- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Un uomo (sempre piu') solo al comando

PDFPrintE-mail

Lunedì 22 Maggio 2023

 

fidal3 


“La sua furia iconoclasta lascia strascichi velenosi, pericolosi e costellati da innumerevoli ferite. Il governo dell’uomo del paese che fu del sole non ammette intoppi, critiche, consigli, punti di vista diversi.”


Daniele Perboni


Là nel paese che fu del sole, vive l’uomo che fece della sua seconda vita una missione. Anzi la missione: azzerare tutto, proprio tutto ciò che deliberarono, organizzarono, stabilirono, nel bene e nel male, i suoi predecessori: regolamenti, piani tecnici e finanziari, strategie di sviluppo, organizzazioni. L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare brontolava Ginettaccio. L’uomo del paese che fu del sole, non lo sentirete mai mormorare parole simili ma, nei fatti e nell’anima, sta covando questo segreto obiettivo.

Spazzare la vecchia guardia, aprire le porte a un nuovo vento che disinfetti le vecchie e ammuffite stanze di una federazione che nel 2021 ha conquistato al grido di “studieremo i curriculum, solo chi merita andrà avanti”. Vento che, in due anni di regno, il nuovo signore non ha ancora saputo o voluto imbrigliare e convogliare nella giusta direzione. Solo al comando, pare essersi immedesimato in quel sovrano assolutista conosciuto ai più per l’espressione: L'état, c'est moi, (Lo stato sono io).

E per ribadire il concetto, nell’ultimo consiglio federale, dove non si son certo scambiati simboli di pace e fratellanza (pare sian volati ceffoni metaforici di una certa intensità, così raccontano i soliti bene informati), il novello Re Sole e il suo Richelieu di riferimento, han pensato bene di azzerare ogni delega. Lo Stato sono io appunto, con sdegnata uscita dall’aula di tutta la minoranza.

Si narra, inoltre, di dissesti finanziari di un certa entità, di contratti di sponsorizzazione non proprio felici, a cui le regioni dovrebbero assoggettarsi senza essere state interpellate, avendo poi in essere (i Comitati regionali) propri contratti con altre aziende. Insomma, continue scaramucce che rischiano di portare sull’orlo di una crisi di nervi l’intera organizzazione, con buona pace per la “calma olimpica” che sarebbe di gran lunga lo scenario migliore, specialmente con l’approssimarsi, ad agosto, dei Campionati Mondiali e il mese precedente del Campionato Europeo a squadre. Manifestazione che nel 2021 ci regalò il secondo gradino del podio (con zero punti nell’alto) e che quest’anno nessuno, tantomeno il DT La Torre, intende regalare. L’obiettivo dichiarato è lassù in cima, davanti a tutti. Traguardo mai raggiunto in passato, anche quando la vecchia Coppa Europa rappresentava il meglio del Continente.

Comprensibilmente l’uomo del paese che fu del sole si è fatto molti nemici. La sua furia iconoclasta lascia strascichi velenosi, pericolosi e costellati da innumerevoli ferite. Il governo dell’uomo del paese che fu del sole non ammette intoppi, critiche, consigli, punti di vista diversi. Non volendo ripercorrere vecchie strade purtroppo non ne sta neppure costruendo e percorrendo di nuove, mettendosi in rotta di collisione con l’altro gran duca e signore dello sport che sta assiso nel palazzo romano progettato da Del Debbio, con la prima pietra posata dal crapone pelato di Predappio e alla fine inchiodato contro un muro dal comandante Valerio. Non nasconde, poi, odio feroce verso il predecessore, l’etrusco da Grosseto. Più che una damnatio memoriae, la sua, del signore del paese che fu del sole, può essere paragonata ad una ben più grave pena, la rescissio actorum (annullamento degli atti), ossia la completa distruzione di tutte le opere realizzate dal condannato nell'esercizio della propria carica. Qualcosa ricorda la Fondazione Roma ‘24 …

Si diceva dei nemici che incalzano da ogni dove, quale linea difensiva appronta il signore del paese che fu del sole? Il lamento. Una continua geremiade sparsa in ogni dove. Interviste, telefonate, incontri, momenti istituzionali e privati vengono usati per spargere lacrime sul lavoro di un uomo che non viene capito, compreso e che si sente sempre più solo. Ma la linea non cambia. Si viaggia dritti verso obiettivi che non paiono dei migliori. Ora anche la politica di governo, sempre a detta del “piangina”, come velenosamente viene chiamato, sembra remargli contro. Chi sbaglia, a sentirlo, sono sempre e solo gli altri.

Il signore del paese che fu del sole corre dritto e sicuro incurante degli avvisi di pericolo che da più parti stanno spuntando. L’ultimo traguardo, dicono i maligni, è dare una scrollatina alla carta etica, specialmente nel punto in cui si vieta, a chi ha ricevuto due e più anni di squalifica, di vestire la maglia azzurra. Obiettivo? Portare l’eleggibilità a chi ha subito “solo” oltre quattro anni di squalifica. A chi potrà giovare? Anche in questo caso provate a spremere le meningi, associate un paio di nomi al protagonista di una serie du Netflix che pare stia andando alla grande e il gioco è fatto. Fantasie? Sicuramente è così. A pensar male, ricordatevi, è peccato.

  

MARCIA / COPPA EUROPA

Intanto sul versante tecnico e dei risultati il suo mondo, quello governato dal signore del paese… sta mietendo successi insperati, sempre seguendo la strada tracciata dal Direttore Tecnico Antonio La Torre. Nell’attesa di un Golden Gala fiorentino (2 giugno) che si preannuncia stellare, a Podebrady i puzza piedi della marcia hanno iniziato a suon di medaglie la nuova stagione, ritrovando vecchi (Antonella Palmisano, Massimo Strano in primis) e nuovi (Francesco Fortunato) protagonisti. Nella Coppa Europa di marcia a squadre il medagliere degli azzurri è secondo solo a una sorprendente Spagna.

Questi i risultati

• Uomini
20 KM – 1. Francesco Fortunato 1h18’59 (EL), 2. Karlström (Swe) 1h19’27”, 3. Stano1h20’07”. Squadre: 1. Italia, 2. Spagna, 3. Germania.
35 KM – 1. Martin Alvaro (Esp) 2h25’35” (RN), 2. Linke (Ger) 2h27’04” (RN), 3. Lopez (Esp) 2h27?33”, 5. Agresti 2h30’16” (PB), 6. Orsoni 2h30’38” (PB). Squadre: 1. Spagna, 2. Italia, 3. Germania.
20 KM Under 20 – 1. Diego Giampaolo 42’16”, 2. Yildiz (Tur) 42’24”, 3. Rodriguinho Rojas (Esp) 42’37”, 8. Di sabato 44’02”. Squadre: 1. Spagna, 2. Italia, 3. Germania.

• Donne
20 KM – 1. Antigoni Ntrismpioti (Gre) 1h29’17”, 2. Palmisano 1h29’19”, 3. Cabechina (Por) 1h29’35”, 8. Trapletti 1h32’09”. Squadre: 1. Italia, 2. Ucraina, 3. Francia.
35 KM – 1. Maria Pérez (Esp) 2h37’15” (WR), 2. Gonzalez (Esp) 2h45’42”, 3. Monte si ed (Esp) 2h45’58” (PB), 4. Curiazzi 2h49’39 (PB), 5. Colombi 2h52’13” (PB). Squadre: 1. Spagna 2. Italia, 3. Ucraina.
20 KM Under 20 – 1. Giulia Gabriele 46’42” (PB), 2. Meilàn (Esp) 47’45”, 3. Delaahaie (Fra) 48’04”, 7. Traina 48’40”, 8. Fiorini 48’50”. Squadre: 1. Spagna, 2. Italia, 3. Francia.

• Medagliere – 1. Spagna (6 Ori, 3 Argenti, 3 Bronzi), 2. Italia (5/5/1), 3. Grecia (1/0/0).

 

 

Cerca