I sentieri di Cimbricus / La Maratona e la ferocia ambientalista
Venerdì 21 Aprile 2023
Il rischio è il mio mestiere: potrebbe essere questo il nuovo motto degli organizzatori della corsa di Londra minacciata dal furore ambientalista. Che volutamente dimentica che l’Europa contribuisce all’inquinamento globale solo per l’8%.
Giorgio Cimbrico
Domenica mattina è il momento della maratona di Londra. Corre il pericolo di essere attaccata, come è capitato al Grand National, lo steeple chase più antico, o di diventare il bersaglio di gesti clamorosi (un biliardo inondato di succo d’arancia) come ai Mondiali di snooker in corso al Crucible di Sheffield, il tempio della stecca e delle biglie colorate?
Hugh Brasher, deus ex machina della corsa che prende il via da Greenwich per finire a un tiro di sasso da Buckingham Palace, è riuscito a stringere un’alleanza con Extinction Rebellion, il gruppo ambientalista nato nel 2018, con il supporto di cento accademici, che, con azioni di disobbedienza civile, si è dato la missione di rivelare la vera, drammatica entità della crisi climatica e chiede ai governi di intervenire prima che gli effetti diventino catastrofici. In questo fine settimana, in prossimità del 25° miglio, a Parliament Square, è previsto un raduno con migliaia di partecipanti e di attivisti.
“Tutti assieme vogliamo impedire che sia portata la minaccia a quello che è diventato uno dei gioielli della corona”, dice Brasher (figlio del Chris che diede una mano a Roger Bannister nell’attacco, riuscito, ai 4 minuti nel Miglio e che due anni dopo divenne campione olimpico nei 3000 siepi) che sottolinea il forte carattere benefico della maratona: anche quest’anno, per cause grandi o meno grandi, sono stati raccolti 58 milioni di sterline.
I rappresentanti di Extinction Rebellion si sono impegnati a montare la guardia sulla corsa, a evitare che possa essere interrotta o diventare bersaglio di azioni dimostrative. Ma nessuno, a cominciare dal vertice organizzativo, può escludere qualche gesto clamoroso. “Il sostegno della polizia metropolitana si rivelerà ancora una volta determinante”. Nella lunga rotta che attraversa i sobborghi sud, est e il centro, assiste tradizionalmente alla gara un pubblico valutato tra i 750.000 e il milione di persone e i partecipanti sono vicino ai 50.000.
Da una classica all’altra: dopo Boston, che ha segnato la prima resa senza condizioni di Eliud Kipchoge, ecco Londra che presenta, per la prima volta, la sfida tra due dei tre uomini scesi sotto le 2h02’: sono il quasi 41enne Kenenisa Bekele, 2h01’41”, e il 24enne Kelvin Kiptum, diventato il più veloce esordiente di sempre con il 2h01’53” centrato sul filante percorso di Valencia. Appena un passo indietro, gli etiopi Birhanu Legese, 2h02’48", e Mosinet Geremew, 2h02’55”. Tirate le somme, quattro dei cinque migliori della storia. A completare il cast, Amos Kipruto, campione uscente, e Tamirat Tola, campione del mondo in carica.
Stesso livello, se non meglio, per le donne: la primatista mondiale Brigid Kosgei, l’oro olimpico Perese Jepchirchir, la vincitrice 2022 Yalem Yehualaw e due esordienti a molte stelle: la scozzese Eilish McColgan, figlia d’arte e capace di privare Paula Radcliffe del record britannico dei 10.000, e soprattutto l’infaticabile olandese, di natali etiopi, Sifan Hassan, olimpionica dei 5000 e dei 10.000. Viene da una stagione deludente ed è alla ricerca di una nuova identità.
La maratona di Londra è in diretta su Europort dalle 9,30.
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