I sentieri di Cimbricus / L'esercito delle dodici scimmie
Mercoledì 5 Aprile 2023
“Nulla può reggere il confronto con il Grand National. Più vecchio delle Olimpiadi, di Wimbledon, del 5 Nazioni di rugby, della Football Association, della Coppa America, resta la più lunga e spietata corsa del mondo.”
Giorgio Cimbrico
“E’ la più grande gara del mondo, è vista da 600 milioni di persone, raccoglie 300 milioni di sterline di scommesse e noi siamo pronti a rovinarla”, dice un portavoce di Animal Rebellion, il gruppo che vuol portare l’attacco al Grand National del 15 aprile all’ippodromo di Aintree, circondario di Liverpool. Un’edizione speciale, quella che segna il 50° anniversario della prima delle tre vittorie di Red Rum.
La polizia del Merseyside sta organizzando un piano di sicurezza per allontanare la minaccia dalle quattro miglia e mezza più appassionanti e crudeli della storia, una vicenda che va avanti dal 1839, scandita da ostacoli che hanno fatto la storia, dai nomi minacciosi: Beecher’s Brook, The Chair. Dal 2000 quindici cavalli hanno subito cadute fatali, 22 dal 1984.
Nella settimana che lo precede, l’Inghilterra del cricket può affrontare l’Australia o l’India, la FA Cup o la Premieriship possono entrare nella loro fase calda, finito il 6 Nazioni il rugby può presentare sfide fondamentali per il titolo o per l’Europa, ma nulla può reggere il confronto con il Grand National.
Più vecchio delle Olimpiadi resuscitate da de Coubertin, di Wimbledon, del 5 Nazioni di rugby, della Football Association, della Coppa America di vela, il Grand National è la più lunga e spietata corsa ad ostacoli, la più seguita (150.000 ad Aintree, più di mezzo miliardo davanti alle tv), la più ricca per “moneta” (quasi un milione di sterline) e per monte di scommesse raccolte, la più odiata dagli amici degli animali che lamentano i cavalli caduti e soppressi e che hanno convinto gli organizzatori ad abbassare alcune siepi e a garantire una capillare assistenza veterinaria lungo l’interminabile percorso di 7200 metri, disseminati da trenta ostacoli, alcuni micidiali, da affrontare, perlomeno all’inizio, in gruppo serrato: i cavalli al via sono attorno ai 40, nella riproposizione delle galoppate nella campagna dell’Inghilterra georgiana e vittoriana.
Andare a dieci anni fa è già finire nella storia perché a vincere fu Ballabriggs, montato da Jason McGuire e allenato da Donald McGrain junior, figlio di Ginger, l’uomo che credette sino in fondo a un giovane cavallo che si chiamava Red Rum, tre vittorie (nel ’73, ’74 e ’77) e due secondi posti nel ’75 e nel ’76. L’estrema dimora di Red Rum è stata scavata sulla linea del traguardo e una statua in bronzo può essere accarezzata dagli spettatori.
Il Grand National può dare gioie, arricchire, regalare terribili delusioni. Nel ’67 Foinavon aveva partita vinta, con vantaggio abissale, ma senza che nessuno sia mai riuscito a fornire un spiegazione, si fermò. Cuore in gola? Può darsi: la corsa è terribile e con il fango è micidiale. La proprietaria offerse un regale distacco: “Capita, queste sono le corse”, disse Elisabeth Mary, più nota come la Regina Madre, che trasmise alla figlia Elisabeth l’amore per i cavalli. Nel caso della sovrana scomparsa, più quelli da galoppo che i saltatori.
Pagine da sfogliare, un’infinità. Una delle più ingiallite narra la storia del capitano Martin Becher che, nell’edizione inaugurale del 1839, cadde su una delle terribili siepi e quando si rialzò commentò: “L’acqua senza whisky è proprio disgustosa”. In suo onore l’ostacolo venne chiamato con il suo nome, Becher’s Brook: e fa parte di quella catena di tormenti (The Chair, Valentine, Canal Turn) che hanno costruito storia e mito della corsa che nel ’93 non ebbe un ordine d’arrivo: 30 su 39 non colsero il segnale di falsa partenza e i giudici non tornarono sulla loro decisione. “La più grande disgrazia potesse capitare al Grand National”, disse con il pianto nel cuore Peter O’Sullevam, storico commentatore della BBC. Quattro anni dopo la corsa fu rinviata per la minaccia-bombe fatta pervenire dall’IRA.
Il Grand National ha fatto felici quelli che hanno avuto il cavallo buono, l’intuizione giusta o magari solo un colpo di dannata fortuna. Uno di quelli che hanno dispensato ricchezza è Mon Mome: nel 2009 era dato 100-1. Vinse.
NOMI E NUMERI DEL GN
• Cavallo con più vittorie: Red Rum 3 (1973, 1974, 1977)
• Fantino con più vittorie: George Stevens, 5 tra il 1856 e il 1870
• Unica vittoria femminile: Rachael Blackmore su Minella Times, 2021
• Allenatore con più vittorie: Donald “Ginger” McGrain 4 tra il ’73 e il 2004
• Tempo record: 8’47”8 Mr Frisk (1990)
• Cavallo vincente più vecchio: Peter Simple 15 anni (1853)
• Fantino vincente più vecchio: Dick Saunders 48 anni (1982)
• Fantino vincente più giovane: Bruce Hobbs 17 anni (1938)
• Gruppo più numeroso al via: 66 nel 1929
• Massimo di cavalli arrivati: 23 nel 1984
• Minimo di cavalli arrivati: 2 nel 1928
< Prev | Next > |
---|