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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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I sentieri di Cimbricus / La conferma del proteiforme Letsile

Martedì 25 Luglio 2023

 

tebogo-19.50 


Da primatista U-20 dei 100 (9”91) alla prima fila del sprint mondiale: sarà lui il protagonista dei Mondiali di Budapest? Certo, il registro riscritto quest’anno (19”50, 31”52, 44”75) autorizza ad attendersi un futuro insondabile.

Giorgio Cimbrico

A Londra Letsile Tebogo ha corso i secondi 100 in 9”27, proprio come Usain Bolt a Berlino 2009. La differenza sta nel primo segmento: Bolt 9”92, Tebogo 10”23. Ma Letsile è stato più veloce di Lyles sul terreno preferito di Noah – 9”27 a 9”28 – e ha finito per cedere per tre centesimi: 19”47 a 19”50 (con grande rimonta finale e perfetto vento di coda a +1,6). Al treccioluto della Florida non capitava da tempo di esser messo così alla frusta.

Il progresso del ventenne botswano (data di nascita 7 giugno 2003), ora sesto di sempre a un centesimo da Erriyon Knighton, è stato fragoroso: aveva 19”87 realizzato a fine aprile a Gaborone, 1014 metri di altitudine. Il record africano – il 19”68 di Frankie Fredericks alle spalle di Michael Johnson nella finale olimpica di Atlanta – è stato migliorato di quasi due decimi. Lo stesso giorno aveva esordito anche sui 100, sconfitto – 9”78 a 9”91 con +2,3 – da Ferdinand Omanyala, la risposta kenyana all’uomo Michelin.

Tebogo era più conosciuto come centista: due titoli mondiali under 20 e il record del mondo, 9”91, secondo a varcare la soglia da junior dopo Trayvon Bromell. La finale di Cali, l’anno scorso, l’aveva offerto come protagonista dei 200: secondo – stesso tempo, 19”96 – appena dietro l’israeliano-ghanese Blessing Afrifah che non si più riaffacciato su prestazioni del genere.

A febbraio, una piccola notizia molto eloquente: a Pretoria Tebogo corre i 300 in 31”52, ottavo di sempre, sulla pista in altitudine (1271 slm) che venne utilizzata nel 2000 da Michael Johnson per diventare in 30”86 il titolare anche di questa distanza. Sarà un caso, ma poco più di due mesi dopo arriva il 19”87 di Gaborone.

Nei giorni corsi, tra il 14 e il 23 luglio, Tebogo ha dato un saggio del suo talento proteiforme: 44”75 a Lignano, in piena decontrazione, 9”93 a Montecarlo, un centesimo dietro Omanyala e, meno di 48 ore dopo, il 19”50 di Londra, lasciando a due decimi abbondanti Zharnel Hughes che ha portato la più seria delle minacce al record continentale di Pietro Mennea e ha privato John Regis di quello britannico. Alle Olimpiadi di Barcellona, quando quel 19”72 era ancora record del mondo, lo stesso tempo, 19”73, venne centrato in semifinale da Mike Marsh e il pubblico lo salutò con immenso OOOOHHH.

Lyles (che corre con superscarpe dalle cifre stampate in oro: 19”10), Tebogo, Hughes hanno deciso di provare a giocare su due tavoli mondiali. Le chances che le due distanze possano avere un solo padrone sono scarse se Hughes saprà ripetere la perfetta esibizione di New York quando è salito in vetta al mondo con 9”83 e ha spogliato Linford Christie del record britannico. “Zhaaaarneeel, tieni giù le spalle: sentivo nella testa i consigli di Glenn”, raccontava Hughes. Glenn è Mills, il corpulento coach dei miracoli di Bolt. Zharnel, nativo di Anguilla, vive per la maggior parte dell’anno in Giamaica ed è tesserato per i Kingston Racers.

Previsione Budapest: 100 a Hughes, 200 a Lyles e Tebogo piazzato extralusso. Ha il vantaggio dell’età: a Parigi avrà 21 anni, a Los Angeles 25.

L'arrivo dei 200 alla Diamond League di Londra (foto Trackandfieldnews.com).

 

 

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