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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Quando anche il record cede all'inflazione

Martedì 5 Settembre 2023


corsa-donna 2 

Pare ormai che non ci sia limite all’eccesso e all’invenzione in tema di primati. Come sta a dimostrare un’atleta italiana che, giungendo sesta in una corsa su strada, riesce a stabilire il record europeo del … percorso!

Daniele Perboni

C’era una volta … una principessa, il principe azzurro, la vecchia strega, il padre buono e la matrigna invidiosa, i fratelli spersi nel bosco e via di seguito con favole che in questi tempi moderni sono anche considerate troppo “traumatiche” per i piccoli innocenti figli del nuovo millennio. Fa nulla poi se questi (i figli) appena possono ti accoltellano o ti spingono giù dal balcone, gli si perdona tutto: i figli... so' pezzi 'e core.

Per quanto ci riguarda, in questo mondo atletico il c’era una volta erano i vecchi record, primati, chiamateli come vi pare, delle distanze classiche. Quello olimpiche. Gli altri, specialmente le distanze su strada lievitate a dismisura, per distinguerli prendevano il nome di “migliori prestazioni”: mondiali, continentali, nazionali. 

Poi tutto si è mescolato, frullato, omogeneizzato, come la vecchia IAAF divenuta World Athletics (quale rivoluzionaria trasformazione sarà mai avvenuta?).

Così sull’onda del famolo strano ecco che anche le migliori eccetera eccetera hanno acquisito nobiltà oltre che l’appellativo di record mondiali. Non tutte le distanze però. Ci mancherebbe. L’inflazione, si sa, ha i suoi costi e le sue vittime. Meglio limitarsi a qualche distanza. Solo alcune certificate e che soddisfano precisi criteri possono fregiarsi dell’appellativo. Così ecco sbocciare i record mondiali del miglio, 5 chilometri. Mezza e maratona, 35, 50 e 100 chilometri. Le altre? Si tengano la meno altolocata miglior prestazione.

Da qui la corsa alla conquista del titolo nobiliare più autorevole e pur di accaparrarselo ci si inventa di tutto. L’ultima che ci è capitato di leggere riguarda una corsa su strada, dove la sesta classificata, un’atleta italiana, ha ottenuto il record europeo del percorso …

Esclamazione nostra. Che c@##o vuol dire? Abbiamo riletto con calma. Sì, c’era scritto proprio record europeo del percorso. Breve ragionamento. Dunque record e ci siamo. Europeo. E anche in questo caso ok. Del percorso? Cioè? Vuol dar da intendere che qualche altra atleta extra europea ha corso più forte? Bravo, sette più. Ma su questo percorso, non della distanza (i 10 chilometri) canonica, con tanto di certificazione e omologazione di WA. Bravissimo, otto. Altrimenti, continuiamo a pensare, sarebbe stato record europeo dei 10 chilometri. Meglio: miglior prestazione eccetera eccetera.

Terra terra, la ragazza, e di conseguenza la manifestazione, non ha centrato nessun record, ma più semplicemente quello che nelle manifestazioni su pista viene definito come meeting record. Punto e basta. Alt, scusate. La ragazza è andata vicina, di 8 secondi, al record personale. Questo sì, in regola.

Che s’ha da fa’ pe’ campa’

 

 

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