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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Una piccola grande donna

Domenica 23 Luglio 2023

 

kipyegon-miglio


La minuta Faith, dopo 1500 e 5000 in sette giorni, due giorni fa ha fatto storia anche nel Miglio portando il mondiale a 4’07”64. Tra gli obiettivi più prossimi, il quarto mondiale sui 3000 e soprattutto l’accoppiata regale a Budapest.

Giorgio Cimbrico

In questo improbabile e affascinante viaggio nel tempo perduto e ritrovato che va avanti da cinquanta giorni ruggenti, Faith Kipyegon in 3’49”11 ha eguagliato Luigi Beccali dell’annata 1933, ha fatto meglio di Taisto Maki della stagione 1939 (14’05”20 contro 14’08”6), ha pareggiato Jack Lovelock a segno nel Miglio, in 4’07”6, novanta anni or sono in un memorabile incontro tra Cornell-Princeton e Oxford-Cambridge. Paralleli suggestivi da confrontare con vecchie e nuove realtà: gli uomini corrono da sempre, le donne hanno avuto via libera solo negli ultimi cinquant’anni e i 5000 sono entrati nel programma olimpico nel 1996, sostituendo i 3000.

Assolto il compito che si è assegnata per i Mondiali (andare alla ricerca dell’accoppiata 1500/5000, riuscita in quell’ambito a Bernard Lagat e all’Olimpiade a Paavo Nurmi e a Hicham el Guerrouj), i 3000 potrebbero essere il prossimo terreno di caccia della piccola Faith per completare un giro di assi e andare ad affiancare un connazionale che in ottanta giorni, nel ’78, sconvolse il mezzofondo: Henry Rono, recordman dei 3000, 5000, 10.000, 3000 Siepi, senza una medaglia olimpica. Faith ne ha due, per il momento, e quel bis sulla stessa distanza la affianca a Tatiana Kazankina e Sebastian Coe.

I 3000 sono rimasti l’unica distanza in mano al “reparto rosso femminile” di Ma Yuren e dopo trent’anni desta una certa impressione annotare che il 12 settembre 1993 Wang Junxia corse in 8’12”19 e il giorno dopo in 8’06”11, ultimo chilometro in 2’36”5. I primi cinque tempi della storia sono stati ottenuti in quei due giorni pechinesi. Chi si è avvicinata di più è Sifan Hassan, 8’18”49 quattro anni fa a Palo Alto.

Teoricamente l’impresa è alla portata della piccola-grande donna: ben tirata da lepri esperte – e dall’onda luminosa – in 4’02” a metà gara, ne avrebbe a disposizione un’altra metà per offrire il suo crescendo che abbatte le avversarie ma che permette loro, se le energie non sono state buttate nel tentativo di rimanere su quei minuscoli calcagni, di centrare prestazioni di grande rilievo: a Montecarlo, nella sera in cui il record di Hassan è stato sottoposto a … radicale revisione, quattro record continentali, sette record nazionali e una riscrittura della lista di sempre.

Sconfitte, ma piene di gratitudine per la donnina dal luminoso sorriso che ha appena ricevuto in dono una casa dal governo di Nairobi e che vede, giorno dopo giorno, quando non è in giro per il mondo, crescere Alyn che oggi ha sei anni e che forse non ha ancora ben capito chi siano i genitori: una delle più grandi di sempre e un elegante giovanotto, Tim Kitum che ha avuto in sorte di correre una delle più coinvolgenti gare della storia per trasformarsi –, a meno di 18 anni –, nel più veloce terzo classificato, nella notte londinese del masai David Rudisha. Tra una dozzina d’anni sarà bene dare un’occhiata ai risultati dei campionati giovanili del Kenya.

Foto: WA

 

 

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