- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Palla di ferro e sfera di cristallo

Domenica 13 Agosto 2013

 

weir-fabbri-molfetta 


Due pesi e due misure. Non sono molte le attese da podio per l’affollata spedizione azzurra. Certezze, nessuna; possibilità, alcune. In pedana si balla con Zane Weir e Leo Fabbri: a loro dimostrare che il getto del peso è scienza esatta.

Giorgio Cimbrico

Due pesi per il momento senza due misure, quelle che tra una settimana, sabato, saranno determinanti, “in fondo a un percorso in diciotto tappe e grandi carichi di lavoro, alla ricerca dell’equilibrio al momento giusto”: teoria e pratica in Paolo Dal Soglio, 53 anni, vicentino di Schio, una medaglia olimpica mancata per un centimetri ad Atlanta ’96.

E’ lui ad avere in mano un paio di chance importanti per Budapest: Zane Weir, italo-sudafricano di Durban, azzurro grazie a un nonno triestino, campione europeo indoor, quattro volte al di là dei 22 metri, e Leonardo Fabbri, ultimo erede della tradizione fiorentina, una faccenda che va avanti da settant’anni, scandita da Profeti, Meconi, Montelatici, Andrei.

Dal Soglio, non poteva chiedere di meglio dall’ultimo test, qualche giorno fa a Vicenza.

“Zane 22.15 e due lanci a 22.13, secondo azzurro di sempre dopo Andrei; Leonardo nei pressi, 21.84. Un paio dei lanci di Zane non erano perfetti: come si dice in gergo gli sono un po’ scappati. E anche Leo poteva fare meglio”.

– Lei è un dannato perfezionista.

“Alleno una specialità in cui la ricerca della perfezione è una costante, un obbligo. La rotazione, il rilascio della palla di ferro quanto durano? Un soffio. E lì dentro c’è un oceano di particolari. Osservo, filmo e tutti insieme rivediamo. Il lanciatore è anche un bravo analista”.

– E il risultato?

“Il risultato è che Zane ha gambe formidabili e pur rendendo alla maggior parte degli avversari una decina di centimetri in statura e più di dieci chili di peso, sa produrre un dinamismo concesso a pochi. Un mediomassimo? La definizione non è male. Leonardo, che è alto 2 metri ed sui 120 abbondanti, esprime il meglio con il tronco. Quell’’ultimo test mi ha fornito indicazioni, forse speranze: con mezza rotazione hanno lanciato lungo. E se sono vere certe teorie, valgono mezzo metro in più”.

– Lei non è scaramantico…

“Gliel’ho detto: il lancio del peso è un scienza piuttosto esatta. Mi concedo solo di dirlo a voce bassa: tutti e due possono esprimersi attorno ai 22.40”.

– E con 22.40…

“Andiamo con ordine. A Budapest sono tornati ai vecchi tempi e non è che la cosa mi piaccia: qualificazione al mattino, finale il giorno stesso. Per entrare nei dodici credo fisseranno una misura attorno ai 21.40 e al mattino può essere stressante: sull’argomento ho una certa esperienza. Comunque, direi che otto dei dodici che andranno avanti saranno Ryan Crouser, che è imbattibile, primatista mondiale on un mostruoso 23.56, gli altri tre americani, il neozelandese Walsh, un grande agonista, il croato Mihaijlievic, Zane e Leo”.

– Nelle zone nobili della graduatoria c’è persino un giamaicano, Campbell, 22.22.

“Il peso è una boccia da sette chili e un quarto che è una buona rappresentazione del mondo”.

– Dalla boccia alla sfera di cristallo: come andrà a finire?

“Quando lancia corto Crouser, un gigante da 2,04 per 130 abbondanti, arriva a 22.70. Walsh è costante sui 22 ed è capace di picchi. Kovacs è americano ma sa di gareggiare in casa per via delle sue radici. Il podio sembra fatto. Ma se Zane e Leo danno una ripulita a quel che sanno fare …”.


 

Cerca