi andò da Berlusconi a chiedere la cessione di Van Basten. E' noto come andò a finire. Niente ottenne Helenio Herrera, che ogni anno pretendeva da Angelo Moratti la testa di Mario Corso.

L'Einstein di San Michele Extra come lo definiva Gianni Reif continuò a deliziare San Siro. Giocando “all'ombra“, come perfidamente lo accusava di fare Gioanbrerafucarlo.

Ma ci furono anche allenatori che ottenuta la cessione della propria ribelle star, vinsero (con qualche fortuna) lo scudetto. E' il caso di Heriberto Herrera, l'inflessibile ginnasiarca paraguagio (copy sempre Gianni Brera) che giubilato Omar Sivori (destinazione Napoli) ottenne con la Juventus più operaia della storia del club torinese, il titolo, bruciando l'Inter di Helenio sul filo di lana. Ma sempre la storia insegna che sono soprattutto i fuoriclasse a fare la differenza. Oggi, Garcia, metterebbe mai in panchina Osimeh?

Quelli bravi devono giocare. Alla fine persino un talebano come Heriberto Herrera vinse lo scudetto (anche) venendo meno al proprio “credo“: dalla De Martino pescò Gianfranco Zigoni che di “movimiento” ne faceva poco. Ma che confezionava azioni e gol che risultarono fondamentali. Zigoni che si definiva “più forte di Pelè“ aveva un ego smisurato. Se è vero, come è vero, che alla sua prima convocazione (prima della stagione dello scudetto) ad Omar Sivori che in omaggio al “nonnismo“ vigente nei club pretendeva che il ragazzo portasse la sacca al “vecchio stanco“, rispose sfrontatamente: “Ma va in mona , Omar: no' so el tuo camerier“.

Zigoni era di Oderzo ed era un tipo speciale. Mazzanti vada chez Enogu. Il suo amor proprio forse ne risentirebbe. La Nazionale italiana di volley se ne gioverebbe. Mazzanti (che comunque in Nazionale ha portato un gioco spettacolare) ha sette partite, ancora. Poi potrebbe essere congedato: potrebbe. E magari – nel caso – sapremo da lui i veri motivi del dissidio con Egonu. I più bravi maghi del volley (tutti italiani) sono accasati all'estero dove la remunerazione è più alta. Ma uno potrebbe essere contattato: Julio Velasco. Un hombre vertical che sa trattare con i talenti senza umiliarli. Mazzanti è un bravissimo allenatore. Ma per vincere non basta essere bravi. Per vincere serve entrare nella testa di chi alleni. Specie nella testa delle primedonne.

 

 

 

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