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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
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I sentieri di Cimbricus / Ed ecco a voi la Marciatona!

Sabato 8 Aprile 2023

 

marcia-gambe 

Dal ricco laboratorio di Montecarlo, gabinetto del novello dottor Caligari, è sortita un’altra pozione: la MRWMR che vedremo a Parigi ’24. Come dire la Marathon Race Walk Mixed Relay. Leggete, se volete; compatite se potete.

Giorgio Cimbrico

Cosa c’entra la maratona con la marcia? Non so, non ho visto, se c’ero, in questi ultimi sessant’anni da voyeur dell’atletica, dormivo. Ora c’entra e, a dar retta a Jon Ridgeon, ostacolista di razza e di breve carriera e ora braccio destro di Sebastian Coe, a Parigi 2024 sarà una gara eccitante, difficilmente da pronosticare, per di più all’ombra di quel memorabile traliccio che è la Tour Eiffel. 

Il nome è Marathon Race Walk Mixed Relay e significa che un uomo e una donna marceranno alternativamente in quattro frazioni da 10 chilometri e mezzo. Coppie previste al via, venticinque. E’ la Marciatona, signori. 

La marcia è diventata terribilmente scomoda. Se sparisse, regalerebbe un sospiro di sollievo a Losanna e a Montecarlo. Solo che non muore, tutt’altro: si marcia nel Sud, nel Nord e nel Centro dell’Europa, in Centro America, in Sudamerica, in Cina, Giappone, India, Australia, Canada, Africa. 

I fedeli della vecchia confraternita avrebbero dovuto fare come il Biathlon: costituire una repubblica indipendente. “Ma noi ci sentiamo parte integrante dell’atletica”, dice un allenatore di antica e brillante milizia che ha intenzione di scrivere una lettera al Lord di tutte le atletiche. Contenuto. “Abbiamo preso atto che vuoi spazzare via la marcia. Dopo cinquant’anni passati ad allenare, posso permettermi di dirlo”. 

Al riguardo esistono prove solide: cancellata, in seno alla ex-IAAF, la commissione marcia, a lungo presieduta da Maurizio Damilano, sparita la 50 km di marcia maschile, un’avventura che ha riservato drammi e trasfigurazioni, e la 50 km femminile dalla breve vita, esclusa dal programma olimpico la nuova 35 km che aveva offerto una ventata nuova. Più favorevole ai “ventisti” e alle “ventiste”, ma ancorata a una distanza che poteva offrire chances a chi sa inoltrarsi nella dimensione della resistenza. 

Ai Giochi sopravvive la 20 km, per l’uno e l’altro genere (sesso, come sapete, non si può più dire), dallo svolgimento e dagli esiti sempre uguali: per due terzi un gruppo molto numeroso a offrire cadenze febbrili, sino a quando, dopo il 14°/15°, un gruppetto, più o meno correttamente, riesce ad avere la meglio e a disputarsi i piazzamenti che contano e le medaglie. 

La 35 era una linea di confine, una buona soluzione di compromesso da offrire a chi, da broadcaster, denunciava la durata della 50. Chi produce e manda in onda, è noto, è terrorizzato dall’idea che lo spettatore possa annoiarsi e cambiare canale. 

E così, in nome della parità tra i generi, della sostenibilità e di tutto il repertorio che ormai conoscete benissimo, ecco la MRWMR che con la marcia non ha più niente a che fare.   

 

 

 

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